Claudia Fratarcangeli è nata a Frascati, ed inizia la sua formazione artistica alla Link Academy – European Academy of Dramatic Arts, ed impara da subito a recitare in inglese, francese, spagnolo ed anche americano. Questo gli ha permesso di poter lavorare oltre che in Italia, anche all’estero. Attualmente è nelle sale nel film di Tonino Zangardi L’esigenza di unirmi ogni volta con te“.
L’intervista a Claudia Fratarcangeli
Tu hai fatto un piccolo ruolo nell’ultimo film di Tonino Zangardi. Ci vuoi raccontare come hai lavorato con lui sul set?
Claudia Fratacangeli: Nel film interpreto la madre di Leonardo (Marco Bocci) da piccolo. Ho cercato da subito di instaurare un rapporto di fiducia con il bambino, non è stato difficile, adoro i bambini e tendenzialmente riesco a sintonizzarmi con loro con grande facilità…forse per la mia incallita sindrome da Peter Pan!
Una delle scene è stata girata nelle meravigliose acque del Salento. Si è trattato di un ruolo piccolo, che ricorreva nei flashback (tra l’altro una scena è stata anche tagliata per esigenze di post produzione).
Tuttavia credo che non esistano piccoli ruoli, l’importante è riuscire sempre a trovare la motivazione ed il ‘bisogno’ del tuo personaggio. Lo stesso lavoro che fai su un personaggio grande, lo fai anche su uno minore, anzi a maggior ragione, devi ricostruire ancora di più il background, perché hai meno elementi a disposizione su cui lavorare e devi ricrearli da te.
Quali sono stati i tuoi percorsi artistici?(attrice,regista e acting coach)
Claudia Fratarcangeli: La mia formazione è abbastanza varia, ho fatto diverse scuole e poi l’illuminazione artistica lo avuta con Rosa Morelli (attrice,regista e acting coach) , ed Elisabeth Kemp, membro dell’Actor Studios di New York e coach di attori come Bradley Cooper ed Harvey Keitel, Sono reduce da un workshop intensivo che Elizabeth ha tenuto a Roma, un lavoro intensissimo e prezioso durante il quale ho lavorato su Amelia Earhart, la prima donna aviatrice. Spesso ai provini in Italia mi chiedono se io sia un attrice di teatro o di cinema. Secondo me l’attore è un attore a prescindere, cambiano ovviamente i mezzi e la modalità espressiva, ma il lavoro che fai per costruire il personaggio è identico.
Tu hai lavorato anche all’estero. Questo tipo di distinzione ti è capitato anche fuori dall’Italia?
Claudia Fratarcangeli:No, ai provini non mi è mai capitato. Io ho lavorato in America, e gli attori lavorano sia in teatro che al cinema , dando quella stessa credibilità, cosa che spesso qui da noi, secondo il mio modesto parere, manca. Anche da spettatrice quando mi capita di assistere a qualcosa di troppo ostentato, artificioso, finto prendo le distanze, non mi sento più coinvolta. Adoro l’imprevedibilità della messa in scena, le azioni non scontate, adoro esser catturata ed entrare in empatia con quanto accade sul palco e non sapere dove porterà.E’ lì che avviene la catarsi.
Recentemente hai lavorato in Bulgaria nel fim “Le Voyage” a fianco di Gerard Depardieu, recitando in lingua francese. Ci racconti come è stato?
Claudia Fratarcangeli: E’ una coproduzione italo-francese-bulgara. Una delle esperienze più importanti sinora, senza dubbio. In nomen, omen, è stato un vero e proprio ‘viaggio’ con un gruppo di persone fantastiche che mi ha vista impegnata sia come attrice in un piccolo ruolo con Gerard Depardieu che come language e acting coach per la piccola protagonista Nadya Stefanova, alla sua prima esperienza sul set. E’ stata una esperienza preziosa e formativa, dividere la scena con lui ed osservarlo recitare, anzi direi appunto ‘giocare’. Gerard parlava sempre di ‘vérité’ e su questo sposavamo una visione comune della recitazione.
Hai lavorato anche in Usa. Puoi parlarci della tua esperienza?
Claudia Fratarcangeli: In America ho lavorato con una produzione indipendente a New York nella commedia ‘Stiffed’ di Mike Baez in cui interpretavo una hostess sui generis italo- americana. Mentre a Buffalo in ‘The Alcoholist‘ di Lucas Pavetto ho interpretato un piccolo ruolo nei panni della moglie di Daniel (Bret Roberts). A questo proposito vorrei scagliare una pietra a favore degli italiani, perchè noi conosciamo bene l’arte di arrangiarci e riusciamo a cavarcela in ogni situazione, mentre sul set americano quando veniva chiesto qualcosa che andava oltre la loro competenza specifica, andavano nel panico.
Quanto è difficile per voi attori riuscire a trovare un vostro spazio per riuscire ad emergere, considerando che ultimamente in Italia i film vengono interpretati sempre dallo stesse persone?
Claudia Fratarcangeli: Effettivamente è un gran problema. E’ difficile vivere di questo lavoro. Ancora mi sento dire “Fai l’attrice. E’ di lavoro?“. Questo capita anche ai musicisti, ai poeti e a qualsiasi persona che si cimenta in una forma d’arte. E mi fa molto arrabbiare. Però purtroppo è difficile riuscire a vivere di questo lavoro. Io stessa per poter andare avanti ed inseguire il mio sogno, devo fare altro. Conosco tanti talenti, ma spesso non sono quelli che vedo e che la gente guarda in tv. Sono molto positiva, e continuo a svolgere questo lavoro perchè ci credo molto.
Quindi ti piace il cinema indipendente?
Claudia Fratarcangeli: Si, lo amo molto. ci vedo ancora quella voglia di libertà e voglia di sperimentare e di non avere paura di fare qualcosa di diverso, il coraggio di osare. Si rischia poco sui nuovi talenti, sui giovani registi e sugli sceneggiatori, se ci credessero di più si potrebbero raccontare delle bellissime storie anche diverse.
Tuoi progetti futuri?
Claudia Fratarcangeli: Ho due progetti teatrali. Uno nato dal workshop di Elisabeth Kemp, con altre quattro attrici, ed uno con una giovane regista e spero presto di poter fare un ruolo al cinema di quelli tosti, importante e di grande spessore, in cui ci sia da lavorare da sporcarsi, in cui ci sia da rischiare ed osare e che mi dia la possibilità di mettermi davvero in gioco..