Il misterioso suicidio del re della voce, Alighiero Noschese, diventa spunto per l’esordio registico di Augusto Zucchi. Da oggi al cinema La voce con Rocco Papaleo, Augusto Zucchi e Antonia Liskova.
La voce
A cinque anni dall’inizio riprese e dopo due anni dall’esser stata completata, questo week-end esce nelle nostre sale La voce, l’opera prima di Augusto Zucchi, artista già noto in Italia per il suo ricco percorso tra teatro, cinema e tv. Il perchè di questo ritardo distributivo però ci sfugge.
Siamo in Italia, in quell’Italia della cattiva politica, del “do ut des” come sistema preferenziale per una sicura carriera lavorativa. Dove l’immoralità si fonde con il decoro ed è difficile scorgere il confine tra ciò che è legale e ciò che non lo è. Il protagonista della pellicola è Rocco Papaleo, nei panni di Gianni, un imitatore incredibilmente bravo nel suo lavoro. Riesce a “rubare” la voce di qualsiasi persona solamente ascoltandola per pochi secondi.
Nella sua vita privata è una persona molto chiusa e riservata ma quando si esibisce riesce a diventare un altro, proprio come se oltre ad impossessarsi della voce altrui si prendesse anche la loro personalità. Ma questa sua dote viene subito notata da alcune persone molto potenti che vorrebbero giostrare per subdoli fini la dote di Gianni. E così in cambio della partecipazione a programmi tv, gli verrà chiesto di imitare, al telefono, la voce di personalità di spicco per cospirare e tessere losche trame. Entrerà così, suo malgrado, in un lungo e pericoloso tunnel da cui l’unico modo per uscirne sarà un grande sacrificio.
La storia si ispira alla misteriosa scomparsa dell’imitatore Alighiero Noschese che la mattina del 3 dicembre del 1979 si tolse la vita, sparandosi un colpo alla tempia mentre era ricoverato in un ospedale privato romano, ufficialmente a causa di una forte depressione. Ma è uno di quei gialli con mille domande ancora insolute.
Thriller a tinte noir
Ci troviamo di fronte ad un genere poco utilizzato nel nostro paese, un thriller a tinte noir. Encomiabile quindi la scelta di puntare su qualcosa di diverso. Ma nonostante questa buona premessa ed una storia che ha dell’intrigante, ciò che emerge più degli altri aspetti è la pochezza qualitativa e artistica dell’intero progetto. Causa di tutto ciò potrebbe essere, presumibilmente, un basso budget a disposizione.
La voce è stato girato anche grazie al contributo della Calabria Film Commission, essendo molto del girato in quel di Reggio Calabria. Tornando invece ai dettagli più tecnici, le capacità attoriali di parte del cast sono insufficienti e alcune scene spesso peccano di credibilità per quanto girate in maniera quasi meccanica. Fosse stato un film per la televisione, e magari pure quella generalista, si avrebbe avuto poco da obiettare. Ma qui parliamo di un prodotto pensato per il grande schermo, dove ci si aspetta qualcosa in più di una fiction.
Buona invece l’interpretazione di Papaleo, abile nell’incarnare le espressioni quasi inquietanti di una persona alla continua ricerca di una sua identità. Il risultato finale di tutto il film sembra un classico “vorrei ma non posso”.
“Ho cercato di raccontare una storia dove la vicenda legata all’azione, al thriller, al noir, lasciasse comunque spazio all’approfondimento psicologico, anzi psichico del personaggio” ci racconta il regista Zucchi a proposito del suo film La voce “L’imitazione delle voci attraverso l’uso del telefono, in un momento in cui sulle intercettazioni telefoniche si basa gran parte delle indagini e gran parte dell’interesse e della curiosità mediatica, mi pare di una certa attualità, così come mi pare di forte contemporaneità la tragedia esistenziale di un imitatore che diventando “gli altri”, non riesce più a ritrovare “se stesso”.
Molte incriminazioni e molti processi si basano oggi sulle intercettazioni telefoniche, sulla provenienza della telefonata e sullo spettro sonoro della voce. La provenienza del cellulare può essere deviata attraverso sofisticate apparecchiature e la voce imitata. Un abilissimo imitatore potrebbe ingannare i riscontri fonologici?”
La voce è stato anche presentato nella serata finale del Courmayeur noir in festival 2013. Ed è il primo titolo distribuito dalla nuova struttura cinematografica, la Distribuzione Straordinaria.