Registi emergenti: ‘Due giorni d’estate’ di Luca Dal canto

Ritroviamo oggi un regista già ospite di cinemio, Luca Dal Canto che ci presenta il suo nuovo cortometraggio, dedicato ancora una volta alla sua Livorno e agli artisti cui ha dato i natali: Due giorni d’estate.

La locandina di Enrica Mannari

Due giorni d’estate

Come tutti i ragazzi della sua età, Andrea vorrebbe che la sua estate fosse indimenticabile. Un incontro inaspettato nel casolare di famiglia gli farà vivere un’avventura che difficilmente dimenticherà.

Ancora una volta Luca Dal Canto confeziona un cortometraggio ben fatto e ben diretto con una storia intrigante legata alla sua città, Livorno e ad uno degli artisti cui ha dato i natali: Amedeo Modigliani. Ritroviamo come protagonista il giovane e promettente Lorenzo Aloi, la cui interpretazione contribuisce all’ottima resa del corto. Molto bella la fotografia, questa volta valorizzata dalle luminose e calde campagne toscane. Una nuova interessante prova di questo giovane e promettente regista che vorremmo vedere cimentarsi in qualcosa di più importante.

L’intervista al regista

Dopo Il cappotto di lana, un nuovo cortometraggio incentrato sulla tua città di Livorno. Come mai? Ti senti più a tuo agio a lavorare ‘a casa’?

Livorno è la mia città, la amo nel vero senso della parola, nonostante i suoi tanti difetti e la grave crisi culturale che sta vivendo. Ho voluto semplicemente raccontare un’altra volta una storia che traesse liberamente spunto da uno dei suoi tanti illustri concittadini dimenticati: Amedeo Modigliani. Ma questa volta quella di Due giorni d’estate è una Livorno atipica. Non c’è il mare, non c’è la città vera e propria… Si sente in lontananza la sua presenza, ma il tutto è ambientato nella soleggiata campagna toscana. Siamo nei dintorni di Livorno, ma potremmo essere ovunque.

il backstage del corto

Ci racconti la genesi del corto? Nell’ultima intervista ci avevi raccontato che stavi lavorando ad un progetto fotografico su Modigliani…

E’ vero. Il progetto fotografico su Modigliani è ancora in corso. In pratica è terminato e a breve verrà presentato ed esposto. Nel frattempo ho ideato questo cortometraggio con una storia, più reale rispetto a Il cappotto di lana, che racconta l’evoluzione e la maturazione di due personaggi, uno maschile e uno femminile. In realtà la genesi è stata molto complicata, poiché a una settimana dall’inizio delle riprese ci è stato comunicato che non potevamo fare affidamento sull’appoggio economico di un ente regionale. Speravamo che i successi de Il cappotto di lana fungessero da volano per ottenere un aiuto più sostanzioso e, invece, ci siamo sbagliati. Nonostante ciò ci siamo però buttati a capofitto nella lavorazione e abbiamo portato a termine il cortometraggio, praticamente a budget zero grazie alla collaborazione amichevole del cast e della “mini mini” troupe.

Il protagonista Lorenzo Aloi

Ancora una volta ritroviamo Anita Galvano alla sceneggiatura e Lorenzo Aloi come protagonista. Com’è andata questa volta? Ci sono degli aneddoti che ti va di raccontare?

Anita è stata fondamentale perché, viste le improvvise difficoltà produttive, si è sobbarcata tutta la parte organizzativa del cortometraggio, oltre a supervisionare magnificamente i dialoghi della sceneggiatura. Lorenzo è cresciuto e più che cresce più che mi meraviglia. Ha delle potenzialità cinematografiche e interpretative incredibili; secondo me può fare molta strada. Ha la fotogenia, la professionalità e la bravura dalla sua parte. Tutto ciò che serve a un attore.

I protagonisti del corto

Questa volta, protagonista del film sono le campagne di Livorno, valorizzate da una splendida fotografia. Conoscevi già quei posti? Come li hai scelti?

Ti devo dire la verità. Non amo molto la campagna, preferisco il mare, di cui Livorno è piena. Però mi ha sempre affascinato un raro paesaggio di campagna realizzato da Modigliani nei dintorni della città e quindi ho deciso di scriverci una storia. Purtroppo il luogo reale dove Modì dipinse la veduta è diventato oggi un quartiere residenziale e quindi la maggiore difficoltà è stata quella di trovare uno scorcio che ricordasse il dipinto. Dopo molti viaggi a vuoto nell’entroterra labronico ho deciso di fare dei sopralluoghi a volo d’uccello con Google Earth e, magicamente, ho individuato una stradina che poteva fare al caso nostro.

Quando l’ho vista dal vivo la prima volta ho pensato “è perfetta”, sembrava creata appositamente. A riguardo colgo l’occasione per ringraziare la Tenuta Bellavista-Insuese di Guasticce che ci ha permesso di realizzare le scene all’interno delle sue proprietà, dove la magica stradina si trova.

E per concludere uno sguardo al futuro. Cosa ti aspetta ora? Pronto per un lungometraggio?

Io sarei pronto… Il lungo è già scritto. Produttori?!! Io ci sono. Abbiate un po’ di coraggio a investire su un “giovane”!

Saluto Luca Dal Canto, facendogli un grande in bocca al lupo per la sua carriera.

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