Hocus Pocus 2: le streghe son tornate! Sbarca dal 30 settembre su Disney+ l’atteso seguito del film del 1993 con Bette Midler, Kathy Najimy e Sarah Jessica Parker. Dopo ben ventinove anni ritornano le tre protagoniste originali, affiancate da un altro membro del cult movie, Doug Jones, sempre nei panni dell’ex-amante zombie. Li affiancano un trio di nuove “aspiranti” streghe (Whitney Peak, Lilia Buckingham e Belissa Escobedo). E un trio di giovanissime e talentuose attrici che impersonano le sorelle Sanderson ancora bambine (Taylor Paige Henderson, Nina Kitchen e Juju Journey Brener). Ciliegina sulla torta, la presenza di Tony Hale, già visto sulla piattaforma Disney come protagonista di The Mysterious Benedict Society (2021). Il tutto per la regia di Ann Fletcher. La regista che avrebbe dovuto dirigere Disenchanted (ma è stata cambiata in corsa) e che ha firmato The Proposal (2009), Hot Pursuit (2015) e Dumplin’ (2018).
Hocus Pocus 2
L’abbiamo già detto per Pinocchio, è il momento in cui alla Disney piacciono le backstory. E quindi ritorniamo a Salem per scoprire quella delle sorelle Sanderson, le terribili e buffe protagoniste dell’Hocus Pocus originale.
Troviamo quindi una Winifred (Taylor Paige Henderson) sedicenne, rimasta orfana e unica responsabile delle sorelle minori Mary (Nina Kitchen) e Sarah (Juju Journey Brener), a Salem, nel 1600 e rotti. Non proprio epoca e luogo propizi all’indipendenza femminile. E infatti lo zelante reverendo locale decide di accasare la giovane Winifred, che lei sia o meno d’accordo. Sotto minaccia di portarle via le due sorelline. Cosa può restare da fare alla ragazza, se non scappare insieme alle sorelle e rifugiarsi nella Foresta Proibita? Che è proibita per i bigotti del villaggio, ma è sacra per altre persone, emarginate dalla società “degli uomini” per gli stessi motivi: essere donne e non essere disposte ad accettare di sottomettersi.
Capiamo per cui i motivi del rancore ancestrale delle sorelle Sanderson verso gli abitanti di Salem, in generale. E verso i discendenti del reverendo, in particolare.
Salto temporale, siamo ai giorni nostri, sempre a Salem. Un altro trio di “sorelle” – se non di sangue, di affetto – sono malviste dalla stragrande maggioranza dei loro coetanei. Probabilmente anche a causa della loro fascinazione per tutto ciò che ha a che vedere con streghe e arti mistiche (ma siamo a Salem, cosa aspettarsi?).
Una di loro, Cassie (Lilia Buckingham), si allontana dalle altre due per integrarsi – forse perché è la prima ad avere un boyfriend, forse perché è la figlia del sindaco (Tony Hale), o perché è l’unica bianca del trio. Le altre due teenager, amareggiate, decidono di andare a festeggiare comunque il sedicesimo compleanno di Becca (Whitney Peak) nell’angolo di foresta dove erano solite andare insieme.
Ma nel fare ciò, complice una candela un po’ troppo magica e il luogo, rimasto quello sacro di qualche secolo prima, chi ti resuscitano inavvertitamente? Proprio loro, le fantastiche e originali tre sorelle Sanderson: Winifred (Bette Midler), Mary (Kathy Najimy) e Sarah (Sarah Jessica Parker), questa volta in versione (più che) adulta. Con una sete di vendetta mica da ridere (cioè, in effetti sì, ma insomma, ci siamo capiti). Rivolta questa volta non solo agli abitanti di Salem, ma più in particolare ai discendenti dello zelante reverendo di cui sopra. Che chi sono? Guarda caso il sindaco e la di lui figliola, Cassie. E qua le strade del trio originale di streghe e del nuovo trio di aspiranti tali si incrociano. O meglio si scontrano. Tra frizzi, lazzi, canzoni ritmate, flash mob improvvisati, e quant’altro.
Divertente, spumeggiante, da gustare per un Halloween in famiglia – e non solo
Hocus Pocus 2 ha le carte in regola per diventare un classico quanto il primo capitolo di quasi trent’anni fa. Anche solo per la presenza di Bette Midler, praticamente identica alla sé stessa del 1993 e con uno smalto e una grinta (anche canora) travolgente. E per quella dell’attrice che la interpreta in versione bambina, Taylor Paige Henderson, fantastica con le protesi dei dentoni e le mossette che la fanno sembrare davvero una miniatura dell’originale.
Brava anche Kathy Najimy/Mary Sanderson, anche lei pochissimo cambiata nonostante il quasi trentennio di scarto. Solo, inspiegabilmente, con il labbro pendente a sinistra adesso invece che a destra, chissà dov’era l’addetto alla continuity quando hanno iniziato a girare. E, per carità, sempre affascinante Sarah Jessica Parker, anche se su di lei forse si notano di più i segni del tempo e manca un po’ la fascinazione del suo canto attira-bambini che tanto ammaliava nel primo film.
Sempre notevoli le scene di canto e di ballo collettivo, questa volta anche con il di più del contest per le più simili alle sorelle Sanderson originali. In cui sfilano alcune delle star del RuPaul’s Drag Race, come Ginger Minj, Kornbread Jeté e Kahmora Hall. Che, tra l’altro, vincono il premio e risultano più somiglianti alle sorelle Sanderson delle vere e proprie sorelle Sanderson!
Simpatico, come d’abitudine, Tony Hale, ormai una garanzia per le produzioni Disney+. E belle anche le citazioni – più o meno velate – al film degli anni ’90 (che addirittura si vede alla tele, guardato da una famiglia come ormai è diventata consuetudine fare nel periodo di Halloween).
Se proprio dovessimo trovare un aspetto negativo, diciamo che la formula “all inclusive + girl power” inizia a sembrare un marchio di fabbrica dettato dalla moda del momento più che vera convinzione o esigenza artistica. Non che disturbi o sia forzato in Hocus Pocus 2, ma salta comunque all’occhio nella scelta delle protagoniste e nel ruolo marginale (o francamente risibile) degli attori maschi. Tutti, chi più chi meno, espressione di discreta imbranataggine.
Bilancio finale di Hocus Pocus 2
Carino da vedere in famiglia e iperconsigliato in maratona, una via l’altra la versione 1993 e quella 2022. L’unico dubbio è come mai non abbiano aspettato il trentennale per farlo uscir fuori. A meno che l’intenzione non sia spingersi fino al reboot, come potrebbe far sospettare l’after-credits finale. E per finale intendo veramente alla fine fine di tutti i titoli di coda. Quando ormai sareste pronti a giurare che vi abbia mal consigliato e abbiate aspettato invano.