La Belva di Ludovico Di Martino con Fabrizio Gifuni, Lino Musella, Monica Piseddu, Emanuele Linfatti. Troverete il film dal 27 novembre 2020 su Netflix.
Un ex militare sotto psicofarmaci, uno da non fare incazzare. Una Belva.
Leonida Riva (Fabrizio Gifuni), un ex militare, un solitario, una Belva.
E’ tornato a casa, dopo svariate missioni di guerra, un passato da Primo Capitano nelle Forze Speciali dell’Esercito. Un passato fatto di assalti, torture e prigionia. Questa vita lo ha portato, per forza di cose, a staccarsi sempre di più dalla sua famiglia. Una ex moglie e due figli. Un maschio adolescente Mattia, che ormai non vuole più vedere il padre, e una bambina Teresa, che lo adora e lo ama incondizionatamente.
Leonida cerca di ritornare nella vita dei figli, come può. Con la scusa di una cena, chiede ai suoi figli di andare a casa sua. Mattia, però, restio ad andare dal padre, decide di “saltare” la cena dal padre, e fermarsi, con la sorella a un fast food, dove si incontra con gli amici…
Mattia lascia Teresa sola, solo per 2 minuti. 2 minuti di troppo. Qualcuno rapisce la bambina, sparisce nel nulla. E quando Leonida lo scopre, la Belva tornerà, incazzata come non mai. Perché a quest’uomo puoi toccare tutto, puoi torturarlo, puoi strappargli le unghie. Ma non puoi toccargli i figli. Mai.
Il trailer del film Netflix
Un rapporto difficile con il figlio adolescente, e con il resto del mondo
Un film ad alta tensione, un film ad alto contenuto di violenza. Se non vi piace il sangue, avrete le mani sugli occhi per gran parte del film. Violenza, tanta violenza, per l’amor del cielo, è anche “giustificata”, ma la violenza non manca. Tra pugni, pistole e coltelli, alla Belva non manca nulla.
Su tutto spicca l’amore incondizionato di un padre per i propri figli, un padre che tira fuori un lato violento, che era ormai convinto di esserci lasciato alle spalle. Ma per i figli, i genitori farebbero (o dovrebbero fare) qualsiasi cosa. Anche spaccare la faccia a dei loschi ceffi che hanno osato rapire la sua bambina.
Sapete quando, di solito durante un processo, si dice “se potessi stare 5 minuti in una stanza, solo con l’accusato, senza telecamere”?
Ecco, la Belva ci stà solo con gli accusati, e per più di 5 minuti.
Presente Commando? Ecco.
Presente Io vi troverò? Ecco.
C’è tutto un filone di film “hai osato rapire mia figlia, ora te meno”, e La Belva, fa parte di questo filone. Un film che passa dal presente, al passato, con dei flashback alla guerra, per farci capire con chi abbiamo a che fare.
Un film che adorerete, se vi piacciono denti che saltano, e sangue che vola.
La trama non è complicata, si segue facilmente in ogni momento, e Fabrizio Gifuni è bravissimo.
Dalla prima inquadratura del film rimani indeciso, se chiedergli subito scusa, o dargli anche dei biscotti per tenerlo buono.
La faccia perfetta per una Belva, almeno sullo schermo.