100 anni della Universal: Jurassic Park

Iniziamo oggi con questa rubrica, interamente dedicata alla Universal Pictures, in occasione dell’anniversario dei 100 anni, con una serie dei film, presentati dalla Universal, che più sono rimasti nell’immaginario collettivo per bellezza e qualità. Sicuramente tra questi è presente l’immortale Jurassic Park.

“Benvenuti al Jurassic Park”

Già iniziato il discorso dei film della Universal con la rubrica ‘Creature delle notte: il macabro dagli occhi di Tim Burton‘ con i rispettivi appuntamenti con i film di Frankenstein, Dracula e Il mostro della laguna nera, che sono considerati come i classici dei mostri della Universal, noi, in questa rubrica, ci addentreremo più negli ultimi anni della Universal, parlando di registi ‘feticcio’, come Steven Spielberg per l’appunto, film partiti in sordina ma che riscuotono un successivo successo planetario e film che dopo decine di anni sono considerati come delle pietre miliari del cinema mondiale.

Oggi parleremo di Jurassic Park, uno dei primi grandi successi del regista Steven Spielberg, che alla sua uscita nelle sale di tutto il mondo, nel 1993, riuscì ad incassare globalmente circa 1 miliardo di dollari. Ma prima un piccolo accenno di trama, anche se difficilmente qualcuno che è appassionato di cinema, non sappia la trama di Jurassic Park: grazie ad un fortuito ritrovamento di filamenti di DNA di dinosauri, un magnate miliardario, decide di clonare gli estinti animali preistorici, comprare un’isola e farci un parco a tema, appunto Jurassic Park, ma qualcosa va storto e nonostante il sofisticato sistema di sicurezza, gli animali scappano e quella che era una gita, si trasformerà per i malcapitati, in un’incubo a cielo aperto.

Spielberg riuscì ad acquistare i diritti del libro omonimo, scritto da Michael Crichton, prima che questo venne pubblicato e si tuffò subito nel progetto.

Nella testa di Spielberg

Una volta, Wim Wenders, chiamò e riunì in una stanza d’albergo i migliori registi del tempo, e tra questi c’era anche un ‘giovane’ Spielberg. Ognuno di loro, davanti ad una cinepresa, doveva dire la loro considerazione del cinema. Arrivò il turno di Spielberg e disse chiaramente che il cinema è e deve essere intrattenimento: non c’è motivo di fare film ‘complicati’ che o non vengono capiti o non vengono visti. Il cinema dunque è intrattenimento per Spielberg e credo che Jurassic Park sia il chiaro esempio del tipico cinema di Spielberg. Lo stesso film racconta di questo parco giochi, con le sue attrattive, che dovranno subire sulla loro pelle gli sfortunati protagonisti.

Il film però ha una particolarità unica: fu uno dei primi che impiegò una quantita massiccia di effetti speciali, in particolare la computer grafica per ricreare i dinosauri. A riguardo ci sono due punti da osservare:
– Un punto è prettamente visivo, in quanto nonostante sia un film uscito nel 1993, l’elaborazione dei dinosauri fu così accurata che si dice che la produzione, vista l’eccessiva perfezione della realizzazione finale, chiese di abbassare la qualità.
– Un’altro punto vincente fu la scelta di Spielberg di non far vedere mai completamente i dinosauri nei vari trailer che uscirono per promuovere il film, cosa che la produzione criticò, per paura di un flop al botteghino, ma alla fine gli incassi diedero giustizia a Spielberg.

Il prodotto finale

Alla fine di cosa stiamo parlando? Di un film che rispecchia chiaramente l’idea di cinema d’intrattenimento dichiarata da Spielberg e il film si presenta come un giocattolone che funziona alla perfezione, infatti è quando si ha stampata in testa la scena terrificante del T-Rex che esce dal recinto, emettendo il suo grido e terrorizzare sia i nostri protagonisti che noi spettatori, che un film ha raggiunto il suo scopo. Due ore intense di emozione; un mix di tensione, avventura, fantascienza e etica morale, un cast d’attori che hanno interpretato in modo eccellente i proprio protagonisti (Sam Neill difficilmente riesce a scrollarsi di dosso il ruolo del paleontologo Alan Grant, e lo stesso fa Jeff Goldblum con il suo simpaticissimo ed eccentrico matematico Ian Malcolm) e non da meno è il cast ‘tecnico’ che comprende alla colonna sonora John Williams che ha regalato a questo film temi sonori rimasti nell’immaginario collettivo.

…e dopo?

In seguito al successo del film, nel 1997, sempre per la regia di Steven Spielberg e sempre tratto dall’omonimo romanzo di Michael Crichton, arriva al cinema Il mondo Perduto – Jurassic Park, un sequel che ripropone come protagonista assoluto il matematico Ian Malcolm, ma il film risulta sciapo, senza anima e non ha lo stesso successo del primo. Nel 2001 invece, arriva al cinema Jurassic Park III ma Spielberg lascia la cabina di regia a Joe Johnston, e questo terzo capitolo, proponendo come protagonista il paleontologo Alan Grant, risulta quello più deludente, suscitando l’ira dei fan e accusando Johnston di aver rovinato la saga con questo capitolo. Spielberg ricopre il ruolo di produttore esecutivo.
In seguito all’insuccesso di questo terzo capitolo, il progetto per la realizzazione di un quarto capitolo, che prevedeva l’accoppiata Alan Grant e Ian Malcolm ritornare insieme come protagonisti, venne bloccato. Più volte si cercò di recuperare il progetto, ma l’improvvisa morte di Crichton nel settembre del 2008 bloccò nuovamente il progetto; Spielberg disse di non voler continuare una saga senza il suo creatore, ma ecco che in questi mesi estivi del 2012 si parla ancora di un quarto capitolo di Jurassic Park e questa volta, sembra, quella buona. Che cosa ci aspetteremo? Il tempo ci darà le risposte.

Nella prossima puntata…

Dopo questo tuffo nel giurassico, vi rimando l’appuntamento alla prossima settimana dove parleremo di una trilogia ormai diventata un cult del cinema di fantascienza. Un indizio? Grande Giove!

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