Speciale BIF&ST: una chiacchierata con Donatella Altieri vincitrice nella sezione cortometraggi

La regista ospite oggi della rubrica si è appena aggiudicata il premio Michelangelo Antonioni per il miglior cortometraggio all’ultima edizione del BIF&ST. Lei si chiama Donatella Altieri mentre il corto vincitore Genesi, che ha come protagonisti i bravissimi Roberto Herlitzka ed Alberto Rubini.

Donatella Altieri è direttore artistico della INTERGEA, società di produzione teatrale, musicale e cinematografica ed ha curato la direzione artistica di numerosi spettacoli teatrali.  Ha seguito diversi corsi e master in regia, sceneggiatura, montaggio e fotografia con nomi illustri quali Marco BellocchioStefano Rulli e Francesca Calvelli. Come regista, sceneggiatrice, montatrice e direttore della fotografia ha seguito numerosi lavori, prevalentemente documentari e spot. Genesi è il suo pimo cortometraggio del quale ha curato anche il soggetto e la sceneggiatura.

Genesi

Un uomo, ornai anziano, torna nel suo paese natale. Nel cuore ha un dolo grande, quello per la perdita dell’amata figlia. L’incontro con un bimbo, con il suo vecchio amico e con le tradizioni locali legate al lutto lo aiuteranno a superare il momento del dolore silenzioso ed a riaprirsi alla vita.

Interpretazioni straordinarie, quelle di Alberto Rubini e Roberto Herlitzka, ma anche dei piccoli protagonisti, una fotografia molto curata ed una solida sceneggiatura rendono Genesi un cortometraggio d’intenso impatto che merita in pieno il premio appena vinto. Donatella Altieri dimostra una maturità difficile da trovare in giovani registi alle prime esperienze. Ovviamente il merito va anche al gruppo di grandi professionisti già citati al quale voglio aggiungere Dario Di Mella, direttore della fotografia già collaboratore di altri registi nostri ospiti quali Alessandro Porzio (del quale ha curato la fotografia di Rumore Bianco, menzione speciale al BIF&ST 2013) e Giulio Mastromauro.

Le domande alla regista

Ciao Donatella, benvenuta su cinemio. Cominciamo dal soggetto del corto, ispirato ad una favola della tradizione popolare: come sei arrivata all’idea di Genesi?

Questo lavoro nasce da due stimoli diversi: il primo ricevuto durante un corso tenuto da Marco Bellocchio presso la LUISS e l’altro ascoltando mia madre. Bellocchio ci invitò a scrivere una storia partendo da un testo esistente, in realtà ci chiese di partire da una poesia. Io ho sempre avuto una passione indescrivibile per il libro della Genesi e chiesi di poter partire di là. Poi è arrivato il seme più prezioso per questa storia, trovato all’interno di una fiaba della tradizione orale raccolta da mia madre per una sua ricerca.

Così il libro della Genesi e la fiaba di Regina Lenticchia si sono incontrati in questo mio lavoro. Ecco, avrei dovuto ringraziare mia madre e Bellocchio ma, come avrete visto, la maestosità del teatro in cui sono stata premiata, il Petruzzelli, mi ha tolto il respiro e l’emozione mi ha fatto dimenticare tutto.

Donatella Altieri sul set

Sei Gravinese di nascita ed hai scelto proprio la tua città come location del tuo primo lavoro da regista. Un modo per sentirti ‘a casa’ per questo grande passo?

No, non volevo sentirmi a casa, volevo i luoghi giusti per una storia così. E Gravina con il suo centro più antico, il torrente, gli uliveti e le masserie era perfetta. La Fondazione Ettore Pomarici Santomasi ci ha offerto una delle location più preziose. E poi c’erano le comparse con i volti giusti, gli oggetti dai rigattieri del posto per allestire la scena, la storia di secoli di cui ogni pietra del mio paese è meravigliosamente impregnata. E’ stato poi possibile sentirsi a casa anche grazie all’accoglienza che il progetto ha avuto da parte di soggetti importanti come la BAWER di Pasquale Lorusso e la Banca Popolare di Puglia e Basilicata che hanno sostenuto economicamente il mio progetto. Per tutte queste ragioni mi sono sentita a casa, è vero, ma a sentirsi a casa è stata prima di tutto la storia che volevo raccontare.

