Come ho già detto per Operazione Valchiria, anche in questo caso credo stiamo parlando di un film che dovrebbe essere fatto vedere a scuola, se non altro per non ripetere gli errori che si son fatti in passato.
Questo film di Marco Bellocchio racconta una storia nella storia, cioè quella di Ida Dalser, una nobile signora nata nel 1880 a Sopramonte, un comune nelle vicinanze di Trento, la quale dopo aver studiato ed essersi laureata a Parigi in medicina estetica, apre un salone di bellezza a Milano. Proprio qui incontrerà un giovane Mussolini ancora direttore dell’Avanti, ancor prima sindacalista, e dopo esserne rimasta folgorata se ne innamora subito tanto da abbandonare il suo lavoro vendere tutto e consegnare i soldi al suo amante.
Eh si perchè i due avranno una relazione dalla quale nascerà anche un figlio Benito Albino Mussolini, riconosciuto dal padre, in quanto, anche se non è stato ritrovato nessun documento (chissà come mai…)i due si sarebbero sposati in chiesa e ci sono diversi testimoni che lo riconoscono.
A questo punto non voglio più raccontarvi la storia del film che diventa molto triste e straziante, più che altro vi consiglio di leggere il libro di Marco Zeni: “La moglie di Mussolini”, eh si in quanto questa parte di storia è stata possibile conoscerla grazie al suo lavoro insieme a quello di Fabrizio Laurenti e Gianfanco Norelli, due film-makers italoamericani che hanno curato la realizzazione di una puntata andata in onda su Raitre nel 2005 intitolata “Il segreto di Mussolini”. Si tratta di una coproduzione di La Grande Storia di Raitre insieme con la Provincia Autonoma di Trento, una sorta di documentario si potrebbe dire, ma secondo me molto di più, ricco di interviste e di ricostruzioni storiche.
Come viene affermato in questo film Mussolini è riuscito a diventare tutto ciò che è diventato grazie al fatto che si è riuscito ad immedesimare in ognuno degli italiani, è stato un operaio, un impiegato, un giornalista e proprio per questo motivo è riuscito a percepire lo spirito dell’italiano per sfruttarlo ai suoi scopi.
Ida Dalser era una donna troppo forte, eccentrica, acculturata per simboleggiare il prototipo della donna fascista, remissiva, ignorante, cattolica che doveva pensare alla casa e a crescere l’abbondante prole, per questo motivo il Duce cercò (ma visto questo film e altre testimonianze posso dire che non ci riuscì) di cancellarla rinchiudendola in un manicomio e soprattutto separandola da loro figlio Benito Albino, al quale spettò la stessa fine purtroppo.
Anche lui fu prima arruolato a forza in Marina, dopo che peraltro il cognome gli era stato cambiato in Dalser, poi mandato in Cina. Da lì gli fu inviato un telegramma con il quale si annunciava la morte della madre, cosa non vera, che perlatro non poteva vedere da anni, quindi fu arrestato a Brindisi e mandato in manicomio dove morì di marasma, praticamente un estremo decadimento fisico, all’età di 26 anni.
Io non voglio aggiungere commenti a questo articolo sarei molto offensiva e volgare, ma spero che quante più persone possibili vadano a vederlo anche per conoscere quello che fu il comportamento dei cosiddetti ecclesiastici di fronte alla disperazione di una mamma alla quale è stato illegittimamente tolto il proprio figlio, non voglio rivelarlo, andatelo a vedere e poi mi saprete dire.
Tra le altre cose che sconvolgono c’è anche il fatto che Ida Dalser scriveva una enorme quantità di lettere a tutti, persino al Papa, ma anche al Prefetto, ai ministri, ma la sua voce non veniva mai ascoltata, anzi derisa e gli si ritorceva contro come la dimostrazione della sua pazzia.
Sicuramente si tratta di una pellicola molto forte in tutti sensi umani possibili che spinge al limite la sopportazione…ma purtroppo è la verità, è quello che non tanto tempo fa abbiamo vissuto e sofferto(non io in prima persona, ma i miei nonni si).
Vi posso sicuramente dire che ci sono scene di sesso molto forti, nel senso di prolungate e abbastanza dettagliate, ma assolutamente non volgari, anzi attraverso lo sguardo del Duce in quei momenti si riescono a capire tante cose…
Devo fare i miei complimenti a tutti i protagonisti, senza nessuna eccezione, Giovanna Mezzogiorno, che non è mai stata la mia passione è bravissima, per non parlare di Filippo Timi che interpreta Mussolini Senior e Junior, ma ho molto apprezzato un attore che non conoscevo e interpreta uno psichiatra e cioè Corrado Invernizzi.
Bravo veramente bravo Marco Bellocchio anche a mettere insieme un cast di professionisti tutti italiani che hanno realizzato un film di alta qualità e di spessore che rimane impresso in ognuno di noi come una cicatrice che ogni tanto facciamo finta di non vedere ma c’è.
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