È in arrivo il 13 aprile il controverso e acclamato As bestas, un western “rurale”. Il titolo completo per la versione italiana è As bestas – la terra della discordia. La prima parte significa chiaramente le bestie e si rifà al galiziano, parlato nella regione di ambientazione del film
Un western rurale
2010, Galizia. In un villaggio semi abbandonato giunge una coppia di stranieri che decide di insediarsi per avere un approccio più ecosostenibile alla loro esistenza.
Quando questi si oppongono all’installazione di pale eoliche, sicuro guadagno per gli abitanti del paese, nasce un insostenibile dissidio sfociato nell’assassinio dell’uomo della coppia e con l’occultamento del suo cadavere. Solo quattro anni dopo il caso sarà risolto, grazie alla forza d’animo della moglie.
Il trailer di As bestas
Parte da questo spunto di cronaca la pellicola di Rodrigo Sorogoyen e Isabel Peña. I protagonisti della storia sono due francesi, Olga e Antoine ( Marina Foïs e Denis Ménochet) a cui si contrappongono Luis Zahera e Diego Anido nel ruolo dei due fratelli assassini Xan e Loren.
As bestas parte con una scena documentaristica: il metodo con cui gli uomini bloccano i cavalli selvatici, stesso metodo utilizzato per l’omicidio di Antoine
Per l’ambientazione selvatica, che privilegia e indugia su territori aspri e brulli spesso incupiti dal cielo gravido di nubi, il film può definirsi un western rurale. Anche la contrapposizione tra gli “stranieri” e gli abitanti del villaggio ricordano molti film di frontiera.
Le tematiche sviscerate dal film sono infinite: l’odio per il diverso, la salvaguardia dell’ambiente contro la smania di guadagno, l’atavica “bestialità” dell’uomo, la tenacia contro la connivenza degli uomini di legge o presunti tali sono alcuni degli spunti tratti dalla vicenda.
Bella anche la scelta del regista di usare inquadrature a piano sequenza e di privilegiare i dialoghi tra i vari personaggi. Numerose nomination in Spagna al premio Goya per un film destinato a far parlare di sé.