Una scena del set

Per il tuo primo corto da regista hai avuto l’opportunità di lavorare con professionisti come Roberto Herlitzka ed Alberto Rubini. Com’è stato lavorare con loro?

Quando mi fanno questa domanda, la mia risposta è una sola: lavorare con professionisti come Herlitzka e Rubini è un’opportunità preziosa per rendere il tuo lavoro più denso, più vero. Quando loro arrivano sul set, la scena che hai immaginato per mesi improvvisamente acquista una temperatura emotiva che va oltre ogni tuo desiderio e incanta allo stesso modo il regista e tutti quelli che in quel momento sono sul set. E’ una magia inaspettata che viene fuori dal monitor e ti riempie di nuova energia, quella che ti serve per dare un’ulteriore spinta all’immaginazione e per evitare così di fossilizzare le scelte di regia su soluzioni scontate.

Donatella Altieri sul set con Alberto Rubini e Roberto Herlitzka

Parliamo invece dei piccoli protagonisti, così a loro agio sul set. Come hai impostato il lavoro con loro?

Ecco con loro il lavoro è ancora diverso. Lavorando con i bambini si rischia spesso di “fare troppo” e di rovinare tutto. Io non sono tra quelli che sostengono che ai bambini attori bisogna lasciar fare tutto quello che sentono senza intervenire. No, questo no. Ma sono sicura che con loro si debba fare pochissimo e con grande leggerezza, non pesare su di loro, farli giocare, aiutarli a scoprire il loro ruolo, “giocare seriamente”.  Claudio Salvato è incredibilmente bravo in questo “gioco serio”, si comporta già da professionista. E’ una grande promessa.

Il piccolo Claudio Salvato e Roberto Herlitzka

Genesi ha vinto il premio come miglior cortometraggio al BIF&ST. Quali sono le tue sensazioni a riguardo?

Sento che quando un progetto fa incontrare le persone giuste, quel progetto ha già vinto. Arrivare poi a vincere un festival così importante è dapprima un sogno e poi una bella responsabilità. Oggi sono doppiamente felice perché grazie a Genesi ho incontrato grandi professionisti come Esmeralda Calabria, Paola Bonelli, Marco Betta e il Direttore della Fotografia Dario Di Mella, un talento senza limiti. Con ognuno di loro ho pensato e ripensato più volte la storia, sul set o in fase di montaggio. E il Bif&st arriva così all’improvviso e premia tutti noi, la nostra fatica pazzesca e i nostri nuovi entusiasmi.

Donatella Altieri con il direttore della fotografia Dario Di Mella

Sei sceneggiatrice, montatrice, direttore della fotografia, ora anche regista. Come gestisci tutte queste passioni ed in quale, se c’è, ti senti più a tuo agio?

Pensare a me in tutti questi ruoli mi fa sorridere sempre. Devo sembrare davvero matta. Forse riesco a gestire tutte queste passioni perché con costante attenzione cerco di dosare forze e tempo da dedicare a ogni singolo ruolo a seconda del progetto. In realtà ce n’è un altro ancora, quello di produttore. Ed è forse il ruolo a cui oggi devo dedicare necessariamente più tempo e più energie, ma che mi dà grandi soddisfazioni. In quale ruolo mi sento più a mio agio? Proprio non lo so.

Donatella Altieri sul set

Ed ora uno sguardo al futuro: qual è il prossimo passo di Genesi? Ed il tuo prossimo progetto?

La Zen Movie sta distribuendo Genesi e i risultati stanno arrivando. Siamo in concorso in altri festival e penso che molti ancora ne arriveranno. E poi Genesi sta arrivando nelle case attraverso centinaia di DVD. Questo è l’epilogo più felice per un film. Per il futuro? Sto scrivendo il mio primo lungometraggio che parlerà di fragilità e spero di girarlo alla fine di quest’anno. Nel ruolo di produttore invece sono impegnata su tre nuovi documentari e su un progetto ancora top secret per pura scaramanzia. Si vedrà.

Roberto Herlitzka e Donatella Altieri

Ringrazio Donatella Altieri per la disponibilità facendole un grande in bocca al lupo per la sua lunga carriera.

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