Ichi the killer _ L’amore ai tempi del sadomaso

Ichi the killer è un film del 2001 diretto da Takashi Miike e con protagonisti Tadanobu Asano,
Nao Ōmori, Shinya Tsukamoto, Paulyn Sun e Susumu Terajima. Inoltre il soggetto del film è
tratto dall’omonimo manga di Hideo Yamamoto.

Ichi the killer
Locandina del film Ichi the killer

Ichi the killer

Anjo è un noto criminale della Yakuza che viene brutalmente assassinato nei primi minuti del
film. Kakihara, uno dei suoi più fedeli adepti non sa che Anjo è morto e crede che qualche
banda rivale lo abbia rapito per torturarlo. Inizia così un viaggio violento e sanguinolento che
vedrà contrapporsi, sullo sfondo rossastro del Giappone, due killer spinti da motivazioni
diverse…

https://www.youtube.com/watch?v=PB0C1fooyu0&ab_channel=AtlantideEnt

Vietato ai deboli di stomaco

Chi non ha mai visto Ichi the killer è giusto che sappia a cosa va incontro. Non è un film per
tutti e soprattutto non è un film per chi è debole di stomaco. Sangue ovunque, da ogni parte
dello schermo, violenze, torture, arti mozzati e chi più ne ha più ne metta. Kakihara è un
sadico, prova piacere nel recare dolore e nel riceverlo e ogni volta si inventa nuovi metodi di
tortura.

Lo sa bene il caro Suzuki, che, indicato come colpevole per la scomparsa di Anjo,
viene catturato, sospeso in aria attraverso dei ganci metallici conficcati nella schiena e infine
viene ustionato vivo con dell’olio bollente, usato poco prima per cuocere dei gamberetti
rossi.

Ma se Kakihara uccide e tortura per senso sadico e non civico, Ichi uccide perché
manipolato da un losco individuo. Anche il modo di uccidere di Ichi è assai particolare…
Indossa una tuta alla “Batman” e sotto le scarpe ha delle lame affilatissime capaci di tagliare
in due una persona, facendo schizzare il sangue ovunque. Siete ancora convinti che sia un
film per tutti? A vostro rischio e pericolo…

Ichi the killer
Una scena del film

Yakuza movie meet love story

Se prendiamo la storia in generale di Ichi the killer, possiamo inserirlo tra gli Yakuza movie
senza troppe pretese. Ed in effetti, tutto sembra ruotare attorno a quel filone. Ma c’è un però,
ed è un “però” che contraddistingue da sempre il cinema di Miike, invidiato da molti. E cioè
quella capacità (che si denota anche in Audition) di creare più sottogeneri all’interno di un
genere.

Mi spiego meglio, se Audition era nato come horror ma era riuscito a inserirgli una
storia d’amore“, per quanto macabra possa sembrare, Ichi the killer nonostante sembri
soltanto uno Yakuza movie in realtà è anche una storia d’amore tra i due killer, amore non
sentimentale ma attrazione reciproca, verso il dolore.

Kakihara è un uomo attratto dal dolore
fisico, carnale, più ne prova più gode. Tortura e vuole essere torturato e la sua ricerca
disperata di Anjo non è una questione di affetto, ma Anjo era l’unica persona in grado di
sottometterlo e di procurargli dolore. Ichi è invece un ragazzo timido e sembra quasi che la
violenza non lo appaghi, lui uccide poiché è costretto da altre persone che gli fanno il
lavaggio del cervello.

Ma il suo modo di uccidere contraddice il suo essere impacciato, le
sue uccisioni sono arte (se è giusto chiamarla arte la sua) come se attraverso la morte
riesca ad esprimere se stesso. Kakihara è felice, forse ha trovato in lui qualcuno in grado di
capirlo, dando all’horror una sfumatura “romantica“, perché cos’è l’amore se non la continua
ricerca della nostra metà? Di qualcuno che riesca a comprenderci?

Certo, forse il concetto di
“amore” all’interno di un film dove i litri di sangue inondando le strade di Tokyo è
inappropriato, ma è più un amore onirico, fantasioso. Più che altro è la storia di un amore
malato in tutta la sua rappresentazione sadica e violenta. Perché l’amore è anche sinonimo
di sofferenza…

Kakihara che rientra nel suo studio, con frattaglie sparse ovunque
Una scena del film

Giudizio personale su Ichi the killer

Come già detto, Ichi the killer non è un film per tutti. Io, che sono appassionato del genere e
un fan di Takashi Miike, non posso non amarlo. È forse il film che meglio rappresenta
l’essenza del regista, in grado di scombussolare anche i più “forti”. È un film violento, oscuro,
macabro, sadico, strano ma al tempo stesso è semplicemente geniale. Nessuno sarebbe in
grado di sviluppare un film del genere, Miike per quanto mi riguarda è ineguagliabile. E non
è un caso se persino Tarantino, oltre ad essere un suo fan, cerca spesso di imitarne lo stile
nelle sue pellicole… Fidatevi di me, guardatelo e amatelo, come Ichi amerà voi, per sempre!

Se il film ti è piaciuto, dai uno sguardo alle altre nostre recensioni “orientali” come Snowpiercer e gli altri articoli della mia rubrica.

Leave a Reply