Time to Hunt è un film d’azione sudcoreano del 2020, diretto da Yoon Sung Hyun e con protagonisti Lee Je Hoon, Ahn Jae Hong, Choi Woo Shik e Park Hae Soo. Il film è stato presentato in anteprima al 70° Festival Internazionale del cinema di Berlino il 22 febbraio 2020, rendendolo il primo film sudcoreano ad essere proiettato in quel festival. Dal 24 Aprile è disponibile su Netflix.
Time to Hunt
Jun Seok è un ragazzo che dopo aver passato tre anni in prigione, esce e si ricongiunge con i suoi amici d’infanzia, Ki Hoon e Jang Ho. Vivono in una Corea che si sta lentamente deteriorando, a causa anche del Won (moneta locale) che ogni giorno perde sempre più valore. Stanchi di vivere nella miseria, decidono di organizzare un ultimo colpo in una bisca clandestina, che contiene migliaia di dollari americani. Il colpo riesce ma non sanno che uno spietato assassino è sulle loro tracce…
La realtà illusoria in un thriller coreano
La Corea descritta nel film è quella in gravi difficoltà economiche, piena di debiti e con la propria moneta svalutata. Le persone vivono nella miseria, un po’ ci ricorda Parasite, dove la gente viveva come “scarafaggi”. O si è ricchi o si è poveri, la via di mezzo non esiste, perciò sei costretto a diventare un criminale per guadagnarti da vivere. Uno dei protagonisti ha un sogno, trasferirsi su una bella isola e vivere nell’ozio.
Ma se la moneta coreana sta perdendo sempre più valore, come fare a recuperare i soldi necessari? Semplice, si deruba una bisca clandestina, dove i dollaroni americani volano liberi. Ma mettersi contro le forze dell’ordine è un conto, mettersi contro la malavita è un altro.
Questo futuro distopico, raccontato in chiave pessimistica, non fa altro che alimentare la voglia di riscatto sociale in un futuro che speranze non ne ha. In fin dei conti non si ha nulla da perdere quando non si ha nulla. Il film
è raccontato sia in modo frenetico con inseguimenti e sparatorie, sia in modo riflessivo, entrando nella testa dei personaggi che nella loro fantasia sognano anche una famiglia. Un grande impatto sociale che si unisce all’azione adrenalinica della struttura del racconto.
In tutto ciò, per distruggere ancora una volta l’illusione della realtà, viene inserita la figura di un pericoloso assassino, a dimostrazione del fatto che spesso i progetti non riescono, c’è sempre qualcosa che va storto. Quella che doveva essere una semplice rapina si trasforma in una caccia al topo, i sogni vengono infranti due volte e le atmosfere diventano sempre più rosse e cupe. Dal dramma all’azione, e dall’azione al thriller, un continuo cambiamento, come l’evoluzione dell’uomo stesso.
Il cinema sudcoreano conquista tutti
Parasite indubbiamente sta continuando a influenzare molte produzioni sudcoreane, soprattutto per l’impostazione del racconto. Si parte da un genere per poi sfociare in tutt’altro. Le location diventano sempre più realistiche e suggestive, con spazi chiusi, ristretti e quasi sempre al buio. Gli enormi palazzi vuoti e semi distrutti rappresentano in pieno l’essenza
umana, che all’esterno appare curato ma è logoro dentro. I colori, le scenografie, i ritmi dei dialoghi, sono un crescendo teatrale, più si va avanti e più la suspance sale facendosi spazio tra le critiche ad una società allo sbando. Ed è appunto questo che accomuna Parasite a Time to Hunt, la classica denuncia sociale che si mescola con gli ingredienti di un Action Movie, per servire un buon piatto a base thriller, e il condimento siamo noi spettatori. E pensare che Time to Hunt è soltanto il secondo lungometraggio del regista, direi che è sulla buona strada.
Perché guardare Time to Hunt?
Perché è la storia di una rapina raccontata bene, che esplora il contorno sociale ed emotivo dei personaggi. Tutto ciò che accade è imprevedibile e visivamente accattivante e molto realistico. Perché se vi piacciono i film “rapina e truffa” siete a cavallo e se vi piacciono i thriller, beh che ve lo dico a fare! È un film decisamente per tutti, l’azione costernata da sparatorie e inseguimenti, il thriller con una estenuante caccia al topo con colpi di scena a non finire. Persino il finale è un finale inaspettato, chi è la vera preda e chi il vero cacciatore? Time to Hunt è anche un omaggio ad altri capolavori orientali, potrei citarne un’infinità, ma forse quello più evidente è Sonatine di Takeshi Kitano. Time to Hunt è un buonissimo film, con un buon ritmo e una storia interessante, noi di cinemio ve lo consigliamo, non ve ne pentirete!
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