E dopo la pausa estiva riprendiamo la nostra rubrica sui registi emergenti con un corto dedicato al grande scrittore Ernest Hemingway e che vanta un cast d’eccezione. Ne parliamo con il suo regista Renzo Carbonera.
Renzo Carbonera, classe 1980, si è laureato con una tesi sul regista britannico Ken Loach presso l’Università di Padova e vanta un Master Audiovisivi con seminari di professionisti come Roberto Perpignani, Vincenzo Cerami e Vittorio Storaro ed ha scritto e diretto molti documentari distribuiti e trasmessi in mondovisione. La penna di Hemingway che ha come protagonisti Sergio Rubini, Christiane Filangieri, Cosimo Cinieri e Francesco Barilli, è il suo primo cortometraggio ed è stato presentato in anteprima alla 68^ Mostra del Cinema di Venezia.
La penna di Hemingway
La concertista Claudia (Christiane Filangieri) torna a Lignano Sabbiadoro per la morte del padre con il quale non ha mai avuto ottimi rapporti e che non vedeva da anni. Curiosando tra le sue cose scopre del furto, fatto da suo padre insieme ad un amico quando erano ancora bambini, della penna dello scrittore Ernest Hemingway, in visita a Lignano nel 1954. Decide allora, aiutato da uno strano oste (Sergio Rubini) di andare alla ricerca dell’amico del padre che vive ancora lì e della fantomatica penna…
Alternando scene del presente ad intense immagini degli anni ’50, Renzo Carbonera, lignanese di nascita, rende omaggio alla sua città e a quella visita, realmente avvenuta, che l’ha reso famosa. Approfittando di una Lignano fredda e quasi deserta, così diversa da quella estiva invasa dai turisti, Carbonera dirige con maestria un cast straordinario creando, in poco più di un quarto d’ora, un noir intrigante e ricco di suspence che regala allo spettatore un perfetto colpo di scena finale.
Le domande al regista
‘La penna di Hemingway’ è tratto dall’omonimo racconto dello scrittore e giornalista Pietro Spirito, che ha collaborato anche alla sceneggiatura, e si ispira alla storica visita che il 15 aprile del 1954 Ernest Hemingway fece a Lignano. Come sei arrivato a questa storia?
Con Pietro, che oltre a essere scrittore e giornalista è anche appassionato subacqueo, ho avuto modo di collaborare per un mio documentario su un relitto austro-ungarico sommerso nell’alto Adriatico. Dopo aver letto il suo racconto, assieme a Chiara Omero che organizza il più importante festival di corti in Friuli Venezia Giulia, abbiamo pensato di adattarlo per un corto. Io tra l’altro sono nato a Lignano Sabbiadoro, e ci ho vissuto fino all’università. Ho colto così l’occasione per girare per la prima volta nel mio luogo d’origine.
Il corto ha un cast d’eccezione da Sergio Rubini a Christiane Filangieri, Francesco Barilli e Cosimo Cinieri: Com’è stato lavorare con loro? Hai qualche aneddoto da raccontare?
Innanzitutto devo dire che sono tutti dei grandissimi professionisti. Disponibili, sempre pronti a dare un consiglio. Poi la dimensione isolata della Lignano invernale ha aiutato molto nel creare uno spirito di gruppo. Dovete immaginarvi che siamo rimasti 4-5 giorni in questo luogo che d’estate vede ogni giorno più di 150.000 persone e migliaia di bar, pizzerie, ristoranti, hotel, discoteche.
Ma ci siamo andati d’inverno, con 5.000 abitanti scarsi, l’unico hotel aperto era quello in cui abbiamo messo troupe e cast, e poi la sera tutti al bar di un vecchio amico. E per fortuna che fa i migliori cocktail di Lignano… se ne sono accorti tutti!
Come aneddoto posso raccontarvi che Sergio Rubini da bambino veniva a Lignano in vacanza, proprio lui che è pugliese. Questo perchè all’epoca suo padre era ferroviere e all’interno delle colonie estive di Lignano c’era uno spazio per i dipendenti delle ferrovie dello stato. Era molto curioso di rivedere quei luoghi dopo tanti anni.
Il corto ha esordito alla 68^ Mostra Internazionale d’arte Cinematografica di Venezia e ha anche girato tutto il mondo in festival di altissimo livello. Come sono state queste esperienze? Sei soddisfatto del riscontro di critica e di pubblico?
L’esperienza di Venezia, ma anche di tutti gli altri festival in Italia e in giro per il mondo (due su tutti: il Raindance di Londra e l’Osians di New Delhi) è stata esaltante. Sia per me, che per la troupe e la produzione credo sia stata una grossa soddisfazione. A ruota è poi arrivata la distribuzione televisiva con Universal, mentre stiamo definendo un accordo internazionale con un grosso distributore americano per la sala e ulteriori festival. Insomma, sono particolarmente contento del fatto che la coda, dopo Venezia, sia così lunga per questo…corto.
‘La penna di Hemingway’ è stato girato con una tecnologia innovativa, utilizzata da Sodenberg nel suo dittico su Che Guevara e da David Fincher nel film ‘Social Network’. Vuoi parlarcene?
Abbiamo girato il corto con l’ultimo modello RED, un anno prima che questo modello uscisse sul mercato e fosse disponibile in Italia. Questo perchè ci siamo appoggiati all’unico RED Tutor che c’è in Italia, cioè una delle 12 persone in tutto il mondo che hanno ricevuto dalla RED stessa il patentino e l’appalto per pubblicare dei tutorial online, collaborando con la casa madre direttamente sul suo sito.
Personalmente, sebbene la pellicola per me abbia sempre un fascino particolare, credo che dal punto di vista qualitativo la distanza sia ormai davvero minima. Però è il modo di lavorare che cambia. Il digitale può essere utile perchè, soprattutto in tempi di crisi può costare meno, certo se non lo si usa correttamente poi per salvare la qualità questo vantaggio economico può facilmente andare perso.
So che, dopo numerosi documentari che sono stati distribuiti in tutto il mondo e questo cortometraggio, sei ora al lavoro sul tuo primo lungometraggio. Vuoi raccontarci qualche dettaglio?
In questo momento sto ultimando la terza revisione della sceneggiatura. Il progetto è stato selezionato da due programmi di formazione e sviluppo MEDIA dell’Unione Europea, a questo proposito. Posso dire che è un progetto molto ambizioso, un motivo in più per cui si scontra con il momento attuale molto difficile. Per questo sto cercando di coinvolgere un produttore italiano affermato e sto lavorando a una co-produzione internazionale con Ungheria e Germania, sfruttando anche la mia doppia nazionalità (italiana e tedesca). Spero di poter dare presto novità più concrete!