I Tre tocchi di Marco Risi, visione, concentrazione e velocità nel suo nuovo lavoro a metà tra dramma e commedia. Da giovedì 13 novembre al cinema.
Tre tocchi
A distanza di pochi giorni dal ritorno di un maestro come Ermanno Olmi nelle sale italiane con l’intenso Torneranno i prati, oggi è il turno di un altro gradito ritorno. Tre tocchi è il nuovo film di Marco Risi, dopo il recente Cha cha cha.
Sei storie diverse interpretate da altrettanti giovani attori, qui alla loro prima vera esperienza cinematografica, accomunate da un filo conduttore: il calcio. Ma sia ben chiaro che non è un film sul nostro sport nazionale, ma è stato però il terreno da cui prendere le idee per lo script. Da sei anni infatti, Risi gioca nella squadra calcistica degli attori, squadra fondata da Pier Paolo Pasolini negli anni settanta. Ed è proprio sul rettangolo di gioco, dove questi attori si incontrano, che il regista ha raccolto gli episodi più forti e veri. Attori che spesso non lavoravano e che faticavano a trovare un ingaggio. Vicende scelte quasi a voler far crollare il mito di questo mestiere, riportando sulla terra, agli occhi della gente, anche gli artisti.
Gli allenamenti e le partite, saranno gli unici momenti in cui vedremo i nostri sei protagonisti incrociarsi tra loro. Tutti sono attori, o perlomeno vorrebbero esserlo. Alcuni non lavorano, alcuni fanno solo pubblicità o prodotti di bassa qualità. E tutti sperano nello stesso provino che possa dare loro una svolta alla loro misera esistenza. Gilles (Gilles Rocca) è un attore di soap opera, amante del lusso e le belle donne, vuoto e arrogante. Antonio (Antonio Folletto) è un attore, ma di teatro, fidanzato, ma soprattutto mantenuto e raccomandato, da una donna molto più grande di lui. Leandro (Leandro Amato) ha un oscuro passato alle spalle e dopo tanti anni, ritorna nella sua Napoli per risolvere i conti lasciati in sospeso. Come quest’ultimo, anche Max (Massimiliano Benvenuto) ritorna nella sua terra d’origine, la Basilicata, dopo una serie di insoddisfazioni professionali. Vincenzo (Vincenzo De Michele) si guadagna da vivere cantando in un locale e sfoga tutte le sue delusioni con la violenza fisica. Infine c’è Emiliano (Emiliano Ragno), doppiatore e facchino in un albergo, che ha rinunciato del tutto ai suoi sogni da divo.
Il film purtroppo fatica ad empatizzare con lo spettatore. Come già detto, la pellicola si può dividere in sei storie che si alternano sullo schermo, ad una frequenza temporale troppo eccessiva e con poca logica. Pochi minuti di un episodio per poi passare subito all’altro, e così via. Soprattutto nella parte iniziale, momento in cui si dovrebbe premere di più per catturare l’attenzione, è facile confondersi o ricordare chi faceva cosa. Tante le comparsate di personaggi famosi: Paolo Sorrentino, Marco Giallini, Luca Argentero, Maurizio Mattioli, Claudio Santamaria, Valentina Lodovini. Valorosa la scelta di dare spazio a giovani e sconosciuti attori italiani e relegare a semplici comparse i famosi. Presenza femminile pressappoco nulla.
Realizzato in meno di due mesi e con un budget molto basso, meno di cinquecentomila euro. Di cui la metà è stata investita proprio da Marco Risi, qui infatti anche nelle vesti di produttore. “Tre tocchi è il film che volevo fare, senza soldi ma libero, con un desiderio che provavo da tempo. Oggi è questo quello che ci vuole per me.”