Boris – Il film: dalla TV al cinema

Doppia recensione in anteprima di Boris – Il film, trasposizione cinematografica della serie di successo in onda su Sky. Stessi registi (Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo), stesso cast, a partire dai protagonisti più noti Francesco Pannofino, Valerio Aprea, Massimiliano Bruno, Carolina Crescentini e Caterina Guzzanti.

Boris – il film

Il film parte subito in quarta: su un grande prato corre sognante un giovane Joseph Ratzinger felice per la scoperta di un vaccino, una scena che non mette d’accordo il regista Renè Ferretti con il delegato di rete Diego Lopez e che dopo una litigata furibonda vede il regista lasciare il set e il lavoro che ama da una vita.

Dopo un periodo di depressione Renè ha però l’opportunità di rientrare in gioco alla grande abbandonando le fiction tv per un film al cinema tratto dal best seller “La casta” di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella e in cui lui si butta con una gran voglia di cambiare pagina.

Grande cast, grande produzione ma i tentativi di fare un film alla “Gomorra” svaniranno immediatamente e Ferretti si troverà a richiamare tutto il suo sgangherato cast della famosa fiction “Occhi del cuore”, riusciranno a produrre il loro più grande successo della carriera?

Il film non tradisce la serie

A cura di Daniele Meloni

Squadra che vince non si cambia e anche in questo caso è così: stesso cast della serie e stessi autori – registi, Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo e Boris passa da piccolo a grande schermo con grande facilità. Mantenendo intatta l’irriverenza e l’ umorismo intelligente della serie, il film racconta con quali difficoltà si possa arrivare alla realizzazione di un lungometraggio e pizzica le corde giuste di tutti i problemi che il mondo del cinema stà affrontando nel nostro paese.

Il film scorre bene, tranne la parte finale un pò tagliata, anche per ammissione dei registi che nel primo montaggio avevano portato oltre tre ore di girato, e può essere amato anche da chi la serie non la conosce affatto. Sempre eccezionale il cast a partire da uno straripante Francesco Pannofino (Renè) passando per Caterina Guzzanti, Pietro Sermonti, Carolina Crescentini sempre “Cagna maledetta”, Paolo “Biascica” Calabresi, Ninni Bruschetta e tanti altri.

Francesco Pannofino

Dialoghi meno volgari rispetto alla serie e ancora più taglienti prendono di mira tutto e tutti dalla “mamma” Tv di cui Renè dice “La tv è come la mafia, non se ne esce se non da morto” fino a far vedere un Antonio Catania in preda al panico per una retrocessione dalla tv al cinema, con tanto di maglione peloso e occhialetti alla Gramsci.

Tutto fila e Boris ne ha per tutti, politici, addetti ai lavori, produttori, cinema impegnato e cinepanettoni: con stile e intelligenza il pesce nella bolla li mette al tappeto tutti e non tradisce noi fan della prima ora. A fare il tifo per Boris sono intervenuti durante la conferenza stampa di Roma anche un gruppo di precari (nel video della conferenza stampa n.d.r) che ha preso la parola per annunciare la manifestazione di protesta per il 9 aprile. Tutti in piazza per liberarsi dalla precarietà è lo slogan della manifestazione.

La critica, dalla TV al grande schermo

A cura di Davide Cinfrignini

Dopo tre stagioni televisive di ottima qualità, Boris sbarca sul grande schermo con tutte le perplessità e l’attesa per questo rischioso passaggio, ottiene ancora una volta un eccellente risultato. Creato nel 2007 dalle geniali menti di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, Boris, pur venendo trasmesso solamente sui canali satellitari, ha saputo ottenere un riscontro di pubblico eccezionale e un apprezzamento trasversale da tutta la critica televisiva.

Sul grande schermo la satira è indirizzata al mondo cinematografico, che come lo era per quello televisivo, funge da specchio per mettere sotto accusa l’intera società italiana. Un paese precario in una grave crisi etica, conservatore fino al midollo, che tutela i privilegi e sopprime il merito.

Questa è l’Italia del futuro, un paese di musichette mentre fuori c’è la morte“, ci diceva Valerio Aprea in un fantastico monologo dell’ultima stagione della serie tv, ed è proprio questa la chiave di lettura anche del film: l’Italia di Boris è un paese che mostra l’effimero successo della mediocrità che si insinua anche nei personaggi, almeno inizialmente, moralmente retti, ma non volendone ottenere un edificante e buonista assoluzione ma una condanna assoluta e spietata.

Boris – il film oltre ad essere una ben poco accomodante commedia sui vizi e gli orrori della società italiana visti attraverso le storture del mondo cinematografico, è anche una pellicola che contiene una massiccia dose di umorismo e comicità intelligente dove troviamo battute e situazioni cult, personaggi esileranti e pungente autoironia.

La conferenza stampa

A cura di Pasquale Mesiano

La fotogallery

A cura di Pasquale Mesiano

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