Nuovo appuntamento con i partecipanti al contest GURU MUSIC. Il regista di oggi, Giacomo La Monaca, si presenta con Mike, cortometraggio in lingua inglese girato nel 2010 alla fine del Master in Regia di due anni tenuto alla London Film School.
Mike
Giacomo La Monaca ha un’esperienza davvero internazionale. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia indirizzo Cinema vince una borsa di Studio per andare a lavorare all’estero. Nel 2007 fa domanda per il Master in Regia tenuto alla London Film School e viene selezionato per il corso full time di due anni, durante il quale lavora all’interno di diverse produzioni che vanno da videoclip, pubblicità, documentari e cortometraggi. A conclusione del Master gira Mike.
Lavora tutt’ora come consulente e ricercatore nella produzione del film Documentario Life in a Day prodotto da Ridley Scott a diretto dal Premio Oscar Kevin MacDonald.
Il cortometraggio, che ha l’unico svantaggio (ma solo per noi italiani) di essere in lingua inglese, racconta una storia di amicizia tra una ragazza, che per guadagnarsi da vivere lavora come statua umana nel South-Bank di Londra, e un bimbo che la incontra casualmente. Ottimo il lavoro di regia e fotografia del film e davvero molto bravi gli attori tra i quali spicca il piccolo Thomas Patten che interpreta il protagonista Mike.
E ora le domande al regista
Giacomo, come è nata l’idea del corto?
Avevo ottento i diritti su una storia scritta dall’ autore americano Colin C. Conway che ho poi passato ai due miei colleghi sceneggiatori Henry Baker e Prodromos Papadopoulos. Abbiamo insieme riconosciuto che sarebbe stato molto difficile radunare tutti gli elementi della storia in un corto di 12 minuti e per questo abbiamo cominciato ad attuare modifiche che alla fine ci han fatto approdare ad una storia del tutto diversa dall’originale.
Esperienza molto utile che ha rafforzato in me la convinzione che non ci si debba mai affezionare troppo a delle idee precostituite e lasciare che il processo di collaborazione evidenzi quali siano i punti di forza di una storia e quali altri vadano scartati o modificati. L’idea base che abbiamo cercato di mantenere lungo questo tragitto era di raccontare la storia della nascita graduale di un amicizia tra due personaggi di età differenti.
Quali sono state le difficoltà che hai avuto durante la lavorazione?
Dirigere ragazzini non è mai facile, sopratutto quando, per cause economiche e/o logistiche, non si è in grado di girare il film in maniera cronologica. Alcune volte ciò li confonde, non sanno più bene dove collocare il personaggio in termini di emozioni e motivazioni. Mi spiego: Thomas Patten, l’attore che interpreta Mike, è veramente un talento, bravissimo nel capire il sottotesto di ogni linea di dialogo e molto abile nel raggiungere il giusto tono emotivo in ogni scena. Un attore da “buona la prima!” per intenderci.
Tuttavia gli risultava difficile collocare le singole scene all’interno di un disegno generale. A causa di ciò, ho incontrato alcune difficoltà per far sì che il personaggio mantenesse una certa continuità e consistenza attraverso il susseguirsi delle scene; fattore decisivo quando si cerca di descrivere un movimento di avvicinamento graduale tra due persone attraverso l’uso di emozioni piuttosto che di azioni.
Questa è stata forse la mia principale difficoltà durante le riprese e anche ciò che ha arricchito il mio bagaglio d’esperienza. A questo sono da aggiungere le difficoltà logistiche dettate dalla mancanza di soldi, ma quelle sai che si presenteranno comunque e cerchi di porre rimedio in pre-produzione.
E dopo?
Eh, adesso il problema è trovare soldi per girarne subito un altro. Mi stò attrezzando.
Quali sono i riconoscimenti più importanti che hai ricevuto?
Mike è stato completato in Aprile del 2010 e tutt’ora è stato inviato a diversi Festival, attendiamo risposta. Per il momento è stato selezionato dal Programma di La7 “La 25ma Ora – Il Cinema Espanso” e messo in onda durante la trasmissione.
Una curiosità
Un evento curioso e divertente è stato girare la scena sul river bank, la spiaggetta dove contano i soldi fatti durante la gironata. Durante quel periodo dell’anno le maree del Tamigi mutano molto velocemente e in maniera alquanto imprevedibile. Quella scena è stata provata solo una volta e abbiamo dovuto girarla veramente di fretta, cambiando spesso angolo di ripresa in modo da non far annegare parte della troupe. Un vero spasso, ma sopratutto sono fiero del risultato.
Anche a Giacomo, come a tutti gli altri registi emergenti faccio un grande in bocca al lupo per il suo futuro da regista.