Babbo Natale non viene da Nord

Arriva in sala oggi 26 Novembre il nuovo film da regista dell’attore comico Maurizio Casagrande che, a tre anni dal suo ultimo lavoro in questo ruolo, decide di raccontare con la casa di produzione di Maria Grazia Cucinotta una commedia ambientata nel periodo natalizio e in una Salerno piena di colori, inserita in un clima fiabesco che giustifica la leggerezza e la bontà della storia narrata quanto del progetto ben confezionato: arriva Babbo Natale non viene da Nord.

Babbo Natale non viene da Nord

Babbo Natale non viene da Nord

Babbo Natale non viene da Nord

Marcello (Maurizio Casagrande; …E fuori nevica!, Gli equilibristi) è un prestidigitatore squattrinato, che ama le belle donne e vive lontano da responsabilità, almeno fino a quando la figlia India (Annalisa Scarone) non s’impone nella sua vita decidendo di voler passare il Natale insieme, su consiglio della sua psicanalista (Maria Grazia Cucinotta; Il postino, L’imbroglio nel lenzuolo). Quando, durante un lavoro su commissione a Salerno, Marcello perderà la memoria, l’incontro con Padre Tommaso (Giampaolo Morelli; Song’è napule, L’ispettore Coliandro) cambierà la sua visione delle cose.

Trailer del film “Babbo Natale non viene da Nord”:

Love budget

E’ proprio così che viene definito il film Babbo Natale non viene da Nord da Maurizio Casagrande che, negli ultimi due anni, ha duramente lavorato per portare a termine il suo nuovo lavoro da regista. Nel gustarsi della fiaba natalizia e partenopea del comico napoletano, si sente subito l’esigenza di lasciarsi andare ad una comicità di battuta (non volgare e ben sostenuta dal montaggio di Marco Spoletini) che funziona molto nei siparietti del Casagrande in solitaria come nell’accoppiata col sempre bravo Giampaolo Morelli, qui nelle vesti di un prete a capo di un gruppo di orfanelli, parte morale della storia.

Meno viene questa esuberanza e quest’aria frizzante nella parte dedicata ad Annalisa, scelta (anche) commerciale del film che però trova un suo spazio ed un suo perché dal momento che decide di usare la carta dell’autoironia entrando, vista la scusante fiabesca e fantastica, in contrasto tra la sua parte ironica e privata e la sua parte professionale da cantante e quindi pubblica.

Un bel gioco delle parti che rimane però un subplot che rallenta un po’ la trama ma che viene regalata bene dal regista e co-sceneggiatore per la sincerità del racconto e la purezza dello stesso, senza scendere (quasi) mai in smancerie, romanticismi e volgarità e giustificando, così, anche l’interpretazione di un’Annalisa nel suo (evidente) primo approccio alla recitazione.

Babbo Natale non viene da nord

Una scena di Babbo Natale non viene da nord

Lingua

La lingua gioca ancora una volta un ruolo fondamentale anche se mantiene una sobrietà che conquista universalmente e, seppur la trama è lineare senza particolari guizzi né originalità, ciò che resta maggiormente è la caratterizzazione dei personaggi, maschere come ‘maschera’ è il tema cardine del film come della tradizione teatrale napoletana cui Casagrande fa parte, è nata e non può prescindere, richiamano qui a Totò e Peppino, come ad Edoardo De Filippo, come ancora a Vittorio De Sica.

Fresco e sincero, sobrio, leggero e divertente, Babbo Natale non viene da Nord potrebbe essere la risposta positiva alla vagonata di film natalizi, poiché probabilmente è l’unico fatto con un budget ridotto, sforzi produttivi importanti e scelte non scontate e coraggiose così che, seppur nella leggerezza e senza nulla a pretendere, strappa sorrisi e lascia soddisfatti al termine della pellicola.

Babbo Natale non viene da nord

Una scena di Babbo Natale non viene da nord

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