Biancaneve _ e il perchè dei nani

Biancaneve, ultima fatica di casa Disney, remake live action del classico Disney. Regia di Marc Webb, con Rachel Zegler e Gal Gadot. Dal 20 marzo al cinema.

Biancaneve

Biancaneve, la nata nella tempesta

C’era una volta in un regno lontano, una principessa nata durante una tempesta di neve, per questo venne chiamata Biancaneve (e tanti cari saluti alla versione dei fratelli Grimm, baci applausi e sipario).
La principessa viveva con i suoi genitori il re e la regina. Ma un giorno la regina morì e il re decise di risposarsi dando a Biancaneve una matrigna. La matrigna ossessionata dalla sua bellezza, schiavizzò il popolo e un giorno decise che Biancaneve era più bella di lei e doveva essere uccisa… Ma Biancaneve riuscì a scappare e a rifugiarsi nel bosco, dove incontrò 7 nani, una banda di furfanti che combatteva in nome del re, dei soldati della regina che volevano riportarla a casa, e una vecchina con una mela avvelenata…

Biancaneve

Biancaneve, ne sentivamo il bisogno?

Biancaneve, ultimo remake live action di casa Disney. Possiamo anche vederlo come ultimo film, il cui fine è demolire completamente una storia classica, per propinarci una pappetta sciapa di contenuti slegati, cose già viste (e sentite) condite con dialoghi ed effetti speciali non pervenuti.
Non si è capito fino in fondo tante cose, la trama, la scelta di rendere i nani in questo modo, gli effetti (non) speciali, e i costumi. Mio dio i costumi. Per la legge dei grandi numeri almeno un costume in tutto il film devi azzeccarlo. Invece. I costumi della regina sembrano la fiera dello scampolo, inutili strascichi di stoffe a caso con geometrie discutibili. I costumi della “banda” di fuorilegge del bosco, sono un accozzaglia di materiali e fantasie. Poi capisco che il budget sia stato speso tutto per il reparto “effetti speciali”, ma a discapito di attori che facessero comparse. Perché non è credibile che il potente esercito della regina, a difesa di un castello enorme sia formato da 8 guardie in croce e basta. Cioè dai, non è credibile, e se in un film inizi a notare questi dettagli, crolla subito tutto. Si infrange come uno specchio che perde la sua magia.

Il trailer del film

Biancaneve – Cosa si poteva fare meglio

Biancaneve è il film del politically correct, dove anche i nani sono fatti in computer grafica per non offendere nessuno. Peccato che tutta questa correttezza (giustissima eh) si rispecchi in un film dove la cosa più credibile è uno specchio magico che ripete la stessa frase per tutto il film.

Apprezzabili sono gli omaggi al cartone storico, scene riprese nella stessa prospettiva, le pagine del libro con la ricetta della mela avvelenata. Ma peccato per tutto il resto, a partire da una trama in cui succedono cose a caso slegate tra loro, con dialoghi finti, e interpretazioni molto molto molto forzate (vedasi re e regina dell’inizio del film). Un film che si è sempre vantato del suo nuovo punto di vista, con dichiarazioni di Zegler (Biancaneve) che diceva ” il principe azzurro è stato quasi uno stalker e nel remake Biancaneve non verrà salvata dal principe. Non sognerà il vero amore. Sognerà di diventare la leader che sa di poter essere”. SPOILER no. Anzi.

Insomma a questo film ero andata con aspettative molto basse, ma la visione mi ha fatto ricredere, le mie aspettative basse erano fin troppo alte. Gal Gadot unica nota di colore del film, ma, per quanto bene le si possa volere, in alcune scene palesemente falsa e impostata pure lei. Scusa Gal, sei sempre la più bella del reame.
Non mi sento di consigliarvelo, non fate vedere queste cose ai bambini, non fateli crescere con questa Biancaneve.

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