A Pavia il cinema muto diventa musica: “Broken Blossoms” di D.W.Griffith

Appuntamento insolito quello dello scorso martedì 13 aprile, in una città dall’atmosfera spesso apatica come la “mia” Pavia.

Musica e cinema si sono incontrati ancora una volta a Spaziomusica, locale per noi storico, dando vita ad una serata davvero piacevole ed emozionante.

Il collettivo di musicisti pavesi “bluEsForCE” ha deliziato i presenti improvvisando la colonna sonora del film muto Broken Blossoms (Giglio Infranto, 1919) diretto dal padre del cinema americano David W. Griffith.

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Il progetto alquanto originale, intitolato “Cinestesia by bluEsForCE“, è attivo ormai dal 2007, e nell’archivio possiamo trovare veri e propri gioielli cinematografici: da The General (Come vinsi la Guerra, 1927) di Buster Keaton a The Gold Rush (La febbre dell’oro, 1925) di Charlie Chaplin, passando per Bronenosec Potëmkin (La Corazzata Potëmkin, 1925) di Sergej M. Ejzenštejn (per queste ed altre curiosità, vi consiglio di dare un’occhiata alla pagina myspace del progetto).

Una dolce amicizia tra gli esclusi della società

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La storia narra il dramma di Lucy Burrows (Lilian Gish), giovane londinese vittima delle violenze del padre Battling (Donald Crisp), un ex pugile alcolizzato.

La ragazza, dopo l’ennesima prepotenza, si rifugia nella casa-negozio di Cheng Huan (Richard Barthelmess), cinese dall’animo generoso giunto in Occidente per diffondere la parola di Buddha.

E’ l’incontro dolcissimo tra due anime fragili, due cuori gentili che la società vuole opprimere ed emarginare.

La voce del sax sprigiona un’immensa carica di passione, che ci travolge e ci fa tremare per l’emozione.

Il loro è un amore puro e delicato, grazioso come il viso di Lucy, o meglio di Lilian Gish, in una delle sue più candide interpretazioni.

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Il giglio infranto

Cheng Huan dona alla piccola fanciulla quella gentilezza che lei non ha mai conosciuto: il brutto anatroccolo si trasforma così in un bellissimo cigno.

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“Ed egli posò i raggi di luna sui capelli di lei; e per tutta la notte rimase rannicchiato al suo fianco, stringendo a sè la sua esile mano.”

Ma la loro rimarrà una triste storia.

Il suono incalzante delle percussioni accompagna la minaccia del padre che, avvertito da un suo amico, irrompe nell’idillio con ferocia estrema.

E qui Griffith dimostra tutta la sua bravura: grazie alla tecnica della doppia soggettiva, con un campo-controcampo a 180°, riesce a tradurre alla perfezione la violenza negli sguardi tra padre e figlia, smuovendo in noi la rabbia per quei soprusi.

Il ritorno ad una melodia lieve e melanconica ci proietta con forza all’apice del dramma: il destino sarà crudele, e quell’incantevole giglio verrà infranto.

Questo è il video della tragedia finale, dove l’occhio più attento potrà notare una particolare somiglianza con una scena di The Shining di Stanley Kubrick:

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