[video] Film italiani: Good as you un punto di vista dal mondo gay

Di sicuro l’omosessualità è veramente poco trattato nel cinema italiano, chissà come mai? Questo film sembra affrontare il tema sottoforma di una commedia “leggera”.

di Beatrice Campagna

La trama del film

Tratto dall’omonimo spettacolo teatrale, “Good as you” si presenta come la prima commedia gay italiana.

Il titolo richiama lo slogan usato dal movimento omosessuale durante le numerose marce di protesta che ebbero luogo sul finire degli anni ’60. Così, per la prima volta in Italia, ci troviamo di fronte ad un film che ha come protagonisti otto personaggi gay, quattro uomini e quattro donne, che tra incomprensioni, speranze, litigi, rivelazioni, formeranno coppie tanto appassionate quanto instabili.

Il tutto ha inizio la sera di Capodanno: i nostri personaggi si trovano per caso a trascorrerla insieme.

L’alcool, un’atmosfera che oscilla tra festa e malinconia, un improvviso black out, sono i principali ingredienti della fatidica notte che porterà i protagonisti ad avvicinarsi e a dar vita a quattro stravaganti coppie.

Nei mesi successivi i rapporti tra i personaggi verranno messi a dura prova da rivelazioni e bugie, che causeranno allontanamenti e dispiaceri. Il culmine di questa tensione sentimentale viene raggiunto nel corso di una “festa di metà estate” piuttosto surreale, il cui tema è la favola (guardando con attenzione, in un divertente gioco di associazioni, è stata data ad ogni personaggio la maschera fiabesca che più lo rappresenta).

E’ nel corso di questa serata che le paure e i rancori di ognuno verranno a galla: paradossalmente l’indossare una maschera porterà i personaggi ad essere, per la prima volta, del tutto sinceri con se stessi e con gli altri. Il risultato è la brusca rottura non soltanto delle coppie, ma anche delle amicizie che legavano i protagonisti. Resta tuttavia aperta un’ultima speranza e il caso, il destino, le scelte individuali, rimescoleranno le carte in modo decisivo.

Il mondo gay visto “dall’interno” in un film autoprodotto

Realizzato senza alcun tipo di finanziamento pubblico, il film è prodotto da Davide Tovi e Diego Longobardi (anche interprete) con Master Five Cinematografica e distribuito da Iris Film; “Good as you” uscirà (almeno inizialmente) in un numero che può variare tra le 50 e le 80 copie.

Questo film racconta per la prima volta il mondo gay “dall’interno” e ne mostra uno spaccato allegro e autoironico, mettendone in risalto tanto i pregi quanto i difetti. Il regista Mariano Lamberti si propone di rappresentare la comunità gay “così com’è”, senza pietismi, drammi o luoghi comuni.

Dice: “L’intento di Good as you è quello di superare tanto il vittimismo quanto l’idealizzazione del mondo gay, muovendosi su un registro non macchiettistico, né rassicurante, che raramente si è visto nel nostro cinema. Sentivo l’esigenza di raccontare nel ventunesimo secolo un punto di vista gay che non si riflettesse, per l’ennesima volta, negli occhi di un padre o di una società che lo rifiuta.

I problemi che si trovano ad affrontare gli otto protagonisti, infatti, sono legati alle relazioni affettive, alla quotidianità e non hanno niente a che vedere con il loro orientamento sessuale.

Perché in Italia la “gay comedy” fatica a decollare? Probabilmente per la mancanza di coraggio e lungimiranza da parte dei produttori.

Da noi, l’unica tematica omosessuale appetibile sembra essere il riproporre il solito problematico confronto con l’esterno.

Good as you invece rappresenta il mondo gay senza facili condiscendenze, senza finti pudori (ma neanche morbose curiosità); qui al giudizio si sostituisce un osservare empatico, ma allo stesso tempo oggettivo.

E’ uno sguardo non “sul” mondo gay, ma “dal” mondo gay, un qualcosa di davvero inedito per il nostro paese, destinato per questo a far parlare di sé e, speriamo, ad appassionare”.

La conferenza stampa del film

Divertente, ma con i suoi momenti seri/drammatici, coraggioso, piacevole anche se rallenta molto (forse troppo) in alcune parti, “Good as you” offre numerosi spunti di riflessione e mantiene in pieno gli intenti dichiarati dal regista e dai produttori.

Nei sui 100 minuti questo film ci fa conoscere dei personaggi davvero ben costruiti (penso in particolare a Mara, interpretata dalla bravissima Elisa Di Eusanio e a Marco, l’eccezionale Diego Longobardi).

Scherzando in conferenza stampa, Enrico Silvestrin ringrazia di vero cuore il famoso attore (del quale ovviamente non si è fatto il nome) che, a soli quattro giorni dall’inizio delle riprese, ha deciso di tirarsi indietro lasciando vacante la parte di Claudio, un personaggio ombroso e complesso, il meno comico di tutti, che Enrico Silvestrin riesce a caratterizzare molto bene.

Completano il cast Micol Azzurro (attualmente sul set del nuovo film di Paolo Virzì), Lucia Mascino (“Quando la notte”, “Habemus Papam”), Daniela Virgilio (“Romanzo Criminale – la serie”, “Immaturi”, anche lei chiamata a pochi giorni dall’inizio delle riprese), Luca Dorigo (personaggio televisivo, per la prima volta sul grande schermo), Lorenzo Calducci (“Io, Don Giovanni”, “Ma che colpa abbiamo noi”).

Infine, una nota sulla bella e colorata grafica e sulla colonna sonora, che si avvale di una canzone (“The lady in the tutti frutti hat”) cantata da una coppia storica ed eccezionale, le gemelle Alice ed Ellen Kessler.

I video della conferenza stampa

Prima di concludere, ecco due piccoli estratti registrati durante la conferenza stampa: a parlare i due protagonisti Diego Longobardi ed Elisa Di Eusanio

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