La solita commedia – Inferno: tornano Biggio & Mandelli

Dal 19 Marzo tornano al cinema, dopo il passaggio discusso al Festival di Sanremo, i soliti idioti Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio in una versione 2.0 dei due film precedenti che li hanno visti, tra alti e bassi, entrare nel grande schermo nostrano tra fans seguaci e critica spietata. Diretto dagli stessi Biggio e Mandelli insieme a Martino Ferro arriva in 400 copie La solita commedia – Inferno.

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Trama

L’inferno si trova nel caos da quando sono giunti una schiera di nuovi peccatori che spingono quindi Lucifero a chiedere a Dio un’archiviazione dei nuovi peccati per riorganizzare i gironi dell’inferno stesso. Verrà inviato Dante Alighieri (Francesco Mandelli; Colpi di fortuna, Paddington) che, con l’aiuto del buon Virgilio (Fabrizio Biggio; Pazze di me, Third Person), cercherà di elencare tutti i nuovi peccati per conto di Dio.

Trailer del film ‘La solita commedia – Inferno’:

A passo felpato

Non ci si aspettava proprio nulla da La solita commedia – Inferno, il nuovo film di Biggio e Mandelli. Dopo la lunga parentesi de I soliti Idioti ancora viva dietro ai loro sguardi e alle loro battute (4 stagioni su Mtv, 2 film per il grande schermo, 1 spettacolo e 1 libro), dopo la parentesi sanremese e (pare) aver rinunciato ad un terzo film dei loro personaggi più famosi hanno deciso, con la Wildside, di tentare il tutto per tutto con quello che pare presentarsi come il primo capitolo di una nuova trilogia cinematografica.

Sin dal titolo ci si accorge la “presa in giro” nel parlare di una ‘solita commedia’ che richiami sia i loro precedenti quanto ironizzi sulla qualità del prodotto che, inaspettatamente, si presenta proprio come un’alternativa al classico cui siamo abituati. Riproponendo e omaggiando direttamente i capostipiti della commedia di personaggi grotteschi ed estremizzati quali I mostri di Dino Risi e I nuovi mostri di Risi, Monicelli e Scola, Biggio e Mandelli espandono i tic rappresentati in passato da Ruggero e Gianluca con i vizi e i peccati odierni, dividendoli in gironi dell’inferno e inserendo il personaggio iconico (e qui funzionale) di Dante come chiave di lettura esterna per esaltare le già estremizzate situazioni rappresentate che citano, anche inavvertitamente, un cinema ora grottesco, ora action, ora orrorifico, ora splatter, da Terminator a Trainspotting.

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Il duo comico funzionale nella molteplicità di corpi e maschere che indossano, la cornice grottesca è ben diretta e coreografata e il comparto di attori che si portano dietro funziona bene, dal solito compagno Gianmarco Tognazzi sino ad una nota spenta come Tea Falco (ricordiamo, ahimé, che ha esordito con Bertolucci in Io e te nel 2012) che, per quanto interpreti un Gesù femmineo sembra fuori luogo rispetto al resto.

Non c’è giudizio dentro La solita commedia – Inferno, si riflette ora della dipendenza da selfie, ora dell’arma a doppio taglio donata dalla tecnologie, fino ai problemi di condominio, le file alla spesa, i furbetti che abusano del potere e ancora la lotta per il caffè al bar alle otto del mattino.

Il problema del duo è forse l’eccessiva caricatura di alcuni caratteri, un terzo atto un po’ spento con cliffhanger finale per il proporsi di un secondo capitolo (arriverà? Solo il box office decreterà ciò) e soprattutto un’idea interessante che però propone ciò che è già stato detto da decine di film molto più intelligenti e stratificati in passato, con l’unica lode di farlo accorpando tutto in un’unica, veloce, pellicola che salva quindi il duo dopo il degrado totale del secondo capitolo cinematografico de I Soliti Idioti.

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Dunque è godibile, il loro nuovo film con in coda il singolo proposto appunto a Sanremo (Vita d’Inferno), che richiama molto il duo Cochi e Renato, e per quanto chi vi parla non è (e non è mai stato) per nulla un loro sostenitore e per quanto la dialettica volgare è speso la presa più forte (?) della loro ironia, alcuni punti forti sono visibili ed evidenti e quindi si ci ritrova curiosi, a fine pellicola, nel pensare a come questo percorso potrebbe proseguire nel Purgatorio e se avranno altre carte da giocare o si saranno bruciati tutto qua, nel giro dei 95 minuti di pellicola.

Clip dal film

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