Esterno sera: i segreti oscuri di una famiglia “perbene”

Uscito giovedì 23 maggio “Esterno sera” per le tematiche affrontate è un film destinato a far parlare di sè:leggete la nostra recensione.

“Ogni famiglia infelice, è infelice a modo suo”

 

 

 

 

 

 

 

 

La famiglia di Alba è apparentemente felice: papà ottico, lavoratore e amante della famiglia e della vita tranquilla, moglie ottima cuoca e brava donna di casa,tre figli. Ma l’equilibrio è rotto dalla figlia maggiore, Alba, venticinque anni, ragazza inquieta che ama vivere troppo pericolosamente, pervasa da un male interiore all’apparenza inspiegabile.

Il film, non a caso intitolato “Esterno sera” che nel gergo cinematografico indica scene al buio in esterni, prevede molte scene pericolose che vedono la ragazza guidare o correre bendata sulla statale per scommessa, cosa che le porta molti soldi ma che le fa rischiare la vita  per l’oscuro desiderio di farsi del male e di farne a quella sua famiglia che sembra non aver commesso nulla verso di lei.

Una tragedia shakespeariana dei nostri giorni

Il fulcro della vicenda è la storia che nasce tra Fabrizio, il cugino di Milano scomparso da dieci anni e Alba.Fabrizio, giovane chiuso e introverso sembra nascondere un segreto che però non riesce a esprimere compiutamente quasi sappia scientemente di andare verso una tragedia che non si può evitare. Il peccato commesso dalla madre di Alba e da Antonio, zio della ragazza ( cameo di Ricky Tognazzi) è un’onta che solo la morte può lavare. La storia pur moderna, con un’occhio a “Gioventù bruciata” ( la citazione è evidente nelle scommesse notturne con le automobili) si rifa’ interamente alle tragedie greche e shakespeariane ( la presenza dei “cori” costituiti dagli amici della ragazza e la scena conclusiva molto teatrale sono un evidente esempio).

Il “senso” del film

 

 

 

 

 

Le tematiche del film non sono nuove.Il tabù dell’incesto ( Alba e Fabrizio, sono fratelli) ad esempio è tipico della mitologia e della tragedia classica ( Si pensi ad “Edipo Re”) ad essa si aggiunge l’inquietudine giovanile e il gap tra generazioni ( espresso bene sia nel cinema anni Cinquanta, vedasi l’icona James Dean che nel teatro inglese di Osborne con “Ricorda con rabbia”). Altresì è proprio la incomunicabilità familiare quella che fa da filo rosso alla storia, un’apparente perfezione che nasconde invece troppe storture e che conduce a un tunnel buio ( di qui la scelta della regista di girare in esterno preferibilmente di sera o di notte).

Punti di forza e punti di debolezza del film

 

 

Buone le interpretazioni di Valentina ed Emilio Vacca  ( fratelli anche nella vita)nel ruolo dei cugini-fratelli e quella di Salvatore Cantalupo, un padre silenzioso e sofferente.Ottima anche la risoluzione video e i vari stacchi tra una scena e l’altra che denotano un buon mestiere da parte della regista sia pur debuttante. Qualche sbavatura nella storia che presenta molti punti irrisolti e dei coups de théâtre  forse un po’ eccessivi ( vedasi il pranzo rivelatore della vera natura del legame parentale tra Fabrizio ed Alba. Vincitore del premio Solinas nel 2009 come migliore sceneggiatura. Consigliato.

 

 

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