Esce nelle sale italiane il 30 gennaio 2020 il film Judy, una specie di film biografico che racconta gli ultimi concerti londinesi della cantante.
Con Renée Zellweger, dura 118 (vi assicuro sembravano molti ma molti di più).
Judy: Somewhereeeee over the rainbow
Judy Garland, la bambina prodigio, la Dorothy del Mago di Oz. Un ruolo che le è valso l’icona di star. Un nome che ancora oggi, a 47 anni spaccati, le regala ancora l’ammirazione incondizionata del pubblico. Judy, che però non ha un soldo, non ha un contratto e forse non ha più nemmeno la voce di un tempo. Ma il fascino si, quello le è rimasto. La capacità di ammaliare il pubblico, il dono di riuscire a farsi amare sempre e comunque. Ha tre figli Judy, che ama al di sopra di tutto, per i quali farebbe di tutto. Anche accettare di tornare in tournée a Londra, per ricantare tutti i suoi classici.
4 matrimoni alle spalle, un’infanzia passata sul set, controllata maniacalmente in qualsiasi aspetto della sua vita. Un solo grande amore, il palco. Date un palco a Judy e lei intratterrà il mondo. Un bambina Judy, una bambola a cui dire cosa fare, quando farlo e come farlo; una dieta la sua, composta da pillole, sonniferi e antidepressivi, un’attenzione morbosa che le viene riservata da tutti.
Torte di compleanno di plastica nel giorno sbagliato, tutto a favore dello show business. Ma dietro tutto, dietro la stella di Hollywood, dietro la facciata, c’è Judy, la bambina che voleva solo amore, e che l’unico amore lo ha trovato nei suoi fan. Per questo non riesce, proprio non riesce ad abbandonare quel palco… Ancora solo un’ultima canzone, per favore…
Il trailer del film
Judy sulla carta è un film interessante. In sala è un film ripetitivo, ripetitivo, ripetitivo.
Noioso, mi spiace, ma noioso è l’aggettivo più calzante per questo film. Renée Zellweger? Stupenda, bravissima, eccelsa. Un’interpretazione da brividi. L’immedesimazione nel personaggio da paura, bravissima. Non solo nel recitato, ma nella postura, nel parlato, nel fisico. Tutto in lei è Judy.
Immersa completamente nel suo ruolo, bisogna vederla per capire quanto sia riuscita a rendere reale Judy, sembra sotto droga metà del tempo, scatti nervosi, espressioni facciali… un’interpretazione da lode la sua. Il film invece mio dio. Troppo ripetitivo tutto qui. Sembra che il tempo non passi mai, e finito il film sembra che in 118 minuti non sia successo niente.
Ma di cose ne abbiamo viste. Lei che prendeva pillole, lei che prendeva sonniferi, lei che prendeva antidepressivi… Judy racconta l’ultima tournée della cantante, passando ogni tanto per dei flashback che ci fanno vedere come e perché è diventata quello che è diventata. Non mi spiego come sia possibile che un film del genere, con un’interpretazione così eccelsa, risulti di una noia che mezza basti.
Magari per tutti gli altri spettatori è stato interessantissimo ma io sul serio per metà del tempo ho pensato non stà succedendo niente, e per l’altra metà a quanto fosse brava lei a tenermi ancora lì, nonostante la noia. Anche con una trama del genere, la stella di Judy riesce a brillare. Forse è proprio questo il punto. Certe stelle brillano ovunque, anche in film del genere.
Judy vale la pena essere visto per 2 cose:
La Zellweger, e il finale. Tutto il resto è noia.
Piccola chicca: Judy Garland è stata anche la protagonista di “E’ nata una stella” (A Star is born), il secondo più famoso film della Garland, da poco ripreso cinematograficamente (e ho fatto io la recensione della performance da brivido di Lady Gaga).