Arriva nelle sale italiane oggi 15 Dicembre il nuovo film della saga Star Wars, primo del filone ‘staccato’ dalla storia principale, che si va a collocare tra il terzo e il quarto episodio e con alla regia Gareth Edwards e protagonista Felicity Jones: Rogue One – a Star Wars story. Anche in 3D.
Rogue One
L’impero ha da poco acquisito pieno potere e troviamo Jyn Erso (Felicity Jones; La teoria del tutto, Inferno) a doversi unire ad un manipolo improbabile di eroi della ribellione per andare a rubare la mappa di una famigerata arma che Darth Vader sta preparando come attacco finale contro l’alleanza stessa: la Morte Nera.
Trailer del film:
La (nuova) Speranza
Dopo un episodio di assestamento (il capitolo VII), dove ad un forzato proseguire della storia si accosta anche l’esigenza di mantenere un clima più adulto e dei personaggi ormai fortemente connotati nella storia del cinema e del costume mondiale, il regista Gareth Edwards (dopo film come Monsters e Godzilla) riesce qui con estrema lucidità a proseguire la via prescritta del collega J.J.Abrams, con la forza di un soggetto che, legato ad “Una nuova speranza”, possa dunque condurci nuovamente nel cuore, nel ritmo, nel clima della questa saga senza tradirla, anzi arricchendola e trovando il suo punto di forza proprio nella (necessaria) auto-conclusione al termine dei 143 minuti di pellicola.
Guerra
E’ di certo questo il punto di forza di un film che si “sporca” sin dall’inizio, mantenendo fede al talento registico che Edwards saprà poi ricambiare dopo un fiacco primo atto (quello più ricco di cliché) ed un secondo di assestamento per poi fiorire ed ascendere nel terzo e portarci magnificamente all’epilogo, donando tra l’altro una sequenza letteralmente di guerre stellari degna solo di episodio IV e V.
Padri e Figlie
Ancora una volta il rapporto tra genitori e figli è il fulcro (e il già visto) della storia, su cui tutto, fin proprio la speranza di un popolo si regge. Felicity Jones interpreta un’eroina classica eppure moderna, che s’immola per la patria solo dopo una motivazione fortemente personale e grazie a quella trova la forza dentro per raggiungere il suo scopo, anche a costo della vita. Lo abbiamo già visto, con Luke Skywalker, e lo vedremo ancora con Ray nella nuova trilogia, ma Edwards riesce a raccontare tutto con grande eleganza, con ritmo invidiabile e riesce a procedere dentro mirabolanti scene d’azione per trovare il cuore dei personaggi e della storia senza mai scadere in facili appiattimenti emotivi.
Diego Luna (Contraband, Elysium) le sta accanto, richiama per certi aspetti Han Solo ma se ne scosta, grazie ad una scrittura che caratterizza i personaggi ma non troppo, come a voler raccontare di un affresco storico di persone e personaggi che non ci appartengono e che non conosceremo mai del tutto se non grazie a quello che hanno fatto per noi. E in questo notiamo l’originalità di un episodio che sarà un ‘unicum’ della saga.
Merito al reparto sonoro, ai visual effects, al coraggio in scrittura dell’ultimo atto, nuovo per una casa come la Disney ma che rende di certo questo Rogue One come uno dei migliori episodi della saga per come porta a termine Edwards la sua avventura che rende grandi degli eroi quotidiani poco hollywoodiani, riuscendo a strizzare l’occhio sia al film ‘d’autore’ che all’episodio di una franchise eterno che porta ancora una volta, ma stavolta sentiamo come questo sia solo una formalità, il marchio della Lucasfilm.