Esce il 21 novembre 2013 l’opera prima di Christophe Offenstein In solitario nel quale, per l’occasione, ritroviamo i produttori e il protagonista del film campione d’incassi in tutto il mondo Quasi amici.
In solitario: quando l’uomo sfida la natura
Il film “In solitario” è una duplice sfida dell’uomo contro la natura: la prima è proprio del suo regista Offenstein che dal ruolo di operatore cinematografico tenta, rischiando tutto , di trasformarsi e bene in regista. La seconda è quella raccontata dal film e che parla della Vendée Globe una prestigiosa competizione velica che mette in gioco non solo le capacità agonistiche dei suoi partecipanti ma anche la integrità fisica e psicologica trattandosi di una gara che prevede una lunga permanenza in perfetta solitudine alle prese con la natura alle volte matrigna.
Sfida epica
La scelta del regista di far iniziare “In solitario” con il protagonista Yann( François Cluzet) già a bordo della sua barca a vela in sostituzione dell’amico Franck è un escamotage per avviare la trama in medias res dando così alla vicenda una connotazione epica. Non è dato a sapere perché Yann sia lì, ora lo spettatore deve seguire con il suo occhio curioso e imparziale quanto accade. E l’avventura di Yann è davvero avvincente perché quasi totalmente ambientata a bordo dell’imbarcazione, scelta difficile perché un’ambientazione alle volte monotona rischia di provocare noia in chi guarda soprattutto se poco a conoscenza o non molto consapevole delle oggettive difficoltà affrontate da chi sceglie di provarsi in una gara sportiva sui generis perché mette a dura prova i suoi partecipanti che si trovano in competizione con gli altri ma soprattutto che scelgono di affrontare una sfida contro la natura.
Uno sportivo, un uomo
La sfida contro la natura che Yann nella competizione in solitario deve affrontare non riguarda solo le condizioni atmosferiche spesso negative ( malgrado il regista offra anche una colonna sonora e delle inquadrature dallo stile pseudo vacanziero forse a fine pubblicitario), ma soprattutto interessa la sfida personale del velista che oltre a essere uno sportivo è soprattutto un uomo. Ha sostituito l’amico Franck che teneva molto a partecipare alla gara ma sa che questa è l’ultima occasione per lui per sostenere un impegno così sfibrante quale il giro del mondo in barca aiutato solo da se stesso. Nonostante tutto Yann non ha lasciato la sua umanità sulla terraferma.Così frequenti sono i richiami alla famiglia lontana, in attesa, ma anche al rapporto che lo sportivo instaura a poco a poco con Mano ( Samy Seghir) salito sulla barca clandestinamente con cui nasce un’amicizia. Yann è il mentore, il padre, l’esempio per Mano e poco importa se rischia tutto per quel ragazzo sconosciuto fino a poco tempo prima. La situazione amicale poco canonica già presente nell’altro grande successo internazionale di Cluzet Quasi amici assume qui una connotazione quasi paterna per la differente età dei due personaggi e non è rara in certe frange di cinematografia francese. Un esempio è il film Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano con Omar Sharif uscito alcuni anni fa.
Un interprete a tutto tondo
Già ammirato per la sua interpretazione ineguagliabile in Quasi amici, che tra l’altro ha in comune con “In solitario” i produttori nonchè lo straordinario successo in patria ( e si prevede anche fuori dai confini francesi) François Cluzet regala un’altra superba recitazione. In scena praticamente dalla prima all’ultima sequenza, l’attore mostra ancora una volta la capacità di saper adeguarsi totalmente al suo personaggio , dote comune solo a pochi grandi. La recitazione di Cluzet rende soprattutto davanti a riprese estreme , quasi sempre in esterno. Film che coniuga la passione per l’avventura e lo sport estremo a dei valori eterni come l’amicizia e gli affetti. Un altro valido esempio della buona scuola filmica francese.
Il backstage del film
Di seguito il video dell primo degli otto backstage realizzati durante la produzione del film