Alice e il sindaco: la ragazza e la politica

In uscita sugli schermi italiani a partire dal 6 febbraio il film Alice e il sindaco ( titolo originale: Alice et le maire) è una pellicola piuttosto sui generis perlomeno per la platea italiana.

Alice e il sindaco
Alice e il sindaco

Alice e il sindaco

Diretto da Nicolas Pariser, rivelatosi nel 2015 con il thriller politico Le Grand Jeu (Il grande gioco), Pariser torna a dirigere una storia che ruota intorno al suo campo di elezione: la politica francese.

Questa volta la vicenda, che come tutte le pellicole d’oltralpe predilige la parola all’azione con uno stampo decisamente teatrale, si basa su due personaggi apparentemente differenti uno dall’altra.

La protagonista femminile (Anaïs Demoustier) è una laureata in Lettere trentenne che è rientrata dall’estero dopo un lungo periodo, il nome, Alice è emblematico perché richiama la giovane protagonista dei romanzi dello scrittore inglese di fine Ottocento Lewis Carroll. Come la Alice vittoriana si muoveva nel paese delle Meraviglie, anche Anaïs, molto vicina al classico stereotipo della francesina con frangetta e nasino, si muove in un mondo ben più complicato e pieno di insidie, quello della politica.

Il protagonista maschile è invece un attore di origine italiana (suo padre nacque ad Assisi per poi trasferirsi a Parigi), praticamente uno dei maggiori interpreti maschili di lingua francese e con una esperienza non indifferente di stampo prettamente teatrale, Fabrice Luchini.

Alice, al suo rientro in patria, in una città importante quale Lyon, seconda città francese per importanza e per abitanti dopo la capitale Parigi, trova un incarico come esperta di idee da fornire al sindaco socialista della città, uomo esperto ma dopo anni di politica attiva stanco e svuotato.

Alice, ex normalista, pratica di Lettere ma non di vita politica ci mette da parte sua la sua freschezza però ha delle evidenti difficoltà di adattamento in un mondo tanto diverso da quello per il quale ha speso buona parte della sua giovane esistenza, prototipo di chi è costretto quasi a svendere le proprie competenze in cambio di un incarico lavorativo.

Paradossalmente tra lei e il sindaco si crea un’inaspettata sintonia o meglio è il sindaco a prendere a benvolere la ragazza tanto da confidare persino la sua decisione, inattesa di abbandonare l’agone politico per tornare all’insegnamento.

Il trailer del film

Alice e il sindaco: la precisione dei francesi

Ciò che incuriosisce nella storia di Alice e il sindaco è l’attenzione maniacale che viene data ai particolare tanto da rendere per certi aspetti il film quasi una docufiction.

La grandeur francese si manifesta nello splendore del municipio degno di un palazzo nobiliare, mentre l’attenzione all’arte di governare è segnata anche dalle scene in consiglio comunale, realistiche e funzionali e agli incontri tra gli assistenti, sempre attenti e pronti a gestire ogni minimo dettaglio senza sbavature, particolare che ricorda film analoghi di stampo americano come Le Idi di Marzo, interpretato e diretto da George Clooney.

Altro particolare l’attaccamento allo stato e alle istituzioni che si evidenzia nella scena della commemorazione di un episodio della seconda guerra mondiale dove tutti gli astanti, dal reduce in sedia a rotelle ai più giovani cantano con enfasi e partecipazione La Marseillaise, inno francese.

Sicuramente singolare per uno spettatore italiano Alice e il sindaco porta con se vari spunti per conoscere e capire i “cugini” francesi e per imparare anche dagli altri a riflettere sui vizi e le virtù nostrane su una cosa tanto fondamentale alla vita di ogni nazione democratica: l’ars governandi.

2 Comments

  1. Maurizio
  2. Francesca

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