Diciotto anni dopo il suo debutto cinematografico, con il primo adattamento tratto dal romanzo di Jeffrey Eugenides ‘Le vergini suicide’, Sofia Coppola (Oscar come miglior sceneggiatura per Lost in Translation) torna a dirigere un cast al femminile da cui emergono Nicole Kidman (Oscar come migliore attrice in The Hours e discussa interprete di Grace di Monaco), Kirsten Dunst (Il giardino delle vergini suicide e Mona Lisa Smile) e Elle Fanning (Super 8 e La legge della notte), sedotte da un enigmatico Colin Farrell (Total Recall) nella trasposizione del romanzo di Thomas P. Cullinan, ‘A Painted Devil’. L’inganno è nelle sale italiane dal 21 settembre.
L’inganno: tra seduzione e tradimento
Il caporale nordista John McBurney (Colin Farrell) viene soccorso dalla piccola Amy (Oona Laurence) e portato nell’esclusivo collegio femminile diretto dalla rigida Martha Farnsworth (Nicole Kidman), ora un edificio soggetto alle continue perlustrazioni dei soldati sudisti in tempo di guerra. Completamente isolate dal resto del mondo, cinque ragazze continuano a ricevere l’educazione impartita da Edwina Morrow (Kirsten Dunst), tra lezioni di francese, cucito e musica. Con l’arrivo inatteso del soldato ferito, la vita delle donne viene turbata dalla presenza maschile del caporale, curato sapientemente dalla direttrice. Ma con il passare dei giorni, le attenzioni delle giovani donne mettono in evidenza una riconoscenza sottile ed effimera da parte dell’uomo, che si abbandona alle attenzioni e alle premure delle sue soccorritrici. In particolar modo si mettono in mostra la giovane Alicia (Elle Fanning) e l’insegnante Edwina, che non si trattengono nel dimostrargli attenzioni morbose e seducenti. Di questo atteggiamento si insospettisce la direttrice, che pudicamente gli riserva premure e attenzioni maggiori.
Durante una cena per la ritrovata salute del caporale, l’equilibrio delle donne viene nuovamente turbato dall’uomo, che si offre di rimanere nel collegio come aiutante e giardiniere. La stessa notte, mentre Edwina decide di concedersi all’uomo che si è dichiarato nei suoi confronti, lo scopre a letto con Alicia. Sconvolta dall’accaduto, lo respinge facendolo cadere dalle scale. La ferita alla gamba si riapre e la direttrice, in un momento di gelosa morbosità, decide di punirlo amputandogli la gamba. Al risveglio, l’ira di John McBurney è orribile. Deciso a punire le donne, si impossessa del controllo del collegio, costringendole a mettere in atto un piano per uccidere il soldato nordista. Mandata la piccola Amy a raccogliere funghi velenosi, la direttrice organizza un’ultima cena per eseguire il macabro piano. Una volta ucciso, con raccapricciante freddezza attendono l’arrivo delle truppe sudiste per potersi liberare del cadavere del caporale.
Premiata a Cannes come migliore regia, l’opera di Sofia Coppola è sublime e scandisce virtualmente le pagine di un romanzo dai tratti gotici ed epocali. Portato per la prima volta sullo schermo nel 1971 con il titolo di ‘La notte brava del soldato Jonathan‘, in originale ‘The Beguiled’ (Clint Eastwood nella parte del caporale John McBurney), il film della Coppola si avvale di una personale trasposizione dedita al sottile gioco delle emozioni. La splendida cornice offerta dalle scenografie di Anne Ross e dalla fotografia di Philippe Le Sourd convoglia nella sceneggiatura scritta dalla regista, abile nel tratteggiare gli umori dei personaggi femminili e l’ambiguità maschile velata di opportunismo e codardia nel personaggio di Colin Farrell, in quel gioco di seduzioni e tradimenti che riesce a non avvilire di noiosità l’intero film. Decisamente un ritratto storico ben riuscito, che riesce ad avvalorare un’opera cinematografica di prestigio, riscoprendo i tempi già offerti da Stoker, diretto dal regista coreano Park Chan-wook e interpretato dalla stessa Nicole Kidman.