Registi emergenti: L’amore incompreso di Riccardo Di Gerlando

Ritroviamo oggi il regista Riccardo Di Gerlando, che, dopo l’esperienza di 33 giri ci propone un nuovo originale progetto: L’amore incompreso.

L’amore incompreso

Tra sogno e realtà, un ragazzo down vive la sua storia d’amore con una giovane donna che vede trasformarsi in una ragazza down…

Anche in questo caso, come nel suo precedente cortometraggio, Riccardo Di Gerlando lascia che le emozioni vengano trasmesse allo spettatore semplicemente attraverso immagini e musica. Con un’attenzione molto particolare alle inquadrature ed ai primi piani, il regista ci accompagna in questa romantica storia nel quale i protagonisti, come in una dolce danza, si osservano e si amano con gli occhi dell’amore che va oltre qualsiasi barriera. Bravissimi i due giovani attori down, uno dei quali Marco Pingiotti, ritroviamo con molto piacere dopo l’ottima performance di 33 giri.

Le domande al regista

Ciao Riccardo e bentornato su cinemio. Innanzitutto parliamo di soggetto e sceneggiatura, entrambi tuoi. Come sei arrivato all’idea del corto?

L’idea del corto mi è venuta osservando alcune opere del pittore surrealista Magritte, in particolare l’opera Gli amanti. Nel quadro vengono descritte due figure, un uomo ed una donna, col volto coperto per non farsi riconoscere. Ho analizzato l’opera e ho immaginato una storia che trattasse un tema come quello della disabilità intellettiva in maniera diversa. Non volevo raccontare una storia intrisa di patetismo ma che avesse invece contenuti forti. Ho visto la disabilità come metafora di un quadro surrealista: a prima vista non si colgono molte cose ma osservandolo con più attenzione si scoprono elementi interessantissimi.

Due persone con sdd stanno affacciati ad una terrazza e immaginano una storia d’amore mediante alcuni manifesti affissi su un vecchio muro. L’immaginazione per loro è una sorta di deus ex machina per uscire anche per pochi istanti da una realtà dominata da una società falsamente buonista che molte volte indica come modello di vita “la moda” della perfezione. Per questo si immaginano diversi, con le sembianze di due modelli raffigurati in uno dei poster affissi per poter vivere sotto la luce del sole di un mondo immaginario un amore vero.

Il mondo immaginario è ricco di spunti magrittiani: le magline che nel finale coprono il volto ai due protagonsiti, il riflesso al contrario nello specchio, un uomo gabbia con dentro una colomba per sottolineare il turbamento interiore dei protagonisti. La mia idea di fondo è che non esistono distinzioni tra normalità e diversità. Normalità è diversità. Diversità è normalità. Non esistono categorie ma PERSONE.

Riccardo Di Gerlando durante le riprese

Protagonisti dei tuoi corti sono spesso ragazzi down con i quali hai molto a che fare. Vuoi raccontarmi qualcosa in più su questa esperienza così delicata ed originale?

Protagonisti dei miei corti sono speso ragazzi disabili intellettivi. Questo perchè è ormai da quasi cinque anni che oltre alla mia professione di filmaker lavoro come animatore sociale presso un centro diurno per disabili intellettivi. Qui, avendo fatto un corso di animazione per disabili ai tempi degli studi universitari al Dams mi si è aperto un nuovo mondo. Conoscendole a fondo queste persone nascondono qualità eccezionali. Dal punto di vista recitativo sono rimasto colpito dalla naturalezza e attenzione con cui partecipano alle riprese. Con loro ho realizzato numerosi cortometraggi e spot vincendo numerosi premi nazionali. Cito per esempio Franka Stain, Il ragazzo che disegnava gangster e Controcorrente.

Durante le attività didattiche, stando a contatto con loro, osservandone i gesti, i discorsi e le loro abitudini ho trovato un modo per raccontare le loro storie, il loro modo di pensare attraverso il mezzo cinematografico. Nella mia tesi di laurea sulla Disabilità nel cinema citai una famosa frase di Fellini che racchiude forse il senso di tutto questo argomento: Un linguaggio diverso è una diversa visione della vita.

Sul set del corto

Ancora una volta, dopo 33 giri, ritroviamo Marco Pingiotti, questa volta insieme a Sandra Colombi. Come vivono loro questa esperienza e come collaborano con te nella definizione del loro personaggio?

Marco Pingiotti è ormai un mio attore feticcio. Molto attento e naturale. Poche volte mi tocca correggerlo. In 33 giri aveva sicuramente una parte piu’ complicata e lunga. Qui pero’ credo che a livello espressivo sia cresciuto e trasmetta molto. Questo non perchè ha gli occhi a mandorla. Sandra Colombi invece è stata davvero una professionista. Le spiegavo le varie scene e con entusiasmo ha partecipato a questo grande gioco. Anche se il tema del corto è delicato abbiamo visto tutto quanto come un gioco didattico, divertendoci pur mantenendo la giusta serietà. Ho chiesto ad entrambi di essere loro stessi. E così è stato.

La protagonista Sandra Colombi

Un’altra attinenza con 33 giri è nell’assenza dei dialoghi. Come mai questa scelta? Ti piace che il corto trasmetta emozioni solo grazie ad immagini e musica?

In quasi tutti i miei corti ho utilizzato dialoghi. 33 giri e L’amore incompreso sono due storie in cui credo che il dialogo sarebbe stato invasivo. Mi piace raccontare le loro storie in silenzio. Mostrare il loro modo di pensare attraverso immagini, suoni e gesti come per delineare una sorta di confine di non comunicabilità con il mondo ritenuto diverso e con il mondo normale. In entrambi i corti narro non dei loro problemi ma di quello che provano con la loro testa e cuore.

Il corto ha vinto qualche giorno fa il festival cortocultura a Petrosino (TP). Qual è stato il riscontro di pubblico che hai ottenuto in questo festival ed in generale dove hai proiettato il corto?

Il corto ha iniziato a girare da poco piu’ di un mesetto nei festival  essendo finito a luglio) e ha vinto già due premi: Miglior cortometraggio al Cortocultura di Petrosino e Miglior cortometraggio al Makar Fest-Festival dei corti del Cinema d’autore di Mazzarrone. E’ stato selezionato allo Sheakspeare film festival di Viareggio ed è attualmente finalista ad altri concorsi tra cui il Cervignano film festival, uno dei festival piu’ prestigiosi del Friuli.

E ora uno sguardo al futuro. Dove potremo vedere L’amore incompreso? E tu, stai già lavorando ad un nuovo cortometraggio?

L’amore incompreso si puo’ vedere online su richiesta facebook (Riccardo Di Gerlando) oppure scrivendo a riccardodiger@libero.it. Progetti futuri sono molti: sto preparando un coloratissimo Pinocchio basato sul mondo della disabilità che sarà interpretato dai miei ragazzi e prodotto da Anffas Sanremo. Inoltre girerò la prossima primavera con mio fratello gemello Marco un cortometraggio ispirato al Settimo Sigillo di Bergman che avrà come protagonista una temibile sfida a scacchi tra un uomo e la morte. Il corto sarà prodotto da Sanremo Cinema.

Il regista Riccardo Di Gerlando

Ringrazio Riccardo Di Gerlando per la sua disponibilità e gli faccio un grande in bocca al lupo per L’amore incompreso e per i suoi progetti futuri.

 

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