A Quiet Place – Giorno 1 – L’origine della saga horror di John Krasinski

A Quiet Place – Giorno 1 è un film del 2024 di genere horror diretto da Michael Sarnoski, alla sua seconda regia, con protagonisti Lupita Nyong’o e Joseph Quinn. La pellicola uscirà solo in sala a partire dal 27 giugno distribuito da Eagle Pictures.

Il lungometraggio rappresenta il terzo film di questa saga e funge da prequel del primo “A Quiet Place-Un posto tranquillo” del 2018 di John Krasinski, regista delle due pellicole precedenti che qui figura tra i produttori.

A Quiet Place giorno 1

A Quiet Place – Giorno 1

In questo film attraverso i due protagonisti assistiamo all’arrivo sulla terra di queste creature aliene che faranno sprofondare il mondo nel silenzio.

Il trailer del film

Un buon prequel con le dovute riserve

Dopo i due capitoli precedenti John Krasinski abbandona la regia del suo progetto affidandola a Michael Sarnoski, qui alla sua seconda regia dopo l’ottimo “Pig” del 2021. Ed è proprio questo passaggio di testimone che rappresentava i maggiori dubbi sulla riuscita dell’opera, vista anche la forte impronta autoriale di Krasinski nei primi due film, ed effettivamente si nota l’assenza dietro la macchina da presa di chi ha ideato questa saga.

A Quiet Place – Giorno 1 da subito introduce spunti interessanti, a partire dalla protagonista Sam interpretata da Lupita Nyong’o, una donna di mezza età malata di cancro terminale rinchiusa in questa casa di cura fuori New York, estremamente nichilista e apparentemente sicura di sé poiché ormai rassegnata alla sua morte. Personaggio scritto benissimo che trova il suo apice quando gli viene affiancato l’Eric di Joseph Quinn, opposto a lei è un ragazzo con tanti problemi, timido, insicuro che ha paura di tutto ma che grazie al rapporto con Sam riuscirà ad avere una nuova coscienza di se cambiando radicalmente per aiutarla. Stessa cosa succede a lei, Eric riesce a fargli apprezzare le piccole cose che le fanno da appiglio ai suoi bei ricordi facendola rinascere per quei suoi ultimi attimi di vita in un finale scontato ma che funziona in cui si ricongiunge spiritualmente alla sua New York.

A Quiet Place giorno 1

A Quiet Place – Giorno 1 – Punti di forza

Il rapporto costruito tra i due è sicuramente la componente migliore del film, ma come detto in precedenza c’è altro. Michale Sarnoski qui decide di mettere al centro un elemento salvifico che torna ciclicamente all’interno di tutta la pellicola, l’acqua. L’acqua è ciò che rimane agli umani in una New York che di umano non ha più nulla dominata dalle creature, sottolineando il ritorno di corrente naturalista del binomio uomo-natura, perso con l’industrializzazione delle grandi città, qui torna ad essere la base della vita. Simbolo di ciò la pioggia come unico rumore che concede quei pochi attimi ai nostri protagonisti nei quali possono sfogarsi e parlare prima di risprofondare nel deserto di silenzi della Grande mela.

…e qualcosa da rivedere

Purtroppo però se Sarnoski è stato tanto bravo alla sceneggiatura non si può dire lo stesso per la regia, attenzione non è una regia da mani nei capelli rimane sufficiente ma nell’obbligatorio confronto diretto con Krasinski ne esce male. Qui le scene d’azione, in particolare una in metro, sono estremamente confusionarie non si riesce mai a seguire i protagonisti e parallelamente mostrarci in modo chiaro le creature il che smorza l’ansia che si dovrebbe provare. Ansia che però invece viene ben costruita nelle scene più statiche con vari espedienti interessanti. Da sottolineare anche un fastidioso abuso di jumpscare, che però si può perdonare visto che la pellicola rappresenta il primo approccio del regista all’horror.

Il comparto tecnico inerente ai suoni è debole rispetto ai primi due film, il sonoro su cui si basa la pellicola non è così efficacie come non lo è la colonna sonora totalmente anonima. Problemi abbastanza importanti data la natura del film.

A Quiet Place – Giorno 1 è un film che pecca di qualche difetto amplificato dalla perfezione dei due capitoli precedenti, ma che comunque rimane estremamente godibile e infonde tanta fiducia in Michael Sarnoski come sceneggiatore che non vedo l’ora di rivedere in altri prodotti.

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