Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli, dal 1 settembre 2021 al cinema e presto su Disney +. Film per la regia di Destin Daniel Cretton, con Simu Liu, Tony Leung, Awkwafina e Michelle Yeoh. 132 minuti.
Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli, ma tutto parte da un ciondolo…
San Francisco, California. Qui lavora Shang-Chi, facendo il posteggiatore di auto in un hotel. Tutto tranquillo nella sua vita, finchè un gruppo di malviventi ruba a Shang un ciondolo, che era appartenuto a sua madre… Da qui inizia l’avventura, un passato che si credeva dimenticato ritorna e tra effetti speciali e leggende mitologiche, la storia forse cambierà il suo corso…
Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli si apre raccontandoci la storia dei dieci anelli per poi spostarsi a San Francisco dove ci viene presentato il nostro protagonista Shang-Chi (Simu Liu) e la sua vita, che sarà, però sconvolta, quando lo verranno a prendere i fantasmi del passato che pensava di essersi lasciato alle spalle. La storia delle origini che ci viene raccontata si discosta completamente dalla versione fumettistica del personaggio fornendocene una nuova.
Trailer del film Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli
… E dieci furono gli anelli dati alla Marvel, che vuole supereoi sopra ogni cosa…
Il secondo film della fase quattro dell’universo Marvel, nonché vero apripista (considerato che il primo fu “Black Widow”), e il primo cinefumetto con un protagonista asiatico. La casa di produzione con sede a New York si interfaccia per la prima volta con la cultura orientale e lo fa alla grande superando questo primo banco di prova post dipartita degli eroi di punta, fornendocene uno nuovo di cui sicuramente sentiremo parlare.
La pellicola parte come secondaria agli occhi del grande pubblico, visto lo scarso appeal di un protagonista semisconosciuto anche ai più appassionati di fumetti e la finestra di uscita fissata prima del grande progetto diretto dal premio Oscar Chloè Zhao ossia “The Eternals” e, soprattutto, prima dell’attesissimo “Spiderman no way home”.
Nonostante ciò, la Marvel sforna una ottima origin story a tinte fantasy, condita da sequenze di combattimento spettacolari.
Punti di forza e non
Destin Daniel Cretton fa un lavoro straordinario alla regia riuscendo a rendere i combattenti di arti marziali sempre chiari e coreografati alla grande, sicuramente l’elemento migliore del film. Regia che riesce anche in parte a nascondere anche le criticità di una CGI scricchiolante durante lo scontro finale.
Purtroppo se la regia è un punto di forza, non si può dire lo stesso della sceneggiatura che cade in forzature troppo grandi, a partire da ciò che succede alla madre del protagonista, fino ad arrivare all’azione che porta alla risoluzione dello scontro finale.
Il film è intriso della solita comicità Marvel, talvolta, purtroppo, totalmente decontestualizzata, in particolare nelle battute della spalla di Shang-Chi, Katy (Awkwafina).
La componente multiculturale della pellicola è curata molto bene, rappresentata alla grande la cultura cinese (vengono inserite anche creature della mitologia orientale) e ancor meglio rappresentato l’incontro tra oriente e occidente tramite elementi della cultura pop americana che si fondono alla perfezione con la tradizione orientale , incontro che trova il suo apice nel finale.
Fase quattro della Marvel preparatevi.
I personaggi sono funzionali alla pellicola nonostante soffrano di una piattezza generale nella caratterizzazione, oltre al protagonista i comprimari sono estremamente dimenticabili, per non parlare del cattivo interpretato da Tony Leung che viene reso, causa un’ ingenuità di sceneggiatura, un personaggio troppo stupido rispetto a come ci era stato presentato.
Shang-Chi è fruibile senza aver visto gli altri prodotti Marvel ma strizza l’occhio con piccoli e azzeccati riferimenti come il ritorno di un personaggio che chiude determinate questioni lasciate aperte da ”Iron Man 3” e il cameo di un altro volto familiare al pubblico.
Un elemento che funziona è la valorizzazione della figura femminile nella cultura orientale, qui rappresentata dalla sorella del protagonista, Xu Xialing (Meng’er Zhang) che si prenderà le sue rivincite dopo una vita all’ombra di figure maschili.
La colonna sonora è rappresentativa dell’incontro tra oriente e occidente di cui parlavo prima, viene alternato il tema principale tipico cinese a brani non originali della cultura pop statunitense.
Ovviamente non mancano le classiche due scene dopo i titoli di coda tipiche dei film Marvel.
Non è il mio genere, ma credo – come dice Michele Scarperia – che questo filone avrà un ottimo futuro e una fortunata storia. Grazie.