Waiting for the Barbarians, un film di Ciro Guerra, con Mark Rylance, Johnny Depp e Robert Pattinson. Al cinema dal 24 settembre 2020. Basato sul romanzo “Aspettando i barbari” di J.M.Coetzee.
Terra di confine
Un magistrato, di cui non sappiamo nome, che presta servizio in un forte di confine, di cui non sappiamo in che regione o stato si trova…
Confine tra civiltà e barbari. Waiting for the Barbarians, aspettando i Barbari. Il magistrato, un uomo che cerca di essere giusto, un uomo di cultura, che scava nel passato, che ha rispetto delle tradizioni dell’impero.
Fuori dalle mura fortificate, loro, i barbari, nomadi che vivono nel deserto, che non si fermano mai, in perenne movimento.
A dividerli un muro, ma anche una cordiale indifferenza, ognuno vive la sua vita, rapporti civili, ma niente di che. Una situazione che potrebbe andare tranquillamente avanti per i secoli dei secoli.
Ma a questo equilibrio perfetto, si aggiunge all’improvviso il colonnello Joll.
Un’ispettore, incaricato di indagare, e trovare ad ogni costo le prove che i barbari costituiscono una reale minaccia per l’Impero.
Lo scontro inevitabile tra il magistrato e il colonnello, tutto ruota intorno al Waiting for the Barbarians.
Waiting the trailer
Waiting for the Barbarians: dal nulla, arrivano scene mozzafiato
Waiting for the Barbarians, titolo ambiguo, mai fù più azzeccato. Aspettando i Barbari. Ma i Barbari, chi sono? Ecco, credo che questa sia la domanda presente in tutto il film, il punto su cui gira tutto.
Barbari sono coloro che vivono di nomadismo, i non civilizzati, o Barbari in fondo sono gli uomini bianchi e le azioni che commettono?
Un film dove spiccano la bravura dei due attori principali e contrapposti, il magistrato e il colonnello. Bravissimi entrambi, entrambi interpretano il ruolo in maniera superba. Per una volta, vediamo un Johnny Depp “cattivo”, un credibile cattivo, preciso, gelido, maniacale. Freddo e spietato nel compiere la sua missione, a costo di crearsi da solo la missione. Il film è strano. Ci sono momenti in cui non succede nulla, in cui si procede a una lentezza insopportabile, proprio come le vedette che, di ronda in cima al muro, scruta il nulla del deserto. Waiting for the Barbarians, fa riflettere alla fine, gli ultimi 10 minuti di film, la spiegazione solo accennata, l’attesa che si trasforma in un’attesa diversa. Un’attesa che intuiamo si trasformerà in un devasto. L’ultima inquadratura al volto di Jhonny Depp, ecco.
Waiting for the Barbarians ha anche un paio di scene davvero forti. Scene di brutali torture, che non lasciano indifferenti per la loro cruenza selvaggia. Il magistrato così umano, e il colonnello così disumano. Due facce della stessa moneta, la moneta dell’Impero.
Un film che ti fa pensare… Io cosa avrei fatto?
Unica pecca a mio avviso, avere solo accennato alla bellezza senza tempo dei costumi dei Barbari.