Happy Family, la nuova pirandelliana commedia di Gabriele Salvatores

Gabriele Salvatores torna alla commedia con il suo nuovo film Happy Family, in uscita nelle nostre sale il prossimo 26 marzo, che ci racconta dell’incontro di due famiglie ma con l’intento di esorcizzare tutte le paure che i legami e le loro conseguenze possono portare.

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La storia

Pirandelliana la trama di questo film: uno sceneggiatore in crisi e con la paura dell’happy end si incontra/scontra con i suoi personaggi. Al centro della sua storia due famiglie costrette ad incrociarsi a causa della decisione azzardata dei due figli sedicenni di sposarsi.

Da una parte una famiglia borghese: Diego Abatantuono, papà hippie con nessuna voglia di crescere, Carla Signoris, mamma e moglie un pò insoddisfatta, entrambi alle prese con la figlia Marta (Alice Croci).

Dall’altra una famiglia allargata molto più benestante: Vincenzo (Fabrizio Bentivoglio), avvocato con un segreto da rivelare, sposato in seconde nozze con Anna (Margherita Buy), in preda ad una crisi amorosa, entrambi con figli avuti dai matrimoni precedenti, Caterina (Valeria Bilello) e Filippo (Gianmaria Biancuzzi). Insieme a loro vive anche la nonna un pò svampita (Corinna Agustoni) con la fissa della cucina.

Un banale incidente di bicicletta catapulta poi lo sceneggiatore nella sua stessa storia.

Il risultato

Il film è tratto dal romanzo di Alessandro Genovesi (premio Solinas 2008 per la sceneggiatura), messo in scena al Teatro dell’Elfo prima di essere trasformato in film: in effetti l’impressione che si ha è proprio quella di essere di fronte ad un’opera teatrale, con tanto di atti e sipario; persino le comparse, così numerose nei film, non raggiungono la decina.

Significativa l’immagine che segue e che nel film è espressa con un dolly che, partendo dall’alto, passa in rassegna tutti i personaggi del film.

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Belle le musiche di sottofondo, la maggior parte di Simon & Garfunkel, che danno al film un tocco anni ’60, ripreso anche dagli ambienti e dai costumi in cui spiccano, divertentissimi, Abatantuono (sballato figlio dei fiori) e Biancuzzi (ragazzo sedicenne che sembra essere uscito da un classico college inglese del secolo scorso).

E molto bravi anche i personaggi: innanzitutto Fabio De Luigi, efficace nella parte dell’omofobico sceneggiatore; ma anche la coppia Bentivoglio/Abatantuono, così diversi ma proprio per questo totalmente in sintonia.

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“Preferisco leggere o vedere un film piuttosto che vivere…nella vita non c’è una trama!” Con questa citazione di Groucho Marx, che il protagonista ha sulla sua scrivania, Salvatores vuole spiegarci il senso profondo del suo film: tutti i personaggi hanno paura di qualcosa, di vivere, di soffrire, di amare, degli altri. Ognuno di loro avrebbe diritto ad un pò di felicità, eppure sembra quasi che siano loro stessi a negarsela.

La famiglia di cui vuole parlarci non è quella tradizionale ma una più allargata che si estende a tutti noi, che facciamo quel meraviglioso viaggio che è la vita; e questo film, con la sua divertente leggerezza, ci dice proprio questo: non è difficile renderla più ‘happy’, basterebbe solo guardarla con un sorriso e aprirsi agli altri con disponibilità e tenerezza.

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