Only Murders in the Building, la crime comedy con Steve Martin e Selena Gomez: la recensione

Arriva il 31 agosto su Disney plus Only Murders in the Building, la tv series genere murder mystery scritta da Dan Fogelman (This is Us), John Hoffman e Steve Martin, che ne è anche uno dei protagonisti insieme a Selena Gomez (I maghi di Waverly; Montecarlo) e Martin Short (Il padre della Sposa; Mars Attack). Nel cast figura anche Sting nel ruolo di… sé stesso.

Trasmesso in contemporanea negli Stati Uniti su Hulu e nei mercati internazionali, tra cui in Italia, su Star all’interno di Disney+ come Star Original, Only Murders in the Building è composta da 10 episodi in onda a cadenza settimanale e vuole essere una comedy che ironizza sugli appassionati di true crime.

Only Murders in the Building - poster
Only Murders in the Building – locandina

Only Murders in the Building

Tre perfetti sconosciuti passeggiano, ognuno a fatti propri, per le vie di New York e finiscono tutti e tre per entrare nello stesso prestigioso palazzo dell’Upper West Side, dove vivono. Si ritrovano, anche, a fianco in ascensore, scambiandosi casuali convenevoli mentre un quarto personaggio, intento in un’animata conversazione telefonica, li raggiunge in uno dei vari piani dell’edificio.

E da qui inizia il tutto. Perché, come a volte capita nella vita e come spesso succede nelle sceneggiature scritte con gusto, incontri fortuiti mettono insieme persone disparate e da quest’unione casuale nascono storie.

Nel caso specifico, galeotto fu, più che l’ascensore, il ritrovarsi qualche ora dopo al bar a fianco dopo un’evacuazione forzata del palazzo che fa scoprire un crimine commesso al suo interno: l’assassinio – guarda un po’ – giusto del quarto sconosciuto salito con gli altri tre sull’ascensore.

Altro punto in comune dei tre, che a questo punto passano quantomeno alle presentazioni: tutti loro adorano e seguono lo stesso podcast di true crime, storie vere di crimini raccontate in audio ascoltabili online. Quando si rendono conto di essere stati gli ultimi a vedere il morto ancora in vita, la loro passione si trasforma in spunto per iniziare a loro volta un podcast in cui registrare i progressi della loro personale investigazione sull’assassinio.

Gli episodi

Nel corso degli episodi, intitolati con lo stesso nome da loro dato alle puntate del podcast, seguiremo i progressi – e gli abbagli – di Charles (Steve Martin), ex-attore di una serie, appunto, investigativa; Oliver (Martin Short), regista fallito di produzioni brodwayiane; e Mabel Mora (Selena Gomez), misteriosa ragazza con molti scheletri nell’armadio.

Non è la sola nel palazzo a nascondere aspetti del suo passato, e nel corso delle improvvisate indagini dei tre molti segreti, sia di loro stessi sia dei loro vicini, saltano fuori, a volte avvicinandoli alla verità, a volte confondendoli, spesso facendoli temere che il colpevole sia in mezzo a loro. E facendoli costantemente chiedere: quanto davvero conosciamo le persone che ci vivono a fianco?

Only Murders in the Building: il trailer ufficiale

Only Murders in the Building – official trailer

Una commedia dallo stile di altri tempi e dall’intrigo che appassiona

La prima cosa che salta all’occhio guardando gli episodi di Only Murders in the Building è che gli sceneggiatori sanno fare il loro mestiere, e sanno anche divertirsi nel farlo.

La commedia è misurata, intervalla momenti leggeri ad altri più melanconici – la solitudine di ognuna di queste persone, che vivono da sole in appartamenti sicuramente costosi, vista l’esclusività del “building”, ma che in verità nascondono tante altre solitudini, diverse ma in fondo uguali alla loro. Ma non appena il tema rischierebbe di scivolare nel patetico, tra attori in pensione dimenticati, vecchi registi falliti, giovani ricchi annoiati che prendono una cattiva piega e giovani poveri che li seguono a ruota, ecco che un guizzo, un atto maldestro, un quiproquo ci riporta il sorriso e ci fa ritornare a quell’ambiente lieve tipico della comedy.

