Benvenuto, lettore. Prima di iniziare vorrei dirti subito cosa leggerai in queste settimane estive all’interno di questa rubrica. Partirò dai film, dalla vita, dallo stile del grande regista visionario Tim Burton per andare indietro nel tempo alla ricerca di quelle pellicole, quegli attori, quegli stili di regia che tanto lo hanno affascinato nella sua giovinezza da trasformare Tim Burton… in Tim Burton.
Ecco che allora queste pagine sono rivolte tanto a coloro che amano questo regista quanto a coloro che vogliono conoscerlo ed apprezzarlo di più, riscoprendo attraverso lui piccole o grandi perle del passato dimenticate o vivide ancora nella mente di ogni cinefilo. Se pensi che questo è quello che cercavi, possiamo iniziare. Pronti… partenza… via!
Dracula
Un’altra creatura nella notte che di certo affascinò un giovane Tim Burton che viveva nella monotona Burbank, come d’altronde altre decine di milioni di persone in tutto il mondo, è sicuramente il conte Dracula. Questa volta il romanzo fu scritto da Bram Stoker e venne pubblicato per la prima volta nel 1897.
Solo pochi anni dopo, sempre la Universal comprò i diritti e, proprio lo stesso anno del debutto sul grande schermo di Frankenstein, arrivò anche Dracula, firmato da Tod Browning e con un grande Bela Lugosi nei panni del vampiro. Non essendo inglese, imparò a memoria le battute e proprio questa sua recitazione “forzata e meccanica” produsse un risultato inaspettato che né contraddistinse la resa finale in modo più che positivo.
Malgrado nel 1922 fosse uscito il film muto del grande regista Murnau “Nosferatu il vampiro” che liberamente ma direttamente si ispirava al romanzo, questo film è visto ufficialmente come il primo della serie sul conte.
Trailer del film:
La trama
Anche qui la trama è abbastanza lineare e semplice e permette al pubblico di scoprire e riflettere sull’emblematico protagonista. Renfield (Dwight Frye), un giovane agente immobiliare, viene mandato in Transilvania per concludere le trattative sulla vendita di una dimora con un certo conte Dracula (Bela Lugosi) che, con i suoi poteri mentali, s’impossessa della sua mente e lo porta alla pazzia.
Trasferitosi a Londra, Renfield viene portato al manicomio mentre Dracula fa la conoscenza dei vicini, seducendo la loro figlia Mina (futura sposa del collega di Renfield) e la sua amica Lucy. Ma l’arrivo del professore Abraham Van Helsing (Edward Van Sloan) cambierà i piani del conte con un’inevitabile conclusione.
Vampiro ieri, vampiro oggi
È inevitabile non accennare qualcosa sulla figura del vampiro e sulla trasformazione che ha avuto da “Nosferatu il vampiro” del 1922 a oggi. Una figura che è variata non solo nell’estetica e quindi dal punto di vista iconografico e visivo ma anche nell’anima e nelle sue riflessioni interiori.
Per questa trasformazione basta prendere in considerazione alcuni dei film sui vampiri: il capostipite Nosferatu con Max Schreck, Dracula il vampiro con Christopher Lee del 1958, Bram Stoker’s Dracula con Gary Oldman del 1992, Intervista col vampiro con Tom Cruise e Brad Pitt del 1994 e, inevitabilmente, Twilight con Robert Pattinson del 2008.
Se in Nosferatu troviamo una creatura ripugnante nell’aspetto che mai, in alcun modo, potrebbe essere accettata perché succube della sua natura ma che, alla fine, viene fermata dalla forza della donna, di un’anima pura, di un’anima non cattiva e che tanto è diversa dalla sua da poterla forse capire maggiormente, si arriva al Dracula interpretato da Bela Lugosi e successivamente da Christopher Lee (quello che più ha colpito il nostro Burton) che ha un’estetica lontana e diversa dal primo ed essendo visivamente più umano ottiene una resa e un rapporto col pubblico molto diversa.
Nel Dracula del 1992 di Francis Ford Coppola, inizia il filone del vampiro “bello e dannato” dove l’uomo che corrisponde a tali aggettivi è Gary Oldman che, in modo eccellente, interpreta il vampiro che, malgrado la sua natura, ha un animo totalmente ed inevitabilmente umano a cospetto dell’unico sentimento che può contrastarlo: l’amore.
