Joy è il nono film del regista americano David O. Russell. L’attrice protagonista Jennifer Lawrence (conosciuta per la saga di Hunger Games) ha vinto recentemente il Golden Globe come Miglior Attrice Protagonista per il ruolo di Joy, una donna che incarna un prototipo del sogno americano.
Joy
L’attrice aveva gia lavorato con il regista in passato, vicendo un Oscar per Il lato Positivo (2013) e un Golden Globe per American Hustle – Quando l’apparenza inganna (2014). Joy è tratto dalla storia vera di Joy Mangano, inventrice del Miracle Mop, il primo prototipo del mocio, che tutte le casalinghe attualmente utilizzano per pulire casa, per poi divenire una imprenditrice per altre sue creazioni, riuscendo anche ad inventare un nuovo modo di fare la televendita.
La caratteristica di Russel è quella di poter collaborare sempre con lo stesso cast tecnico e artistico, formando una squadra molto affiatata che gli ha permesso in passato anche di vincere dei premi prestigiosi.
Questa volta però tutto il racconto non è molto credibile, sia per il rifacimento in costume, che si svolge tra gli anni ’80-’90, e per le ambientazioni, che non risultano essere realistiche. In effetti, il tutto è raccontato dalla voce fuori campo dalla nonna della protagonista Mimì (Diane Ladd) un po’ come una favola. C’era una volta una bambina che aveva molta fantasia e che aveva il dono di trasformare gli oggetti in invenzioni, ma crescendo ha dovuto fare i conti con la realtà, lasciando da parte il suo talento, per poter mantenere la sua famiglia, formata da una madre depressa, che non fa altro che vedere telenovelas in televisione, un padre (Robert De Niro), nullafacente, che cerca di abbordare ricche signore, ed un marito (Edgar Ramirez) che guadagna molto poco come cantante, e che non riesce a passarle gli alimenti per la figlia.
Ma un bel giorno arriva l’illuminazione e la donna comune si trasforma in un eroina dei nostri tempi, riuscendo a cambiare la propria vita in meglio. Il film ha vari piani di lettura, non è molto omogeneo, e come se il regista avesse voluto iniziare una narrazione filmica un po surreale, per approdare poi alla ferocia dell’ambiente lavorativo, dove se non sei uno squalo, non sopravvivi. Non è assolutamente istruttivo, ma decisamente molto americano questo simbolo delle armi utilizzato nel film, come la scena iniziale di una donna che consiglia ad un altra donna di eliminare suo marito utilizzando la pistola, o la scena dove Joy per sfogarsi imbocca un fucile sparando alcuni colpi in aria. E’ decisamente un messaggio molto pericoloso, considerando anche alcuni fatti di cronaca che sono avvenuti in America.
Il film uscirà nelle sale il 28 gennaio 2016 con la Twenty Century Fox.