A Complete Unknown è un film del 2024 co-prodotto, co-scritto e diretto da James Mangold. Basato sulla biografia Dylan Goes Electric! di Elijah Wald, il film ripercorre la svolta elettrica nella carriera di Bob Dylan.
Questa ballata di Bob Dylan, arricchita dall’interpretazione da Oscar di Timothée Chalamet, potrebbe non entrare nel vivo dell’enigmatico artista, ma vi darà la sensazione di aver trascorso del tempo in sua compagnia.
Senza mai stonare, A Complete Unknown compone un verso crudo nella ballata sulla vita di Bob Dylan ed i fan del premio Nobel ne rimarranno felicemente colpiti, grazie anche alla straordinaria performance di Timothée Chalamet. Il giovane attore ha una somiglianza fisica impressionante con il Dylan dei primi anni ’60 e ha colto la ruvidezza leggermente nasale della voce cantata.
A Complete Unknown ha un potere seducente, meditativo e cumulativo. Non mi sono annoiata per un solo secondo. La sola interpretazione di Chalamet vale il prezzo del biglietto.
A Complete Unknown: la trama
A Complete Unknown consente a Timothée Chalamet di esplorare l’enigma di Bob Dylan, in un film che cattura bene i suoi tempi turbolenti.
Stereotipato ma splendidamente realizzato e strutturato da Mangold, A Complete Unknown offre una performance fenomenale di Chalamet, aiutato da uno splendido cast di supporto.
New York, 1961. Sullo sfondo di una scena musicale vibrante e di un tumultuoso sconvolgimento culturale, un enigmatico diciannovenne del Minnesota arriva con la sua chitarra e il suo talento rivoluzionario, destinato a cambiare il corso della musica americana. Stringe relazioni intime con le icone musicali del Greenwich Village durante la sua ascesa fulminea, che culmina in un’esibizione rivoluzionaria e controversa che riecheggia in tutto il mondo.
Il trailer del film
A Complete Unknown: la recensione del film
Radunatevi, gente, ovunque siate, perché il regista James Mangold ha una storia avvincente da raccontare in A Complete Unknown. Sulla rivoluzione imminente nella musica e nella nazione nei primi anni ’60 e sull’uomo che la personificava: un giovane cantautore che risponde al nome di Bob Dylan.
Ciò che Mangold, co-autore della sceneggiatura con Jay Cocks, capisce abbastanza in fretta è che ottenere un profilo definitivo di Dylan è come inchiodare la gelatina al muro. Dylan si divincola da un trattamento cinematografico così biografico, persino da uno in cui Timothée Chalamet cattura così perfettamente il suo stile di esecuzione e i suoi tic vocali. Il Dylan di Chalamet è un veicolo per ciò che gli altri cercano di fare di lui, finché non si ribella a questo.
Uno di questi altri è il suo mentore di musica folk, Pete Seeger (Edward Norton) che Dylan incontra nel 1961 in un ospedale del New Jersey, dove Seeger sta visitando la leggenda, Woody Guthrie (Scoot McNairy), reso muto da un ictus ma ancora scontroso come sempre. Dylan suona per Guthrie un tributo, “Song to Woody”, per ricevere una benedizione che gli faccia capire che ha qualcosa in sé che gli altri hanno bisogno di sentire.
Gli altri personaggi che entrano nell’orbita del giovane Dylan sono le donne che gli sono diventate più vicine. Una è Sylvie Russo (Elle Fanning), un insieme di diverse fidanzate e amanti dei primi tempi di Dylan, in particolare Suze Rutolo. L’altra è Joan Baez (Monica Barbaro), già una star del folk-singing quando Dylan arrivò sulla scena del Greenwich Village ed iniziarono una torrida storia d’amore.
In conclusione
Ciò che Mangold cattura meglio attraverso A Complete Unknown è la tensione, in Dylan e nella società ai tempi dell’assassinio di JFK e dell’intensificarsi della guerra in Vietnam, che ha portato a quel momento elettrico. Mangold e Chalamet, in un ruolo camaleontico, mostrano come Dylan sia riuscito a essere sia al di fuori di quelle discussioni che nel cuore di esse, con costernazione di mentori, amanti e fan.
Mangold distilla meravigliosamente il sentimento di quelle esibizioni degli anni ’60, la frenesia dei fan generata dal successo di Dylan e l’irritazione di Dylan nel sentirsi chiedere di soddisfare le aspettative poste dall’etichetta discografica, dal pubblico e dall’establishment della musica folk, per diventare “il portavoce di una generazione”.
La grande ironia di A Complete Unknown è quanto sia perfetto il titolo. Forse non c’è mai stato nessuno famoso come Dylan che, allo stesso tempo, sia stato così inconoscibile. Era il trovatore di un’epoca instabile o, come lo ha etichettato Don McLean in American Pie, un “giullare…con un cappotto preso in prestito da James Dean e una voce che proveniva da te e me”. Mangold prende in considerazione entrambe le idee e Chalamet le rende vive.