Quello che non sai di me

Quello che non sai di me, le difficoltà del vivere

In anteprima al Bifest 2020 in proiezione presso il teatro Piccinni di Bari il 29 agosto, Quello che non sai di me di Rolando Colla è un film complesso basato fondamentalmente sulle difficoltà del vivere.

Quello che non sai di me
Il poster di Quello che non sai di me

Quello che non sai di me: una storia di amore e di riscatto

Quello che non sai di me dello svizzero italofono Rolando Colla è un film avvincente e teso ma anche a tratti romantico e sentimentale.

Il protagonista, Ikundu, un profugo proveniente dal Mali vive inizialmente in Calabria a Rosarno dove lavora duramente per pochi spiccioli e vive in baracche senza dignità. Decide di lasciare l’Italia per il Canton Ticino nella Svizzera italiana ma di permanere poco prima di raggiungere la Francia dove vivono dei parenti più sistemati.

In Svizzera è spinto da un compagno a diventare accompagnatore di donne non più giovanissime in cerca di un momento di passione.

Nello stesso club notturno, Patricia, una donna non giovanissima svolge la stessa attività. Di giorno lavora in un negozio che vende e ripara bicicletta e la sera è in cerca di amore e compagnia ma colleziona solo delusioni.

Ha due figlie da due relazioni differenti ed è di origine ceca.

Tra i due nasce una immediata simpatia e malgrado entrambi dichiarino di non volere una storia si sposano, ma il loro rapporto sarà destinato ad essere tutto in salita.

Il trailer del film

Il trailer ufficiale del film

La solitudine dei diversi

Rolando Colla è nato e cresciuto in Svizzera da genitori italiani. In Svizzera non era facile per gli italiani crearsi una famiglia a causa di diversi veti imposti dal governo locale. Egli stesso è un esempio di quella solitudine dei diversi che cercano affermazione o riscatto in un mondo che li guarda ma non li rende partecipi.

Ikundu e Patricia sono due testimonianze di diversità. Entrambi immigrati anche se lui di colore lei bianca, entrambi ai margini. E anche lo stesso giovane legale che assume la difesa di Ikundu quando lui è implicato in una storia di spaccio di stupefacenti non è un cittadino svizzero “puro” come si comprende dal suo cognome, Russo, chiaramente mdi origine meridionale e dal suo accento.

Anche il legale è solo tanto da chiedere a Patricia di assistere alla eutanasia del suo cane ammalato di cancro.

Quello che non sai di me
Un’immagine del film Quello che non sai di me

Colla parla della solitudine degli immigrati ma anche della loro volontà di riscatto e di integrazione non sempre resa possibile in un paese asettico, i cui abitanti sono freddi e inquadrati come si evince dalle varie sequenze: i poliziotti che non parlano ma eseguono, il giudice e la procuratrice con il loro sguardo inquisitorio e le donne del club, più inclini a “fraternizzare ” ma solo per un bisogno materiale, altra faccia dei diritti del padrone verso chi ha necessità ed è disposto a vendere persino se stesso.

Quello che non sai di me ha partecipato allo.scorso festival del cinema di Zurigo ottenendo un ottimo riscontro ed è uno dei rari esempi di cinematografia svizzera soprattutto di lingua italiana essendo il Canton Ticino uno dei più piccoli della Confederazione elvetica.

Ciò che attrae della vicenda è l’originalità della narrazione che è in grado, partendo dal tema sociale dell’immigrazione di andare oltre sfociando in tematiche più intimiste come la difficoltà relazionale e la solitudine, problemi universali sperimentati sempre di più nella società contemporanea.

Non a caso il protagonista afferma che è opportuno non sapere tutto della vita precedente quando si avvia una relazione perché una maggiore conoscenza di eventi passati potrebbe pregiudicare un inizio e un cambiamento.

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