#RomaFF12 – Presentato ieri nella Selezione Ufficiale della Festa del Cinema di Roma il documentario Promised Land diretto da Eugene Jarecki che pone un parallelismo tra la biografia del cantante e icona mondiale Elvis Presley e la storia americana, da Regan a Trump.
Promised Land
Non è mai semplice affrontare, dentro la forma di un documentario, la biografia di un personaggio più o meno noto senza incappare nei facili errori di una forma o di una struttura da già visto e che rende molti di questi prodotti simili e dimenticabili. Cosa che non accade in questo ottimo documentario del regista Jarecki, documentarista da vent’anni circa all’attivo, molto interessato alla situazione politica del suo paese e che affronta in modo lucido e quasi visionario una delle icone americane (e mondiali) per eccellenza, curandone gli aspetti dagli esordi sulla scena, all’ascesa e quindi sino alla caduta libera, esattamente di pari passo al percorso che l’America ha fatto in questi anni.
Interessante diventa quindi in tutto ciò la messa in scena: Jarecki affronta un viaggio per gli Stati Uniti, attraversando città e paesi alla guida della Rolls Royce acquistata da Elvis nel 1963 e dove si fa accompagnare da chi lo ha conosciuto, da chi lo ama e prova a seguirne le orme, da attori come Ethan Hawke e Alec Baldwin, un viaggio che è un lungo monologo riflessivo su come l’America strumentalizzi l’informazione, sulla corruzione di questo paese ma soprattutto sul famoso American Dream, che forse nasce davvero con Elvis e con lui muore.
Promised land – Il trailer
Promised Land è un film a tratti crepuscolare, quello che affronta Jarecki, dove non mancano le immagini di repertorio, gli aneddoti e i dietro le quinte che hanno fatto storia, un documentario ricco di musica e dove all’avanzare del viaggio si fa fronte sempre più ad una consapevolezza che nel suo terzo atto raggiunge un’apice di acume che rende il prodotto valido e ne giustifica anche i non facili 108 minuti di durata.