Chi ha vinto a Cannes?

Del trionfo di Elio Germano abbiamo già detto (vedi il post di Cinemio sul premio ad Elio Germano come miglior attore a Cannes), e non possiamo che esserne felici. Là sul palco somigliava quasi ad un giovane Nanni Moretti, con lo sguardo più buono ma analogo spirito polemico (“Dedica all’Italia nonostante i politici”, e complimenti a Minzolini che nel suo tg1 oggi è riuscito a censurare pure questa).

Dopo un riconoscimento così – ex aequo con il favoritissimo Javier Bardem, protagonista di “Biutiful” – anche giornali e tv dovranno abituarsi al suo nome, e magari iniziare a scriverlo correttamente: a Repubblica forse non sanno ancor bene chi sia, ed oggi l’hanno sparato in prima pagina come “Elio Giordano”.

Del resto, nemmeno la Palma d’Oro sappiamo bene chi sia. Anzi senza offesa, diciamo pure che fino a 24 ore fa era un illustre sconosciuto dal nome impronunciabile: Apichatpong Weerasethakul. Per fare prima, però, tutti lo chiamano “il thailandese”; e visto quello che è successo in Thailandia negli ultimi tempi, è facile pensare che la giuria (come spesso accade a Cannes, peraltro) abbia voluto dare un segnale politico nel suo verdetto.

Il suo film si intitola “Uncle Boonmee who can recall his past lives” (“Lo Zio Boonmee che si ricorda le sue vite precedenti”) e non era certo fra quelli più gettonati: o almeno, a me era completamente sfuggito dai resoconti delle proiezioni. In Italia verrà distribuito da BIM, e così finalmente ne sapremo qualcosa anche noi.

elio-germano

Gli altri premi

Per il resto, i francesi si sono tenuti in casa loro il premio per la miglior attrice che è andato – pensate un po’ – a Juliette Binoche per la sua interpretazione in “Copia Conforme” di Kiarostami. Un risarcimento per non far uscire del tutto a mani vuote il vecchio maestro iraniano? Chissà, certo non posso dire che lei sia la mia attrice preferita, ma questo film sono comunque curioso di vederlo.

Alla Francia va anche il Grand Prix della giuria per un film di Xavier Beauvois: “Des Hommes et des Dieux” (“A proposito degli uomini e di Dio”), che con un titolo così spudoratamente ambizioso voglio proprio vedere se non cade nel ridicolo.

Buio abbastanza totale, da parte mia, sugli altri due premi importanti: “A Screaming Man” dell’africano (del Ciad) Mahamat Saleh Haroun ha vinto il Premio della giuria; mentre Lee Chang Dong (Corea del Sud, altro paese nell’occhio del ciclone) ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura con “Poetry”. Su questi mi prometto, e vi prometto, di informarmi un po’ e saper dire qualcosa in più nei prossimi giorni.

Ma intanto, cosa ne pensate di questa edizione così discussa?

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