Anche in questo caso la parola d’ordine è buon gusto e misura, lontana degli eccessi stile slapstick cui la coppia Steve Martin – Martin Short ci aveva abituato nei loro partenariati celebri, come Tre amigos! (1986) e Il padre della Sposa 1 (1991) e 2 (1995).

In Only Murders in the Building si ride, si sorride, ma ci si mantiene sempre ad un livello che non scade nel volgare, nel greve o nel humor genere “le comiche”, che in un’era in cui imperversano i James Gunn e la glorificazione unita allo sdoganamento del bad taste, grossolano e kitsch, è decisamente qualcosa per cui si può essere grati ai creatori della serie.

Only Murders in the Building - cast
Only Murders in the Building – cast

I punti forti

Non mancano anche attimi quasi onirici, in cui vediamo il mondo attraverso l’immaginazione dei protagonisti – come quando vediamo il sogno di Oliver (Martin Short) e assistiamo al suo rivederlo ad occhi aperti quando esce da casa del figlio e praticamente vola giù dalla rampa di scale; o quando Charles (Steve Martin) gira magicamente le sue uova in padella, che rimbalzano per terra e tornano al posto. Ché ognuno di noi, quando le cose prendono il verso giusto, o quantomeno quello auspicato, si sente come in uno stato di estasi soprannaturale.

Anche Mable (Selena Gomez) ci fa assistere ai suoi pensieri che prendono vita, spesso in forma di flashback, aiutandoci a ricostruire frammenti del suo passato, che pare essere, anche se il più recente, il più denso di avvenimenti che potrebbero aiutarci a dipanare l’intricata matassa del crimine insoluto.

L’idea di seguire le indagini amatoriali dei tre protagonisti e far loro realizzare un podcast sul mistero dona un quid di attualità ad una serie che possiede il fascino dei tv show alla Miss Marple o Hercule Poirot, con in più la verve comica della rodata coppia Martin-Short, cui il contraltare serioso della Gomez si inserisce perfettamente per bilanciare il tutto.

Molto divertente anche il cameo di Sting, che dimostra una notevole capacità di non prendersi sul serio, insospettabile in momenti precedenti della sua carriera.

Only Murders in the Building – il cast con Sting

Last but not least, l’intrigo riesce effettivamente a intrigare e, già dopo la prima puntata, è automatico iniziare a raccogliere indizi e pezzi del puzzle per risolvere l’enigma. Dopo i tre primi episodi – quelli disponibili che abbiamo potuto vedere in anteprima – è inevitabile la discussione familiare sulle varie teorie e i possibili colpevoli, pur se ancora potrebbero essere tutti e nessuno.

Bilancio finale di Only Murders in the Building

Decisamente positivo, al punto che non si può fare a meno di aspettare gli episodi successivi per verificare le proprie ipotesi, vedere come andrà a finire ma anche semplicemente gustarsi il piacere di uno show ben fatto. E calibrato in tutto, anche nella programmazione: ben venga l’attesa da una settimana all’altra, che centellinare fa apprezzare meglio rispetto alla modalità ormai abusata della grande abbuffata, del tutto e subito, tipica di altri servizi di streaming.

Piccola avvertenza per chi vorrà guardare la serie in famiglia (con bambini dagli 11 anni in su): ci sono alcune, rareimmagini (del morto) un pochino forti che potrebbero impressionare i più sensibili. Ma è solo un istante, basta chiudere gli occhi per non perdere la possibilità di continuare l’inchiesta con un infervorato confronto di ipotesi a fine puntata. Che discutere insieme a tv spenta è il plus che sanno regalarti le serie (e i film) riusciti e di qualità.

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