Qui rido io

Speciale Venezia 2021: Qui rido io di Mario Martone

Mario Martone torna alla Mostra del Cinema di Venezia con Qui rido io a due anni di distanza dall’ultima volta, quando portò Il sindaco del Rione Sanità, e torna a parlare di Napoli mettendo in scena la storia del più importante attore comico e autore di commedie del teatro napoletano di fine 800’, Eduardo Scarpetta.

Qui rido io
Qui rido io

Qui rido io

La sinossi della pellicola è la vita dell’attore, inizialmente ricca di successi poi caduta in miseria a causa dell’insuccesso di una sua opera fatta per primeggiare sulla tragedia “La figlia di Iorio” di Gabriele D’Annunzio parodizzandola.                                                                                                                                               

Il film analizza per l’appunto l’ascesa e la conseguente discesa di Eduardo Scarpetta, il suo rapporto con la scena napoletana e la sua famiglia e la rivalità con il vate D’Annunzio.

Il protagonista è interpretato magnificamente da Toni Servillo, protagonista assoluto di questa settantottesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia con ben 3 pellicole nelle quali appare.               

A contornare Servillo troviamo una schiera di grandi attori a partire da Cristiana dell’Anna, Antonia Truppo, Maria Nazionale e anche Eduardo Scarpetta (pronipote del personaggio del film).

Il trailer del film

Teatro e cinema

Martone riesce a raccontare la storia dell’eclettico Scarpetta valorizzando al massimo il teatro, mostrandoci tutte quelle dinamiche che lui stesso ha vissuto facendo tramite questa pellicola una vera e propria dichiarazione d’amore nei confronti del teatro stesso.

A partire dalle prime inquadrature il regista esalta l’atmosfera che si respirava nella Napoli del tempo mostrandoci delle immagine girate nel capoluogo campano dai fratelli Lumiere, era una città che rappresentava  uno dei  poli principali dell’industria dello spettacolo europeo.

Qui rido io
Una scena del film Qui rido io

Uno dei temi principali della pellicola è la paternità di Scarpetta il quale ebbe 9 figli, nel film non viene ritratto come un padre modello ma come un uomo che nonostante i suoi difetti tramite il suo amore per il palcoscenico riuscì comunque a trasmettere la sua passione ai figli.

Perché vedere Qui rido io

La pellicola è un esaltazione totale della parodia e della risata, è intrisa della politica del protagonista ossia la risata è la salvezza a tutto, in questo è stato bravissimo Toni Servillo riuscendo a pieno a incarnare ciò che era Scarpetta e la sua filosofia.

La fotografia di Renato Berta è una componente fondamentale del film, prevalentemente girato in interni riesce ad esaltare la bellezza e la magnificenza dei teatri napoletani.

L’apice della pellicola viene toccato sul finale quando Scarpetta si trova a difendere la sua parodia contro le accuse di plagio di D’Annunzio, e tira fuori un discorso da pelle d’oca.

Qui rido io
Il regista Mario Martone

Un film che in un momento del genere serviva, serviva valorizzare ed esaltare la risata e serviva fornire questa splendida immagine di teatri pieni di gente divertita.

Unica critica che si può muovere al film è l’eccesiva lunghezza che spezza un po’ il ritmo della narrazione ma tralasciando ciò promosso a pieni voti.                                                                                                                            

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