Il robot selvaggio è un film d’animazione di casa Dreamworks del 2024 scritto e diretto da Chris Sanders. Nel cast di doppiatori troviamo nomi illustri come Lupita Nyong’o, Pedro Pascal e Mark Hamill. La pellicola uscirà a partire dal 10 ottobre distribuita da Universal Pictures.
Il lungometraggio rappresenta l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo illustrato da Peter Brown del 2018.
Il robot selvaggio
Un robot di nome Roz in seguito ad un naufragio si ritrova bloccato su un’isola popolata solo da animali. Per sopravvivere dovrà adattarsi all’ambiente ignoto ed inizio ostile legando con le creature presenti, fino a arrivare ad accudire un cucciolo d’oca.
Il trailer del film
Un’opera in cui prevale l’incredibile lato estetico
Chris Sanders dopo il fallimentare tentativo del 2020, con “Il richiamo della foresta”, di dirigere una pellicola live action torna alla sua amata animazione. E dopo i successi di pubblico e critica sia in casa Disney con “Lilo & Stich”, sia in casa Dreamworks con “Dragon Trainer” proprio con quest’ultima ci regala la sua nuova opera animata, Il robot selvaggio.
Sin dalla prima sequenza sono palesi i lati positivi di quest’opera, Chris Sanders matura dal punto di vista registico e porta lo spettatore su quest’isola facendolo immergere nella natura incontaminata grazie a dei movimenti di macchina che seguono la protagonista Roz incredibili e delle inquadrature che da pelle d’oca è dire poco.
Regia che però viene aiutata e non poco dal comparto tecnico visivo che usa questo stile di disegno digitale mozzafiato, tutto è perfetto dall’acqua e i suoi movimenti che solitamente sono tanto complicati da rendere, passando ad un cielo splendido che mostra le sue mille tonalità fino ad arrivare alle suggestive fiamme violacee sul finale. Ovviamente oltre a ciò che li circonda anche i nostri protagonisti sono resi alla perfezione nei movimenti e nelle interazioni oltre ad avere dei design memorabili. Evidente lo sguardo all’impressionismo di chi ci ha lavorato, se si prendono determinati fotogrammi li si potrebbe tranquillamente scambiare per straordinarie opere impressioniste dell’epoca.
Da sottolineare anche la colonna sonora di Kris Bowers da brividi, un amalgama perfetta di brani originali e non, sempre collocati nei momenti giusti per amplificare ancora di più questa regia e questa componente estetica incredibile. La musica è ciò che aiuta tanto a toccare le corde emotive dello spettatore in questo film.
Il Robot Selvaggio – Le tematiche
Ho parlato subito e mi sono dilungato su tutto il comparto tecnico lasciandomi le tematiche che tratta alla fine per lo stupore che mi hanno creato. I temi portanti sono tutti già visti ma vengono trattati in modo tanto semplice quanto geniale ed elegante che li rende originali a modo loro. Un film maturo che parla di morte, parla di un mondo alla deriva, parla di una natura matrigna che non lascia scampo a nessuno tantomeno ad un intelligenza artificiale. Al contempo mette in mezzo, qui in modo meno ordinato, i classici temi da cartone animato come l’amicizia tra diversi, la maternità e il contrasto natura-tecnologia che colpiranno molto i bambini.
Evidente da ciò che ho detto in precedenza come Sanders non volesse fermarsi ad una favola contemporanea sul rapporto tra tecnologia e natura ma voleva di più, e attraverso personaggi scritti bene e una sceneggiatura solida è riuscito in questo impresa, creare un film per tutti che emoziona e commuove. Unico neo un finale troppo buonista che rinnega a tratti quello che abbiamo visto nella pellicola.
Nonostante questo difetto è un film che va visto per rimanere rapiti dalla maniacale cura per l’estetica e l’eleganza con cui tratta le sue tematiche, rimane un vero peccato per un finale povero a sostegno di questo capolavoro di stampo impressionista.