Registi emergenti: Il piccolo calciatore di Roberto Urbani – Seconda parte

Continuiamo l’intervista al regista Roberto Urbani, autore del documentario Il piccolo calciatore. Dopo aver parlato della genesi del corto, oggi ci racconta della lavorazione, del tema molto delicato e dei progetti futuri.

Le domande al regista Roberto Urbani

Come hai interagito con i protagonisti, soprattutto con il piccolo Samuel?

Samuel jr ha messo a disposizione del racconto la sua storia e la sua vita. Per poterlo conoscere l’ho seguito durante tutti gli allenamenti e tutte le partite. Ci ha fatto conoscere la sua passione, il calcio, e ci ha aperto le porte della sua casa, facendoci conoscere i suoi fratellini e i suoi genitori. Franca e Samuel, mamma e papà del piccolo Samu, hanno capito da subito l’importanza del progetto e, combattendo la timidezza, si sono aperti a noi raccontandoci la loro storia personale e facendoci gustare i loro pranzi afro-italiani!

Il piccolo calciatore poi ci ha permesso di conoscere e in alcuni casi ritrovare piccoli e grandi allenatori (anche alcuni dei miei allenatori), piccoli e grandi dirigenti, cittadini stranieri di Verona, ognuno con qualcosa da dire, ognuno sensibile al tema e pronto a mettersi in gioco per denunciare e approfondire. Poi c’è stata una giornata intensa trascorsa con una ventina di ragazzi: non è mai facile avere a che fare con tanti ragazzini (anche se è sempre entusiasmante e gratificante!), ma in quei casi puoi contare su una fedele alleata, l’adrenalina. Inoltre avevamo un altro alleato, il pallone: ai ragazzi non ho chiesto di fare chissà quali cose strane, ho chiesto loro di dare vita a una partita a pallone interminabile, infinita. E per loro era la gioia più grande!

Alla partita hanno preso parte anche altri quattro piccoli calciatori e giovani attori: Valerio Ardovino, Valerio Felici, Giacomo Nasta e Tichissi Abdelssamad. Tutti bravissimi (Giacomino era già stato con me sul cortometraggio Tramonto), hanno idealmente raccolto il testimone di Samuel jr e, scavalcando il cancello, hanno realizzato il suo sogno di poter giocare a pallone in un grande campo da calcio.

il piccolo calciatore cast

I protagonisti del documentario Il piccolo calciatore

Come tu stesso hai fatto notare ne Il piccolo calciatore episodi di razzismo e intolleranza nel mondo del calcio si sono verificati sin dagli anni Novanta. Secondo te perché?

Era impossibile elencare o rappresentare ne Il piccolo calciatore tutti gli episodi di razzismo che si sono verificati nella storia del nostro calcio. Ho voluto sceglierne alcuni tra i più significativi e ho voluto iniziare, cronologicamente, da un episodio importante accaduto nel 1996: alcuni tifosi dell’Hellas Verona impiccarono un manichino nero in curva. Erano contrari all’acquisto da parte della società di un giocatore di colore (l’olandese Maickel Ferrier) e non avevano fatto nulla per nascondere la loro ostilità, anzi. Risultato? Ferrier scappò da Verona trovando un’altra squadra e la città di Verona ancora oggi è considerata da tutti come una delle più razziste d’Italia.

Certamente episodi di razzismo nel calcio, a Verona come in altre società, si sono verificati prima di quell’anno. Il calcio vive di riflesso ciò che accade nella società e il razzismo non è stato certo inventato dal calcio. Ma inevitabilmente, quando anche il mondo del calcio – al solito mosso da interessi economici – si è aperto alla modernità, consentendo l’acquisto di un maggior numero di giocatori stranieri, gli episodi sono potenzialmente aumentati. Più stranieri uguale più bersagli.

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Una scena del documentario Il piccolo calciatore

Secondo te il razzismo è indice di paura o di chiusura mentale?

Entrambe le cose, ma la tematica non si esaurisce qui. La paura e la chiusura mentale vanno combattute. Ma non basta. Il mondo non va poi lasciato allo sbando aspettando di vedere cosa succederà. Istituzioni e popoli devono trovare dei percorsi comuni.

Il razzismo e la discriminazione non possono essere affrontati a colpi di slogan banali e approssimativi. Questa è una di quelle tematiche, serissime e profondissime, che porta con sé secoli di battaglie e diritti, drammi e vittorie. Chiunque la affronti, non deve dimenticare che queste parole portano con loro il peso importantissimo della storia e la responsabilità delicatissima di determinare il futuro.

Il finale de Il piccolo calciatore sembra affidare ai bambini il futuro del mondo, è questo il segnale che hai voluto lanciare?

Dobbiamo ripartire da loro. Il nostro futuro sono loro. Sono felice che Damiano Tommasi, Presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, e molti altri intervistati abbiano espresso quest’opinione, sostenendo così senza saperlo il tema del mio documentario.

Che piaccia o meno il mondo sta cambiando: il mondo e l’Italia hanno abbassato le loro vecchie mura e hanno lasciato entrare altri popoli. L’importante ora è evitare il disordine. Là dove ci sono confusione e disordine, l’odio razziale trova terra fertile per crescere e moltiplicarsi. E’ necessario invece fare qualcosa di concreto per gestire, nel tempo, l’integrazione, sostenendo lo sviluppo futuro e ricordando i valori del passato. Trovando un difficilissimo equilibrio.
E, soprattutto, è necessario ricordare che ogni nostra azione deve essere mossa da un profondo senso di umanità. Sempre.

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Il regista Roberto Urbani

E per concludere uno sguardo al futuro. Dove potremo vedere Il piccolo calciatore? E tu hai già un nuovo progetto nel cassetto?

Il piccolo calciatore vuole mostrarsi principalmente in rassegne ed eventi. Non semplici visioni, ma proiezioni seguite da dibattiti, perché non si parlerà mai abbastanza di questa tematica.
Per quanto riguarda me, continuo a lavorare come aiuto regia e come regista. Recentemente ho diretto uno spot sociale, intitolato La vita è uno spettacolo. STOP RACISM, sempre sulla tematica del razzismo, per Astoria Wines, realizzato da ZEN.movie e Terra Lontana. Una bellissima esperienza di cui vado molto orgoglioso.

Qui il video dello spot

Ringrazio Roberto Urbani per l’intervista e gli faccio un grande in bocca al lupo per il documentario ed il futuro della sua carriera.

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