“Matrimonio a Parigi”: Questa è una commedia di evasione

Arduo compito quello di provare a fare una recensione di una pellicola come questa senza offendere gli amanti del genere…ma dato che ci piacciono le sfide, ci proveremo!

Ecco la recensione di “Matrimonio a Parigi”

di Damiano Russo

locandina di Matrimonio a Parigi

Questo ennesimo cinepanettone made in Medusa, guidato dal capocomico Boldi, prevede la formula vincente della commedie corali: ben undici attori che si alternano sulla scena.

Nucleo centrale della storia sono anche qui due coppie sposate; nord e sud che si scontrano ma, stavolta, si prova ad invertire gli stereotipi: sarà la coppia di Napoli (Izzo-Barbera) a rappresentare gli “onesti” (lui addirittura ufficiale della Guardia di Finanza), mentre la coppia del nord (il milanese Boldi e la naturalizzata milanese Minaccioni) incarnerà la parte degli “evasori”.

Un bel giorno le due coppie (con annesso Ceccherini, socio di Boldi) si incontrano per caso su di un treno diretto a Parigi, ignare di andare nella capitale francese per lo stesso motivo: la consegna dei diplomi dei rispettivi figli presso l’Institut de Art et design de Paris.

Il disonesto imprenditore del nord, convinto di aver incontrato il solito napoletano simpatico e mariuolo, gli spiattella compiaciuto tutti i trucchetti che adopera per evadere il fisco con la sua “TeleLecco Sat”.

Da qui l’inizio della fine, con l’imprenditore che farà di tutto prima per scappare, poi per ingraziarsi l’integerrimo finanziere napoletano, fino all’epilogo nel quale dovrà scegliere tra l’amore ed i soldi…già perché a Parigi la figlia del militare si innamora del figlio del disonesto.

A contornare questa trama già di per sé fin troppo ricca di “spunti” e personaggi, c’è l’altro figlio del finanziere (Scilla) che si innamora di una modella-ballerina di burlesque, una coppia di tassisti romani burini (Salvi-De Nardis) che cerca ossessivamente di avere un figlio ed uno stilista (Siffredi, per la prima volta vestito) che, sfumata la liaison con la moglie dell’imprenditore, si aprirà a nuove esperienze…

Il Trailer del Film

Un film meno volgare del solito

Alla pellicola va riconosciuto il merito di risultare meno volgare delle altre del suo genere, preferendo la comicità di situazione ed i giochi di parole alle facili scurrilità tipiche di tali lungometraggi: vero punto di forza rimane una Barbera che sfrutta magistralmente le storpiature linguistiche che l’hanno portata al successo.
Il film esce in 500 copie venerdì 21 ottobre, giocando d’anticipo sulla concorrenza.

Gli alti costi del film

Nonostante gli evidenti greenscreen che cercano di far assomigliare il Lungotevere alle strade di Parigi ed un tempo di riprese inferiore alle 8 settimane, il film ha avuto un costo di quasi 5 milioni di euro (come confermano a mezza bocca i produttori).

In conferenza stampa i vertici Medusa si affrettano a specificare però che, con i soldi ricavati da tali prodotti, hanno avuto la possibilità di produrre film come l’ultimo di Sorrentino.
Alla domanda se tornerà ancora in televisione a fare fiction comiche, Boldi risponde che ormai in TV “l’intrattenimento è stato sostituito dalla politica”, privandolo di fatto di molti spazi.

La vera ironia sta nel notare che nel nostro Paese la politica ha contaminato tutto, ed anche questa pellicola ne risente…

Il rischio della storia è infatti quello di far risultare simpatica (o quanto meno umana) la figura dell’evasore che ormai riempie la nostra cronaca attuale, ma altro non ci si poteva aspettare da una commedia di “evasione”…o forse, dopo neologismi come “cine-panettone” e “cine-cocomero”, dato il periodo dobbiamo ormai iniziare a parlare di “cine-castagne”..

L’autore della recensione

Damiano Russo, attore barese scoperto da Sergio Rubini (Tutto l’amore che c’è) che alterna cinema e televisione. Unendo la quindicennale esperienza di set alle conoscenze di “scienziato della comunicazione”, collaborerà con gli amici di Cinemio dando il suo personale punto di vista su alcune pellicole.

2 Comments

  1. giusy

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