Cinemio incontra i registi emergenti: intervista a Iole Natoli

Protagonista dell’intervista di oggi è Iole Natoli, regista di Incanto, intenso cortometraggio in concorso nella sezione cortometraggi dell’edizione del BIF&ST 2011. Nel cast, insieme alla protagonista Elena Radonicich, Aureliano Amadei regista ed autore di 20 sigarette, che ho intervistato per l’occasione.

Iole Natoli ha scritto e diretto diversi corti e mediometraggi; ha lavorato come aiuto regista o segretaria di edizione con molti registi (tra cui Ettore Scola, Marco Bellocchio ed Aureliano Amadei) ed è docente di Linguaggio Cinematografico in numerose scuole di cinema ed università. Il suo ultimo corto, Incanto è stato presentato in concorso all’ultima edizione del BIF&ST.

Incanto

Il processo creativo di una pittrice, vista attraverso la vita di tutti i giorni. Nessuna parola, se non una poesia alla fine del cortometraggio, ma solo un susseguirsi di immagini, colori, espressioni e musica, con i quali la regista riesce ad esprimere straordinariamente le emozioni dei protagonisti.

Bravissimi gli attori Elena Radonicich ed Aureliano Amadei, capaci di esprimere passione ed intensità solo con le espressioni del volto ed i movimenti del corpo.

Le domande a Iole Natoli

Com’è nata l’idea di Incanto?

L’idea è nata dopo essere stata ad una mostra della mia amica pittrice (anche costumista) Daria Calvelli. Sono una sua ammiratrice, trovo le sue opere fortemente espressive, potenti e soprattutto rappresentative di quel mondo interiore senza parole fatto soprattutto di colori, suoni, immagini, emozioni.

Ho pensato inizialmente di girare un documentario ma poi Incanto è nato e si è trasformato nelle mie mani, ho sentito che mi premeva di più rappresentare un momento della vita creativa della pittrice e che ci voleva un’attrice e musiche e colori… Non volevo raccontare in modo realistico ma piuttosto raccontare emozioni. E le immagini sono nate così senza troppi pensieri, prima sulla carta e poi in ripresa.

Un altro elemento importante è stato il rapporto con il musicista Davide Combusti, THE NIRO: un anno prima avevo ascoltato delle musiche che Davide aveva composto per un nostro progetto – un film non ancora realizzato! – mi son talmente piaciute che ho scritto la poesia che chiude Incanto!

Ho fatto leggere la sceneggiatura a Davide che ha subito composto i due pezzi che fanno da colonna sonora al corto e così io poi ho girato… Insomma ci siamo ispirati tutti a vicenda! Tutti i collaboratori de l’ARMATA BRANCALEONE PRODUCTION hanno dato un apporto artistico ed umano fondamentale alla realizzazione del film.

Come hai scelto Aureliano Amadei come protagonista del corto?

Ho conosciuto Aureliano quando mi è stato proposto di collaborare come segretaria di edizione sul suo film 20 sigarette ed ho accettato. Aureliano è un uomo molto coinvolgente, un artista sensibile e disponibile al rapporto umano. È stato capace di coinvolgere tutti i suoi collaboratori: è riuscito a trasmettere le sue immagini, la sua umanità, il suo dolore e quella necessità interiore di raccontare una storia dura e terribile. Ha trasmesso a tutti con forza, passione e sensibilità, il senso di come voleva girare e sul set, ma anche dopo, abbiamo fatto un bellissimo lavoro.

Ho proposto Incanto ad Aureliano (che oltre ad essere regista e scrittore è anche un attore) non solo per le fisique du role ma anche per le sua simpatia e umanità. Dirigerlo è stato molto facile: Aureliano è un regista attento e sensibile, conosce bene il suo mestiere e grazie a queste sue doti è stato un attore perfetto.

Si è lasciato condurre, si è fidato, è stato disponibile e anche molto spiritoso. Il suo non era un ruolo semplice, molto breve – la vera protagonista di Incanto è una pittrice, interpretata splendidamente da Elena Radonicich – ma molto significativo e credo che Aureliano sia riuscito a dare al suo personaggio intensità, leggerezza e sensualità.

Una scena di Incanto

Quali sono state le difficolta che hai incontrato?

Le difficoltà durante la lavorazione sono quelle classiche che si incontrano quando si ha un budget quasi inesistente e quindi poco tempo a disposizione. L’avventura di Incanto è appena cominciata (lo abbiamo finito a Novembre 2010), abbiamo partecipato a pochissimi festival e in concorso solo al BIFEST.

Ma la più grande soddisfazione è vedere che alle proiezioni Incanto non lascia indifferenti, è un cortometraggio che suscita reazioni forti nel bene e nel male, e questo per me è il massimo che un regista possa ottenere. Mi è stato detto che è un corto d’autore, un piccolo film che non appartiene al mondo canonico dei corti, ed è vero: Incanto non è un saggio per dimostrare di saper girare, un trampolino per il lungo ma la voglia insopprimibile di voler rappresentare con colori, musica, suoni e pochissime parole (le uniche sono quelle di una mia poesia che dà il titolo al corto) il movimento interiore e assolutamente umano di una donna artista.

C’è un aneddoto che vuoi raccontarci?

In post-produzione quando stavamo montando il suono, era il momento della voce di Elena Radonicich che recita la poesia, ero tesa, ma quando mi son voltata ed ho visto che sia il montatore che il mio aiuto regista erano commossi con le lacrime agli occhi ho detto è fatta, ce l’ho fatta! E questo è successo a tutte le proiezioni con i miei collaboratori (che come avrai visto nei titoli sono tantissimi e tutti amici): vedere la loro commozione è stato il premio più grande che io potessi vincere!

La regista Iole Natoli

Le domande ad Aureliano Amadei

Com’è Iole Natoli e com’è stato lavorare con lei?

Con Iole avevamo già lavorato a stretto contatto durante la preparazione e le riprese del mio film, dove facevo il mio vero mestiere… C’era quindi già un affiatamento e, direi, una certa consuetudine. Questo mi ha fatto sentire molto a mio agio. Lei ha le idee molto chiare, è in tutto e per tutto una regista, spinta da una passione viscerale e pura. E’ un peccato che non abbia grandi possibilità di dimostrarlo, ma questa è l’Italia.

C’è un aneddoto legato al corto che ti piacerebbe raccontare?

Nonostante io abbia girato solo 2 giorni, di aneddoti ce ne sono molti. Ti racconto il primo, in ordine di tempo: quando Iole mi ha chiesto se volevo recitare nel suo corto, ho accolto la cosa con molte perplessità; non recito da quasi dieci anni e, veramente, non sapevo se sarei stato in grado. Poi mi ha mostrato la sceneggiatura e, finita la lettura, le ho detto: “insomma, devo fare l’uomo oggetto? Il maschio alfa attraverso il quale questa donna si ispira?” Beh, chi può rifiutare un’offerta del genere, una volta nella vita? E’ la magia del cinema…

Aureliano Amadei al BIF&ST

Ringrazio Iole Natoli ed Aureliano Amadei per la disponibilità e faccio loro un in bocca al lupo per i progetti futuri. Ai lettori di cinemio dò invece appuntamento alla prossima settimana per una nuova interessante intervista.

2 Comments

  1. Giuliano
  2. Antonella Molinaro

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