Patria di Felice Farina. L’Italia divisa tra documentario e fiction

Dall’omonimo libro Di Enrico Deaglio, Patria di Felice Farina è un deludente tentativo di mostrare gli accadimenti dell’Italia degli ultimi trent’anni.

PATRIA film

Patria

Patria

di Sara Sonia Acquaviva @Percorsi Up Arte

Torino 2010, la fabbrica in cui lavora Salvatore Brogna (Francesco Pannofino) sta per chiudere e licenzia tutti i suoi operai. Preso dal panico e da un disperato bisogno di essere ascoltato, Salvo, operaio berlusconiano e superficiale, decide di arrampicarsi su una torretta dello stabilimento e minaccia il suicidio. Giorgio (Roberto Citran), rappresentante sindacale, di fede politica opposta, tenta di dissuaderlo e convincerlo a scendere.

Mentre i due iniziano una concitata discussione che va dalla contingente situazione in fabbrica agli accadimenti politici italiani degli ultimi trent’anni, li raggiunge Luca (Carlo Giuseppe Gabardini), ipovedente e autistico, assunto come custode grazie ai contratti per le categorie protette. Nell’arco di una notte, abbandonati da tutti (colleghi, autorità, dirigenti) nella speranzosa attesa dell’arrivo di qualche giornalista, tentano di ripercorrere la storia del Paese tra anni di occasioni sprecate, di speranze tradite, di crimini, di stragi, di ribaltoni e giochi di potere…

Un esperimento poco riuscito

Non un documentario, non una fiction, eppure Patria, il film di Farina più che una nuova forma di cinema sembra un esperimento mal riuscito, sebbene venga raggiunto l’intento confessato dal regista durante la conferenza stampa per l’anteprima alla Casa del Cinema di Roma; “con questo film non volevamo spiegare niente, ma semplicemente “trasmettere un’atmosfera”, l’atmosfera che viviamo e sentiamo attualmente nel nostro Paese”.

Purtroppo però, a parte l’atmosfera, sono numerosi gli elementi del film che allontanano e sfiancano lo spettatore, a partire dal confronto estetico e fotografico tra i materiali di archivio e la storia “d’invenzione”, si percepisce una forte difficoltà nel rendere autentici i personaggi costruiti dalla sceneggiatura. I dialoghi risultano piatti, banali e troppo spesso, didascalici.

Un insipido contorno per un prodotto che vorrebbe tradire la forma del documentario, ma che non riesce a diventare neanche altro. La musica di Patria è un sottofondo costante, a tratti eccessiva nei volumi, che non lascia mai spazio allo spettatore, ossessionandolo fino alla fine del film.

patria pannofino

Francesco Pannofino durante la conferenza stampa di Patria

Una nota positiva va al montaggio di Esmeralda Calabria, che ricorda un po’ il famoso programma televisivo Blob ma che riesce, in questo modo, a dare un senso all’incedere della storia, almeno per chi sa cosa sta guardando.

Patria si rivela dunque l’ennesimo film italiano che tocca troppo superficialmente una parte fondamentale della nostra storia e che non riesce a varcare né i confini nazionali né quelli generazionali, lasciando gli spettatori più giovani confusi di fronte materiali d’archivio spesso incomprensibili per chi non ha vissuto quegli anni.

La conferenza stampa del film

Di seguito il video della conferenza stampa tenuta in occasione della presentazione del film Patria

 

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