Siamo quasi in dirittura d’arrivo dell’edizione 2014 del Sudestival. Oggi parliamo del film Il sud è niente del regista Fabio Mollo intervistato in esclusiva per cinemio.it
Il sud è niente
di Angela Buscicchio VA dell’ITIS “Vito Sante Longo”
La morte di una persona cara lascia nell’animo di ognuno di noi una ferita indelebile. La vita si blocca, le abitudini cambiano così come i progetti. Scompaiono i sorrisi e la voglia di vivere lascia il posto al pensiero della morte e della voglia di lasciare tutto e andare via… lontano. Questo è quello che succede al protagonista del film, Cristiano, interpretato da un intensissimo Vinicio Marchioni.
Fabio Mollo, giovane regista calabrese è riuscito con questo film a trattare il tema della morte e della conseguente ricerca di sé in modo leggero e delicato. La storia si snoda intorno al personaggio di Grazia, figlia di Cristiano, una ragazza di diciotto anni che trascorre la vita nel silenzio di un’assenza, quella di suo fratello Pietro, la cui morte è avvolta nel mistero e di cui nessuno parla. Cristiano, suo padre è distrutto per la morte improvvisa di suo figlio Pietro, tanto da abbandonarsi a se stesso. Non riesce a comunicare né nel suo lavoro né con sua figlia.
Fortuna che Grazia ha un punto di riferimento: la nonna, forte ma nello stesso tempo debole. Una donna che sa tutto, ma non può dir nulla. Non è a lei che tocca dire la verità. In realtà la ricerca di Pietro è solo un abile pretesto per raccontare il difficile percorso di formazione di un’adolescente che attraversando il dolore riesce ad arrivare fino in fondo a se stessa, a rompere il suo silenzio esistenziale, che fa da eco ad un altro silenzio, quello omertoso del Sud sempre sullo sfondo, e a scoprire l’amore.
Molto profonda è l’ultima scena del film nella quale Cristiano ha la visione di Pietro. Ride. Grazie a quella visione anche la sua vita cambierà. Sì, ha deciso. Non è partendo che si risolvono i problemi e neanche rimanendo in silenzio. I problemi si affrontano lottando giorno per giorno. Ha deciso di riprendersi la sua vita. Deve ritornare a vivere, lo deve fare per lui, per Grazia ed anche per Pietro. Grazia spinge la barca in mare, metafora della sua vita, proprio quella barca dove si rifugiava sempre. Anche lei ha deciso. Vuole ritornare a vivere.
Le domande al regista
Ciao Fabio, benvenuto su cinemio. Del film, oltre che regista, sei anche autore di soggetto e sceneggiatura. Ci racconti la genesi della storia?
La storia nasce dall’esigenza di raccontare una generazione che vuole rompere il silenzio. avevamo iniziato a lavorare a questo tema con un mio corto, saggio di diploma del centro Sperimentale, che si chiamava Giganti e che ha avuto molti riconoscimenti. Da li, grazie al supporto di due giovani produttori (Jean-Denis le Dinahet e Sebastien Msika) abbiamo iniziato a sviluppare la storia in un lungometraggio, essendo selezionati a importanti laboratori e vetrine come il Torino Film Lab, la Cinefondation del Festival di Cannes e il Talent Project Market della Berlinale. Ci sono voluti tanti anni di duro lavoro per mettere assieme il progetto.
Per la tua opera prima hai scelto Reggio Calabria, la tua città. C’è qualcosa di autobiografico nel film? O hai fatto questa scelta per sentirti più ‘a casa’?
Sicuramente prende grande spunto da il mio vissuto personale e da fatti di cronaca realmente accaduti. Il film ha un forte connotato realistico, ma allo stesso tempo la realtà che esplora è raccontata con uno sguardo talmente intimo da creare atmosfere di realismo magico. Il titolo poi riassume un po’ l’emozione che ha mosso tutto: “Il sud è niente” è una frase che racchiude quell’omertà e quella rassegnazione a cui siamo stati educati per generazioni; il film racconta la rabbia di una nuova generazione che vuole rompere definitivamente con quella mentalità.
Parliamo un pò del cast. Come hai scelto e riunito questo cast di giovani e bravi attori più o meno noti? E com’è stato lavorare con loro?
Sono stato fortunato a lavorare con un cast di attori pazzeschi. Vinicio Marchioni e Valentina Lodovini con grande generosità hanno aderito al progetto con grande impegno. Lo stesso che hanno messo Giorgio Musumeci e Andrea Bellisario, giovani attori al debutto sul grande schermo. E poi Miriam Karklvist, protagonista del film incontrata per caso durante uno street casting a Reggio e alla primissima esperienza da attrice. Proprio Miriam quest’anno al Festival di Berlino ha ricevuto il premio Shooting Stars.
Dopo tanti cortometraggi e premi vinti, com’è stato affrontare il grande passo del lungometraggio? Ci sono stati momenti di entusiasmo o di sconforto che vuoi raccontarci?
Il nostro è un piccolo film low budget indipendete realizzato grazie al duro lavoro e al sacrificio di un gruppo di giovani filmmakers quasi tutti al debutto come me. Difficoltà tantissime, tutti i giorni: ma abbiamo affrontato tutto con grande spirito di squadra e di dedizione alla storia che stavamo raccontando. Quando abbiamo avuto poi finalmente l’attenzione di festival internazionali così importanti come il festival di Toronto, di Roma e di Berlino è stato per noi un grandissimo onore che ha ripagato tutti i sacrifici fatti fino ad ora.
Infine uno sguardo al futuro. Dove altro potremo vedere Il sud è niente? E per quanto ti riguarda, hai già nuovi progetti nel cassetto?
Il sud è niente è stato distribuito in Italia dall’Istituto Luce a dicembre. Dopo la partecipazione al Festival di Berlino nella sezione Generation, sta per affrontare nuove sfide oltre confine. Il mio impegno è quello di usare la grande esperienza che è stata per me questo film per continuare a lavorare per portare sullo schermo altre storie che raccontino la mia generazione e la realtà in cui viviamo.
Ringrazio il regista Fabio Mollo per la disponibilità e dò appuntamento alla prossima settimana per un altro film in concorso al Sudestival.