Sale la febbre degli ultimi giorni al Far East Film di Udine; dalle votazioni del pubblico in sala a quelle in rete su Facebook, alla possibilità di vedere selezioni di pellicole del sul portale partner MyMovies, il Far East rinnova il suo amore per il pubblico e per il divertimento puro.
E’ infatti “From Vegas to Macau” di Wong Jing ad intrattenere gli spettatori di prima mattina con una serie di mirabolesche avventure tra giochi d’azzardo, scene d’azione e comicità a go-go; da Hong Konk il super divo Chow Yun-fat la fa da padrone, spalleggiato anche da Chapman To, inanellando una serie di improbabili sequenze di azione tra la magia di Silvan e James Bond; il suo personaggio infatti è un famoso giocatore d’azzardo con doti di magia che viene coinvolto in una storia di riciclaggio di denaro e spionaggio; il film è intrattenimento puro ed è quello che ci vuole per far partire bene la giornata;
giornata che alza il tiro con la presenza di Andrew Leavold e il suo “The search for Weng Weng”; il documentario ci fa scoprire un personaggio fantastico, Weng Weng appunto, piccolo attore di culto filippino famoso, oltre che per la sua statura, anche per il genere di film da lui interpretati. E’ proprio l’ossessione di Leavold, alla ricerca di notizie, che lo porta a viaggiare nelle Filippine alla scoperta dei film dell’attore, dei suoi amici, parenti e collaboratori, vista la scarsità di informazioni dall’occidente; facciamo così conoscenza di Weng Weng, della sua storia triste ma straordinaria, del cinema filippino degli anni 90, delle condizioni politiche del paese (straordinario il momento in cui il regista si ritrova invitato alla festa di compleanno da Imelda Marcos); al grido di “I love Weng Weng” il pubblico in sala decreta il gradimento di questo piccolo documento indipendente.
Ritornano i fantasmi al Far East ed è il Thailandese “Pee Mak” di Banjong Pisanthanakun a riportarli in auge; la storia, presa da una delle più famose leggende della cultura popolare thailandese adattata in oltre cento film, racconta del ritorno a casa dopo la guerra di un gruppo di commilitoni, uno di questi ritrova sua moglie ed il figlio appena nato ma nel villaggio girano voci che la donna sia un fantasma; il film è un mix di soft horror, commedia e melodramma ed anche se l’ambientazione storica è incoerente (per esempio i protagonisti hanno un gergo molto moderno con riferimenti a famose star dei nostri tempi) la freschezza delle battute, la bravura ed il ritmo degli attori, i tempi giusti, fanno del film, se non proprio un nuovo classico della paura sicuramente una simpatica e godibile commedia.
La sera porta tensione, infatti “The terror live” del coreano Kim Byung-woo, incolla gli spettatori alla poltrona con un ritmo serratissimo; il plot è presto detto, una telefonata in una emittente radiofonica da parte di un possibile terrorista annuncia lo
scoppio di una bomba su un ponte. Da qui parte il film che concentra in 97 minuti azione (nonostante sia girato quasi del tutto in un unico ambiente) e suspance (la ricerca del terrorista che sembrerebbe essere nello studio), magistralmente serviti da un ottimo montaggio e da un protagonista, l’attore Ha Jung-woo, che porta della storia (a volte poco credibile, ma noi spettatori piace crederci) il peso principale.
Finale di serata con “Shot to kill: boy golden” del filippino Chito S.Rono; ambientato a Manila negli anni ’60 il film racconta le gesta di Golden Boy, un gangster in cerca di vendetta. Dichiarato omaggio ai gangster movie il film è completamente fotografato con luci e colori accesi e recitato asetticamnte da un George E.R. Estragan con la faccia più truccata della sua partner, KC Conception. I minuti del film, ben 130, sembrano davvero troppi per un action che delude e non incanta.
Noi di Cinemio concludiamo la nostra avventura in quel di Udine, ma vi terremo aggiornati sulle ultime due giornate del festival e soprattutto sulla premiazione finale, restate quindi ancora connessi con il Far East Film Festival e Cinemio