Cosmopolis: il vuoto nell’anima di Robert Pattinson

Dopo il discusso A dangerous Method, il regista David Cronenberg torna al cinema portando il racconto “profetico” di Don DeLillo con protagonista il quasi ex vampiro Robert Pattinson: il 25 Maggio è uscito in Italia “Cosmopolis”.

locandina del film

La trama

New York è piombata nel caos mentre si avvicina la fine dell’epoca del capitalismo. Eric Packer (Robert Pattinson), un playboy dell’alta finanza, entra nella sua limousine bianca per andare a farsi tagliare i capelli dal suo barbiere di fiducia all’altro capo della città, una meta che diventa quasi un’ossessione.

Durante le ventiquattr’ore del racconto, scoppia il caos fuori dalla limousine e Packer osserva impotente il crollo del suo impero. Intanto, sente l’ombra di qualcuno che vuole ucciderlo. Ma non sa chi è, né quando colpirà.

La questione “Pattinson”

Dopo il deludente Bel Ami – Storia di un seduttore, torna l’idolo delle teenager al cinema con un film d’autore che porta la firma di David Cronenberg e il risultato è che, se in alcune opere passate il “problema” recitativo dell’attore era l’inespressività e la quasi totale assenza emotiva che sembra accomunarlo spesso alla collega/fidanzata Kristen Stewart, questa volta proprio questi suoi “difetti” sono adatti al personaggio di Eric Packer, un giovane uomo, ricco e bello, che è logorato dentro da un vuoto che cerca di colmare attraverso la materialità del denaro, del sesso e del potere rendendosi conto, però, che col tempo tutto ciò non gli basta a sopprimere quell’assenza, quella mancanza, quel deserto in cui la sua anima è totalmente sepolta.

Intervista al protagonista Robert Pattinson:

Dentro la limousine

All’interno della sua limousine, mentre attraversa la città, incontra amici, colleghi, amori fino a mostrare quasi indifferenza per tutto ciò che avviene al di fuori della vettura, dove c’è un mondo in rivolta, il caos e la fine della sua carriera pronto ad opprimerlo.

La limousine diventa quindi un luogo in cui avviene un continuo dialogo tra il protagonista e parti della sua anima, uno scontro continuo di idee, opinioni, possibilità, dubbi e fragilità che, attimo dopo attimo, portano il logoramento interiore e apparentemente nascosto del protagonista fuori da sé.

Inizia allora il deteriorarsi del proprio corpo, dei propri abiti, della stessa limousine che, rappresentando la sua anima, adesso appare sporca e ferita. Tutto, alla fine, appare per ciò che è.

Dal romanzo di Don DeLillo

Tratto dall’omonimo romanzo di DeLillo del 2003, il film è stato  sceneggiato dal regista stesso che ammette di aver scoperto l’opera in occasione dell’adattamento cinematografico e di aver scritto la prima sceneggiatura in circa sei giorni. DeLillo dice di lui:

“Pensavo che adattare Cosmopolis fosse un’impresa davvero difficile, […] Ma mi sono dovuto ricredere… Cosmopolis era diventato un film di Cronenberg. È il mio romanzo ma è anche un suo film.”

L’autore, difatti, ha approvato sin da subito la sceneggiatura che, spesso, riporta dialoghi assolutamente fedeli allo stesso libro.

Un’opera che nasceva “profetica” nel distante 2003 ma che oggi sembra rivelarsi più attuale che mai in prospettiva della situazione finanziaria mondiale.

Trailer del film:

Con una buona fotografia di Peter Suschiztky, che già in passato ha collaborato col regista, ed una sceneggiatura salda seppur, a tratti, non del tutto equilibrata, Cosmopolis si afferma un’odissea capace di colpire con le parole ma non con l’immagine, con un ritmo estremamente lento a favore di un ottimo adattamento ed un Pattinson che entra nella parte benché, giunto dinanzi ai dialoghi con un gigante come Paul Giamatti inizia a tentennare per mostrarsi, ancora una volta,  incapace di una volontà ed un’insieme di emozioni e sentimenti che il suo personaggio avrebbe maggiormente richiesto.

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