Beate, una fiaba moderna declinata al femminile

Opera prima di Samad Zarmandili, Beate è ambientato nella provincia veneta, ricca di piccole realtà imprenditoriali e ancora molto legata a una religiosità fatta di forti legami con  un santo locale da venerare ma sia le imprese locali che la religione popolare sono messe a dura prova negli ultimi tempi da crisi economiche e ideologiche.

Beate

Beate di Samad Zarmandili

Beate

In un paese veneto non meglio identificato un’impresa di abbigliamento intimo da donna è retta da una imprenditrice non molto attaccata alle sue operaie che invece cercano di dare il massimo per tutelare i propri interessi e conseguentemente il nome dell’azienda. Quando la datrice di lavoro annuncia il presunto fallimento con l’intento di aprire all’estero per pagare meno e con meno tutele le future lavoratrici, le operaie capeggiate da Armida (Donatella Finocchiaro) di origine siciliana, danno battaglia per poi passare a una interessante anche se poco consona collaborazione con l’altra realtà del luogo, il santuario dedicato alla beata Armida gestito da uno sparuto gruppo di suore tra le quali la zia dell’operaia che deve il suo nome originale proprio alla beata locale.

Donatella Finocchiaro

L’attrice Donatella Finocchiaro protagonista di Beate

L’idea delle operaie di autogestirsi e di collaborare con le suore nasce dalla seria probabilità che il piccolo convento sia chiuso e trasformato in un resort di lusso a causa della impossibilità di trovare fondi per restaurare l’edificio che ospita le monache perché con la crisi dei fedeli degli ultimi decenni anche nel ricco Veneto è difficile trovare dei finanziatori disponibili.

Il film di Zarmandili è gestito con i toni leggeri della commedia come si evince sin dalle prime sequenze, ambientate in fabbrica e che grazie a una fotografia in stato di grazia privilegiano dei colori forti per dare allo spettatore  nitidezza ma anche l’apertura a seguire la vicenda senza però incupirsi per le problematiche esposte.

Come dicevano gli antichi Romani il regista “castigat ridendo” o meglio sorridendo “mores”, espone cioè i malcostumi del nordest e di tutto il nostro paese con toni leggeri ma che pure servono a far riflettere.

Gestita come una sorta di fiaba sociale contemporanea, la vicenda è piuttosto manicheista nella suddivisione dei caratteri. Così le operaie e le suore sono, malgrado i loro personali borbottii e malumori tutto sommato aperte al gioco di squadra e all’alea mentre i capi sia la madre superiore, il vescovo, l’imprenditrice o anche l’unico operaio della fabbrica si mostrano più ottusi e inclini o al personale interesse oppure alle regole inflessibili della burocrazia e anche se, trattandosi di commedia, è atteso ed inevitabile l’happy end, il riscatto delle donne suona più aperto e catartico.

Bella interpretazione della Finoccharo, protagonista a tutto tondo, ma anche validissime le caratteristiche tra le quali spicca Lucia Sardo nel ruolo della zia monaca e il veneto Paolo Pierobon, di estrazione prevalentemente teatrale, nel ruolo dell’unico operaio dell’impresa di lingerie.

Beate di Samad Zarmandili uscirà in esclusiva nazionale al Nuovo Sacher di Roma il prossimo 30 agosto e, a seguire, nelle altre città italiane.

Beate

Il cast di Beate: il regista Samad Zarmandili, al centro con da sinistra le attrici Donatella Finocchiaro, Vittoria Clavello, Hen Barazza e Silvia Grande

Beate al BIF&ST 2018

Di seguito il video di presentazione del film al BIF&ST 2018 dove era in concorso nella sezione Opere prime e seconde. A parlare l’attrice Donatella Finocchiaro, il regista Samad Zarmandili ed il produttore. Presenti alla conferenza anche le attrici Silvia Grande, Hen Barazza e Vittoria Clavello

Qui invece l’intervista esclusiva all’attrice Donatella Finocchiaro, protagonista di Beate:

BIF&ST 2018 – le foto dei protagonisti

In questa galleria una carrellata di foto dei protagonisti del festival

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