Giochi di potere

Giochi di Potere di Per Fly con Theo James e Ben Kingsley

Giunto al suo settimo lungometraggio, il regista danese Per Fly decide di adattare l’autobiografia di Michael Soussan “Backstabbing for Beginners: My Crash Course in International Diplomacy” provando a mettere in scena un thriller politico che risente però di un sapore vintage tanto nei temi raccontati quanto nell’evoluzione dei personaggi che racconta: Giochi di potere. Da mercoledì 11 Luglio al cinema.

Giochi di potere

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Michael Sullivan (Theo James; Underworld – Blood Wars, The Divergent Series) è un giovane figlio di un diplomatico ucciso quando era piccolo e ambisce ad entrare nel mondo dei rapporti internazionali, cosa che si realizza quando entra nel progetto “Oil for Food” gestito dal sottosegretario delle Nazioni Unite Pasha (Ben Kingsley; Notte al Museo – Il segreto del faraone, The Walk).

Trailer del film “Giochi di potere”:

https://www.youtube.com/watch?v=SWghgoUXyVo

IN RITARDO

I problemi sostanziali del film si possono riassumere in due punti, al di là dell’interessante soggetto che vede protagonista un periodo storico che ci appare ad oggi come lontanissimo come quello tra la fine degli anni ’90 e il 2004: il protagonista interpretato da Theo James non tiene per nulla la scena e l’enorme peso emotivo e tensivo del suo Michael, non è versatile e comprime ogni emozione dentro un’unica bidimensionale espressione. Quando in scena difatti entra sir Ben Kingsley il nostro sguardo perde completamente quello che però è l’interprete principale della nostra storia. Di conseguenza, è giusto sottolineare come ormai lo stesso Kingsley ci abbia stancato con i soliti personaggi doppiogiochisti che ci ha regalato continuamente, soprattutto nell’ultima decade.

Giochi di potere

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A sfavore poi dell’interprete principale c’è l’arco di evoluzione e il carattere del suo personaggio: troppo innocente, troppo sorpreso di quanto gli accade attorno, trova uno spettatore medio che non si sorprende dal nero e dallo sporco di un sistema finanziario che sfrutta la guerra per trarne vantaggio e profitto. A questo si associa poi un ritmo fin troppo lento nella parte centrale del film ed una chiusa inevitabile e quasi buonista nei confronti di Pasha, uomo ormai deceduto a Cipro dove si era confinato e dove fino alla fine era rimasto in attesa di giudizio per accuse che non avevano mai smesso di tacere.

Rimane poi un mistero come il regista e sceneggiatore abbia introdotto un elemento nuovo rispetto al libro per creare la linea sentimentale del protagonista, con l’interessante idea di fare di questa donna (interpretata da Rachel Wilson) una curda, minoranza martoriata da Saddam Hussein e in cerca e in lotta della propria rivalsa e indipendenza, e di come lascia poi questo personaggio chiudersi con una leggerezza che lascia interdetti.

Giochi di potere

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Nell’insieme, Giochi di potere racconta persino la classica dinamica nei meandri del potere tra gioco di seduzione e repulsione in un dittico già visto di mentore anziano e novellino moralmente nel giusto che, seppur in una cornice ben fotografata, annoia e giunge in ritardo rispetto ad eventi che negli ultimi quindici anni hanno reso il pubblico ormai sveglio rispetto a  certe dinamiche e possibili futuri distopici.

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