In quanto amante della matematica e delle scienze in generale, attendevo con ansia l’uscita di questo film tanto contestato. Sto parlando di Agora, l’ultimo film di Alejandro Amenábar con una splendida Rachel Weisz nei panni della filosofa Ipazia.
La storia
Siamo ad Alessandria d’Egitto, seconda metà del IV secolo d.C., allora sotto l’Impero Romano, nella quale convivono tre religioni: il culto di Serapide, divinità greco-egizia, ebraismo e cristianesimo. Quest’ultimo, appoggiato dall’Imperatore Romano, continua a diffondersi, grazie anche al violento e contestato vescovo Cirillo. Tra le mura della famosa biblioteca, Ipazia (Rachel Weisz), filosofa, matematica e astronoma, figlia del filosofo Teone (Michael Lonsdale), insegna ai suoi discepoli cercando di rimenere indifferente alle frequenti risse religiose. Amata da due uomini, Oreste (Oscar Isaac) che diventerà prefetto di Roma, e Davo (Max Minghella) il suo schiavo, Ipazia, una volta abbandonata la biblioteca presa d’assalto dai cristiani, continuerà da sola i suoi studi astronomici finchè non verrà sopraffatta dalla bieca ignoranza di chi vede in una donna colta e laica una minaccia al proprio potere.
Le difficoltà della distribuzione
Uscito alla fine dell’anno scorso in Spagna, Agora ha avuto difficoltà a trovare un distributore in Italia: alcuni hanno ipotizzato un boicottaggio da parte della Chiesa, lo stesso che avrebbe fatto in modo da far dimenticare negli anni il nome della filosofa. Il film è riuscito ad uscire solo grazie ad una petizione, che di siti in siti fino ad arrivare ad un gruppo di Facebook, ha raccolto migliaia di firme.
In realtà però chi ha voluto vedere una condanna del Cristianesimo del tempo secondo me si sbaglia: il film è un’accusa al fondamentalismo in qualunque forma si manifesti. Che siano cristiani, ebrei o pagani, commettono un errore quando nel nome della propria verità non lasciano spazio a chi la pensa diversamente: Amenábar, in questo contesto regista e sceneggiatore, ci regala un bellissimo biopic di un personaggio femminile ingiustamente dimenticato, simbolo della ragione e della tolleranza che vengono sopraffatti dall’eccesso dell’ortodossia.
Come lo stesso regista ha inoltre affermato durante la presentazione del film al festival di Cannes, dal punto di vista degli integralismi religiosi da allora ad oggi poco è cambiato.
I pregi del film
Certo il film non manca di difetti, come le location troppo semplicistiche o i costumi troppo finti: eccessivi sono per esempio le separazioni nette dei colori degli abiti usati per distinguere i cattolici dagli ebrei o dai pagani (o più semplicemente i buoni dai cattivi).
Ciò che spicca splendidamente è però la passione con cui Rachel Weisz interpreta la filosofa. E’ affascinante seguire i suoi progessi negli studi, ai tempi in cui in assenza di carta si faceva uso di corde e bastoni di legno nella sabbia per tracciare forme geometriche: indimenticabile la scena della barca in cui Ipazia cerca di dimostrare, facendo gettare un sacco da uno degli alberi maestri, che è la terra che si muove e non il sole.
Insomma il fascino del film, a mio avviso, sta tutto nell’amore per la sapienza (significato del termine filosofia) di Ipazia e dei suoi seguaci: guardare Agora nel buio di una sala cinematografica mi ha permesso, per i minuti della durata del film, di respirare come non facevo da tanto, l’aria della scienza come passione di vita e non semplice nozionismo. Forse dirò una banalità ma se si facessero vedere più film come questi agli studenti e si insegnasse loro come Ipazia fa nel film, forse avremmo più ragazzi appassionati e meno svogliati.
Alcuni errori nel film
Le immagini satellitari che vengono utilizzate per confutare gli studi dell’universo fatti da Ipazia dovrebbero mostrare l’Alessandria del 400 d.C.: in realtà si possono vedere il canale di Suez, il lago Nasser e i Laghi Toshka tutti cronologicamente successivi.
In una delle scene del film si vede la Lupa Capitolina che allatta Romolo e Remo: in realtà a quei tempi esisteva (e non è neanche certo) solo la lupa mentre i gemelli sono stati aggiunti solo alla fine del XV secolo d.C.
Ipazia è nata tra il 350 e il 370 d.C e uccisa nel 415. Quindi quando è morta aveva tra i 45 e i 65 anni, che nel film porta davvero bene.
Anch’io ho visto Agorà, proprio ieri sera, ma non sono uscita entusiasta dalla sala. A parte – e qui ti do ragione in pieno Antonella – il fatto che il film porta alla ribalta la storia di un personaggio ingiustamente dimenticato, credo che Amenabar abbia voluto strafare senza riuscire nell’intento. Condensare in due ore l’eterno conflitto tra scienza e religione, la lotta tra cristiani e pagani, tra cristiani ed ebrei, tra Chiesa e Impero, con insieme la biografia di un personaggio emblematico come Ipazia, scienziata per di più donna, è davvero un progetto ambizioso. Coraggioso, per carità, ma non riuscito secondo me.
Si Flavia, forse come dici tu il film non è riuscito del tutto, e infatti l’ho anche scritto nella recensione.Quello che ho voluto sottolineare è proprio la passione di Ipazia che secondo me è stata espressa meravigliosamente da Rachel Weisz
anche a me è piaciuto molto questo film, anche se è molto triste. Gli attori sono stati fantastici e la temantica principale di questo film è molto importante e da non trascurare; il conflitto fra scienza e fede e la sottomissione delle donne nel IV sec. D.C. Tuttavia un dubbio mi affligge: in italiano ke cazzo significa Agorà????????????
Anonimo Toscano, grazie per aver lasciato il tuo feedback, anche se da queste parti non ci paice molto l’uso della parolacce ;).
Questa volta ti perdono!
Sinceramente non so rispondere alla tua domanda, comunque Agorà dovrebbe significare piazza dal greco se non sbaglio.
agorà viene dal greco e nella grecia era una piazza dove si riunivano tutti i cittadini. comunque sia anche a me il film è interessato, pur non essendo esattamente il mio genere e durando tre ore…
Ma spiega bene appunto il rapporto tra cristianesimo e anticristianesimo. Ma soprattutto anche la trascuratezza delle donne che se si comportavo come uomini era considerato un vero crimine che le portava addirittura alla morte. Proprio come vediamo in questo film per Ipazia, filosofa che ha inventato la forma ellittica per il movimento dei pianeti sulla terra, e per questo è stata lapidata.
E penso anche io che venga pure esaltata la passione della scienza da parte sua, l’unico motivo per continuare a lottare nonostante la guerra che stava per uccidere tutti e sapeva che sarebbe potuta arrivare la sua fine.Questa passione, appunto potrebbe invogliare anche i ragazzi a lottare per qualcosa e arrivare a uno scopo.
Grazie Eustachio per la tua analisi!