Sempre negli anni novanta arriva “Intervista col vampiro” di Neil Jordan dove i belli e dannati sono Tom Cruise e Brad Pitt dalle ambigue acconciature e con accanto un’ancor bambina Kirsten Dunst che creano una nuova empatia e vicinanza col vampiro da parte del pubblico che finirà per essere completa con la saga attuale di Twilight che, però, rispetto a “Intervista col vampiro” crea una visionarietà nuova e odierna della creatura a scapito di una visione filosofica, interiore ed iconografica del tutto inesistente che ha portato ad oggi a decine di centinaia di discussioni attorno a questa figura sempre più emblematica.
Immortale e dannato
Il vampiro assume, in una trasformazione sempre più evidente, un’apparente bellezza esteriore sempre maggiore e d’impatto che nasconde un altrettanto evidente morte e desolazione interna, nell’animo e nella coscienza.
Quest’ evoluzione è totale proprio nel film di Jordan e porta ad una nuova visione del vampiro proprio con Twilight, affascinante fuori e devastato dentro anche se, malgrado sia evidente quest’evoluzione, non è stata del tutto accettata poiché molto lontana dalla creatura originale e dalla profonda poetica che vive in essa. Ecco che, per molti, l’evoluzione plausibile del vampiro si ferma al film di Jordan, poiché inaccettabile la superficialità con cui tale icona è stata toccata nelle pagine dell’autrice della saga di Twilight, Stephenie Meyer.
Ad oggi, il conte Dracula è la creatura nella notte per eccellenza che è stata riprodotta la cinema in centinaia di pellicola, che è stata descritta in numerosi romanzi ufficiali e non da oltre un secolo a questa parte. Il suo sopraggiungere alla sua natura di vampiro, i motivi che lo hanno condotto all’immortalità e alla dannazione, la sua “vita” vissuta come schiavo delle tenebre, della notte, del sangue, vivo eppure morto poiché senz’anima.
È qualcosa che ha affascinato e continua ad affascinare inevitabilmente, una generazione dopo un’altra.
Derivazioni Burtoniane
Subito dopo il mostro di Frankenstein, è proprio Dracula il personaggio più bramato da Burton, oltre che per il personaggio in sé, per lo stile gotico, per l’utilizzo spropositato del sangue (che ritroviamo nelle maggiori opere gotiche del regista), per lo stile espressionista e volutamente macabro.
Da film come Ed Wood (all’interno del film emblematico il premio oscar Martin Landau che interpreta proprio Bela Lugosi) a Il mistero di Sleepy Hollow possiamo riscontrarne l’essenza e la consistenza che quell’immaginario ha avuto in Burton.
Prologo di “Ed Wood” (1994):
Oltre a ciò, il nostro regista ha avuto la grande fortuna di poter avere il Dracula di seconda generazione, Christopher Lee (ha interpretato sedici volte il vampiro sul grande schermo) in alcune sue pellicole, in cammei o partecipazioni: a partire dal giudice in Sleepy Hollow (1999), sino al padre di Willy Wonka in La fabbrica di cioccolato (2005), passando come voce del parroco di paese in La sposa cadavere (2005) e ancora voce del Ciciarampa in Alice in Wonderland (2010) ed infine marinaio nell’ultimo Dark Shadows (2012).
E proprio in quest’ultimo film, uscito in tutto il mondo lo scorso 11 Maggio, è la figura del vampiro a farla da padrona (ottimamente interpretata dal solito attore-feticcio Johnny Depp), riprendendo le interpretazioni di Lugosi e Lee con l’aggiunta di un sofisticato humor, sottointeso al più classico stile gotico che porta la firma di Tim Burton in ogni singola scena. L’intenzione, quindi, è proprio quella di riportare la vera essenza vampiresca.
Trailer “Dark Shadows” (2012):
Dracula e Frankenstein sono due pilastri del cinema horror delle origini che hanno colpito l’immaginario mondiale cinematografico, romanzesco e culturale, oggi come ieri. E quindi ti consiglio di riscoprire le varie evoluzioni del personaggio attraverso questi film. Intanto, il prossimo giovedì, ti aspetto per aggiungere a queste due creature della notte una terza di cui parlare, come sempre per scoprirla o ri-scoprirla, amarla o odiarla.
E nel frattempo, come sempre, ti auguro i sogni più oscuri e macabri!
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